352. Foglio commerciale e d'industria

Dal 4 gennaio 1843 (a. IV, n. 1) §Foglio commerciale§.

Sottotitolo Nessuno, poi Col prezzo corrente generale della piazza di Milano poi Ossia giornale di commercio, industria e varietà, mode e teatri col prezzo corrente generale della piazza di Milano poi Notizie di commercio, navigzione, industria ecc. col prezzo corrente generale della piazza di Milano.
Luogo Milano.
Durata 4 gennaio 1840 (a. I, n. 1) - 30 dicembre 1846 (a. VII, n. 103*). Nasce dalla fusione del «Foglio commerciale di Milano» (vedi scheda n...) con il «Termometro mercantile e d'industria» (vedi scheda n...).
Periodicità Bisettimanale.
Direttore G.B. Margaroli (estensore) poi nessuno, poi J. Bozza (estensore) poi Luigi Nervetti (direttore e proprietario) poi nessuno.
Editore Nessuno, poi Luigi Nