348. La Finanza

Sottotitolo Rivista settimanale della borsa, del commercio e dell'industria. Pubblica tutte le liste ufficiali delle estrazioni nazionali ed estere poi Gazzetta ufficiale delle estrazioni nazionali ed estere. Rivista settimanale della Borsa, del commercio e dell'industria. Guida delle assicurazioni poi Gazzetta ufficiale delle estrazioni nazionali ed estere. Rivista settimanale della Borsa, del commercio e dell'industria. Guida del capitalista e delle assicurazioni poi Gazzetta ufficiale delle estrazioni nazionali ed estere. Rivista settimanale della Borsa, del commercio e dell'industria. Guida delle assicurazioni poi Gazzetta ufficiale delle estrazioni nazionali ed estere. Guida del capitalista.
Luogo Milano.
Durata 8 novembre 1877 (a. I, n. 1) - 25 novembre 1914 (a. XXXVIII, n. 22*). Si interrompe dall'11 febbraio 1911 (a. XXXV, n. 6) al 4 dicembre dello stesso anno (a. XXXV, numero straordinario) in seguito a una causa di fallimento in cui è coinvolta la testata; esce poi il 10 gennaio 1912 (a. XXXVI, n. 1) con un numero di sole 4 pagine e riprende regolarmente le pubblicazioni dal 27 luglio 1912 (a. XXXVI, n. 2-13) cambiando periodicità.
Periodicità Settimanale poi quindicinale.
Direttore Nessuno, poi [Francesco Pandiani] poi [Riccardo Ferro] poi Emilio Ferro.
Gerente Filippo Lovati poi Giuseppe Lovati poi Filippo Lovati poi Vincenzo Inglardi poi Enrico Pietro Barni poi Bernardino Frigeri poi Defendente De Amici.
Editore Nessuno, poi Emilio Ferro (proprietario).
Stampatore Milano, Tipografia fratelli Rechiedei poi Pavia, Stabilimento tipografico successori Bizzoni poi Milano, Tipografia Nazionale poi Tipografia Gius. Golio poi Tip. Golio e Bossi poi Tip. Golio poi Stab. Tip. A. Rancati poi Stabilimento Tip. P.B. Bellini poi Stab. della Società "La Stampa commerciale" poi Stabilimento tipo-litografico A. Rancati poi Alberto Antonini e C.
Pagine Da 4 a 10.
Formato [microfilm]
Note Nel 1881 esce con una copertina di 4 pagine di annunzi, che ricompare dal dicembre 1912; reca eccezionalmente un supplemento straordinario di 4 pagine con le ultime estrazioni dei prestiti nazionali.

Il periodico è uno strumento d’informazione dei clienti della società editoriale che mette a disposizione degli abbonati una serie di consulenze finanziarie (come “la verifica gratuita delle estrazioni relative a prestiti nazionali ed esteri; l’incasso di premi o rimborsi di azioni ed obbligazioni nazionali ed estere; l’incasso di coupons, cedole, buoni; versamenti per sottoscrizioni a prestiti e ad azioni; depositi per conversioni di titoli; incassi, esazioni, pagamenti, sconti; compravendita di effetti pubblici; valori industriali quotati o no in Borsa; sovvenzioni, mutui, depositi tramite il suo ufficio legale; schiarimenti e referenze su cose e persone”). Esso intende proporsi come guida ai risparmiatori italiani: segue da vicino i dibattiti in Parlamento e gli atti del governo in materia di politica economica e finanziaria, informa delle emissioni di obbligazioni e di altre forme d’investimento in aziende private o in prestiti pubblici, sia nazionali (anche lotterie) sia esteri, e propone agli acquirenti i “pacchetti” di investimenti gestiti dall’amministrazione del giornale tramite la sua “Cassa contanti”. Nel 1896 l’amministrazione del giornale apre anche un ufficio di banca per le operazioni di abbonati e clienti.

Sul primo numero la direzione osserva che “l’Italia sola […] ha difetto di uno di questi periodici: taluni di quelli già onoratamente esistenti spaziano esclusivamente nelle regioni della scienza astratta e sfuggono, quasi siti troppo plebei, la Borsa ed i mercati. Altri invece raggruppano cifre e credono con questo d’aver detto e spiegato tutto […] Noi desideriamo di tracciare tra questi due estremi una linea di mezzo: desideriamo di essere per l’Italia ciò che è l’«Acktionaer» per la Germania, la «Finance» per il Belgio, l’«Economist» per l’Inghilterra”; e pertanto dare spazio “agli studi delle questioni economiche di mano in mano che queste diventeranno, come suol dirsi, d’attualità”, pubblicando “una rassegna politica con speciale riguardo alle questioni finanziarie così intimamente collegate alle politiche ed alle sociali, articoli e corrispondenze [anche dall’estero] che ragionino di fatti pubblici di vitale interesse per i capitalisti e i finanzieri” (Il nostro programma, 8 novembre 1877).

Il suo pubblico è formato, a suo dire, oltre che da piccoli e medi risparmiatori, anche da “uomini politici, amministratori, banchieri, capitalisti, imprenditori ed uomini di grandi affari” (La «Finanza» nel 1882, 31 dicembre 1881) ma il prezzo di vendita, assai inferiore a quello dei concorrenti, lo avvicina “anche al più piccolo capitalista” (Un giornale a prezzi cari, 22 agosto 1878). Nel 1882 afferma di tirare 40.000 copie (cfr. l’annuncio sul numero del 30 settembre) e di contare 7.000 abbonamenti, sufficienti a coprire le spese (La «Finanza» nel 1882, 6 gennaio 1883); diversi anni più tardi sostiene di collocarsi al terzo posto “fra i trecento e più periodici che si pubblicano in Milano” (Ai nostri carissimi abbonati e clienti, 1° dicembre 1900 e numeri seguenti) e nell’ultimo periodo dichiara di aver superato quota 6.000 abbonati (Il nostro programma, 12 e 27 dicembre 1912).

Il giornale, ben informato e completo, riporta il movimento dei valori pubblici (listini di Borsa, prontuarî delle estrazioni dei titoli, notizie su banche ed emissioni di corpi morali), una rassegna politico-economica (autentico “pastone” ante litteram) di brevi notizie politiche dall’interno e dall’estero che comportino riflessi sull’economia, come crisi di governo oppure tensioni e conflitti internazionali), una rassegna delle borse, rubriche sulle finanze di vari stati, oltre che dei comuni (poi anche delle province) cui si aggiungono seguito sezioni dedicate alle assicurazioni, alle aste e agli appalti pubblici, ai fallimenti, alle emissioni di titoli (“Industria, commercio e finanza”). Quasi la metà dello spazio è occupato da tabelle con dati economici e finanziari; il resto da articoli e rubriche.

L’11 aprile 1878 compare la rubrica “L’assicurato e l’assicuratore”. Al tempo stesso la direzione informa che “il nostro programma è […] presentare all’assicurato le miglior guarentigie, e ciò otterremo con l’accurato esame dei bilanci, con la critica, la polemica, i mezzi impiegati per svolgere i principio ed esponendo questioni tecniche, svolgendo quesiti”. E inoltre aggiunge: “Faremo la cronaca delle compagnie estere, la statistica annuale delle compagnie in Europa, infine quanto è relativo all’industria delle assicurazioni in ogni sua applicazione. Apriamo le nostre colonne alla polemica ed alle rettifiche con tutta lealtà, essendo nostro intento fare la luce con la discussione spassionata”. Altre rubriche aperte tra gli anni settanta e l’inizio degli anni ottanta sono: “Situazione degli istituti di credito e società anonime”, “Guida del capitalista nell’impiego in valori pubblici”, un’altra “Guida del contribuente” (sulle tasse da pagare) e una rubrica di “Mercati” per dedicare maggiore attenzione al commercio. Nel 1885 inaugura inoltre una corrispondenza fissa dalla capitale.

Nella prima metà degli anni novanta i numeri del periodico si aprono con un editoriale (anonimo, come quasi tutti gli scritti) di economia e politica economica, attento soprattutto al programma del governo italiano e alle sue iniziative (disegni di legge) su debito pubblico, investimenti, problemi finanziari, bancari e monetari, talora ribattendo ad articoli di altri giornali italiani.

Il 10 ottobre 1891 una breve nota informa che Francesco Pandiani, che da tre anni aveva affiancato Emilio Ferro nella direzione, lascia il posto a Riccardo Ferro. Il cambio alla guida del giornale coincide con un impoverimento degli articoli e degli approfondimenti sui temi di attualità e dal 1893 le pagine accolgono soltanto notizie in breve e stringate rubriche, con poche eccezioni. Il 20 febbraio 1892 la rivista viene spedita anche agli abbonati del «Corriere di banca e di borsa».

Solo nei primi anni del Novecento appaiono alcune firme in calce agli scritti: si tratta di deputati e collaboratori fissi (fra gli altri Lodovico Fliess, Ferruccio Foà, Ettore Levi Della Vida, Luigi Luzzatti, Carlo Vimercati, Felice Vivante e Luigi Zuccoli).

Per quanto riguarda i temi maggiormente trattati dal giornale, negli anni settanta spiccano le convenzioni ferroviarie italiane (cfr. ad esempio Le convenzioni, 29 novembre 1877 e il testo completo di quella sull’esercizio della Rete mediterranea, 13 dicembre 1877). Nel 1881 si segue da vicino il dibattito sul corso forzoso in Parlamento, nel 1882 la legge sulla riorganizzazione di banche e casse di risparmio e le casse pensioni per gli operai (18 e 25 febbraio, 4, 11, 18 e marzo).

Nel 1884 il periodico critica il governo italiano, a suo avviso privo di un programma e capace di amministrare il paese solo con l’“enorme coraggio della paura” (dalla rassegna politico-economica del 26 luglio). Quanto all’espansione coloniale, “per timore di scostarci dalla cosiddetta triplice alleanza abbiamo perduto le migliori occasioni” (rassegna del 30 agosto; per tutti gli anni ottanta si occupa della politica espansionistica delle potenze europee per i suoi risvolti sull’economia e sugli equilibri internazionali).

Nel 1890 appaiono numerosi articoli sul progetto per la fondazione di una nuova società di assicurazioni promosso da Luigi Brusoni (5, 12, 19 e 26 luglio, 2, 9, 16 e 30 agosto, 6, 13 e 27 settembre, 4 e 25 ottobre, 8 e 15 novembre, 6 e 13 dicembre). Nello stesso anno e in quello successivo si pubblicano alcuni articoli sul partito agrario, come Il partito agrario e l’economia del paese, 27 settembre 1890 e Protezionismo e partito agrario, 21 febbraio 1891 (su questo tema specifico cfr. anche Protezionismo, 15 novembre 1890); alle elezioni del 1890 si promuove la causa della Lega agraria (cfr. il numero del 22 novembre).

Del 1891 sono vari interventi sul credito agrario (Il credito agrario, 11 luglio e Una proposta per la facilitazione del credito agrario, 25 luglio), ma il tema più trattato nei primi anni del nuovo decennio sono ovviamente le banche e la moneta; il periodico espone le linee dei nuovi disegni di legge in materia (4 aprile 1891, 25 febbraio 1893), dedica estesi interventi a La Banca romana (cfr. l’articolo del 18 aprile 1891 e la rubrica fissa su “Il processo della Banca romana”) e riporta il testo della Conferenza monetaria di Parigi (25 novembre 1893).

La «Finanza» pubblica anche statistiche e tabelle sui raccolti delle campagne, sul commercio dell’Italia con l’estero e sui trattati che lo riguardano. Nel 1895 altri approfondimenti riguardano La crisi monetaria agli Stati Uniti (16 e 23 febbraio), L’amministrazione delle gabelle (4, 11 e 25 maggio), Le spese militari in Europa (14 settembre) e Il socialismo e l’imposta (26 ottobre).

Fra gli argomenti più trattati negli anni successivi figurano i traffici internazionali (L’Italia in China, 18 marzo 1899), l’espansione coloniale (Il commercio generale della Colonia Eritrea, 16 settembre 1905; Emigrazione e colonizzazione, 7 maggio 1910; I bilanci coloniali. L’Eritrea, 18 giugno 1910), determinati settori della produzione nazionale (L’industria del cotone in Italia, 15 aprile 1899; La crisi dell’industria distillatoria. Le cause, 7 giugno 1902; Q. Quirici, L’industria serica. Previsioni per la campagna 1904, 5 marzo 1904) e le maggiori opere della fine del secolo XIX (come i canali di Panama e di Suez e il traforo del Sempione).

Nel 1904, molti articoli sono dedicati alla crisi dei commerci italo-svizzeri fino al nuovo trattato stretto dai due paesi.

Nel 1907 al posto degli articoli, il periodico inizia a pubblicare i resoconti delle assemblee di diverse società ed istituti di credito, mentre gli altri pochi scritti trattano pressoché soltanto di credito e finanza; tali resoconti divengono in seguito un’ampia rubrica fissa.

Una costante della rivista è la pubblicazione dell’esposizione finanziaria del ministro del tesoro, dei dati del debito pubblico, delle entrate erariali, del bilancio dei lavori pubblici e di quello del regno in occasione del loro dibattito in Parlamento.

Particolare attenzione è riservata ai prestiti comunali in sofferenza, cui è dedicata a più riprese una serie di articoli in cui si tratta un Comune alla volta (contro alcuni di questi avvia anche una causa legale negli interessi della testata e dei lettori che su suo suggerimento avevano sottoscritto tali prestiti): Caltanissetta, (14 e 21 dicembre 1889), Licata (25 gennaio e 8 febbraio 1890), Bosa (3, 17 e 31 maggio 1890), Bari (9 maggio 1896), Spinazzola (23 maggio 1896), Barletta (6 giugno), Torre Annunziata (20 giugno) e ancora Caltanissetta (alla fine del 1897). Sulla questione è pubblicata anche una lettera aperta al presidente del Consiglio Francesco Crispi (26 luglio 1890) e si riportano gli sviluppi della relativa causa legale (2 e 16 luglio, 22 e 29 ottobre, 10 dicembre 1892). Sul tema si vedano anche I prestiti comunali in sofferenza e la nuova cassa di credito locale, 19 dicembre 1896.

Citiamo ancora, fra gli articoli più interessanti, Provvedimenti per le borse. Rialzisti e ribassisti di fronte alla legge, 14 marzo 1908; La riforma tributaria, 25 aprile 1908; sul terremoto nello stretto di Messina Il disastro e il suo valore finanziario ed economico, 9 gennaio 1909 e Il disastro. Il credito per le ricostruzioni edilizie, 23 gennaio 1909; Industrie italiane e capitale italiano, 31 luglio 1909; La questione ferroviaria, 22 ottobre 1910 e Eugenio Squassi, Il problema ferroviario, 21 gennaio 1911; Il rinascimento dell’Italia settentrionale, 19 novembre 1910.

Poco dopo la sua nascita, il periodico polemizza con la «Gazzetta dei prestiti» (cfr. numero 1082) circa un investimento che questa aveva suggerito (Un giornale a prezzi cari, cit.): la polemica tra i due fogli concorrenti sfocia in una denuncia per diffamazione contro la «Gazzetta» (Processi per diffamazione, 29 agosto 1878). Un altro motivo di polemica con la pubblicistica contemporanea è dato alcuni anni dopo dall’“esagerazione di certe promesse” e dall’“assurdità di certi metodi dati come sicuri ed infallibili per diventare in poco tempo milionari” del periodico «La Borsa libera»: si vedano gli articoli Ahi! Borsa... liberissima, 27 settembre 1890 e Le gesta della famigerata “Borsa libera”, 11 ottobre 1890. Ancora, il 25 giugno e il 10 luglio 1913 si mettono in guardia i lettori da quei periodici che annunciano la verifica gratuita e continuata delle estrazioni, pur non garantendone, a suo dire, la veridicità.

Alla fine del 1911 Emilio Ferro della società R. Ferro & C., (commissioni in banca e borsa, con sede presso gli uffici del giornale) informa che “dopo un lungo periodo di sospensione, causato da dolorosi avvenimenti […] con sentenza in data 13 giugno 1911 questo regio Tribunale ha ammesso che io non ho la minima ingerenza negli affari che furono causa del fallimento della «Finanza» e mi ha ridato il diritto di proprietà del giornale stesso che io non ho mai ceduto, né donato, ma soltanto concesso a titolo di conduzione o di uso”. E aggiunge: “Non esiste, in Italia, giornale o bollettino che possa vantarsi ? come «La Finanza» ? di possedere i registri di tutte le estrazioni di prestiti nazionali ed esteri così completi e così minuziosamente redatti come i miei” (Ai miei buoni amici e clienti, 4 dicembre 1911). Il fallimento aveva coinvolto in effetti il solo Riccardo Ferro, rinviato a giudizio per bancarotta e appropriazione indebita (25 novembre 1913), ma l’omonimia con il direttore della «Finanza» aveva creato non pochi equivoci fra i lettori e fra i cronisti delle altre testate che avevano riferito della vicenda.

L’ultima serie di pubblicazioni successive al fallimento ha un formato dimezzato e quindi contenuti assai più ridotti: le tabelle dei prestiti rimpiazzano quasi del tutto gli articoli, i cui argomenti prevalenti divengono la Borsa e i riflessi economici dello scoppio della prima guerra mondiale.

A. Ac.

Raccolte: MI120: 1877-1914.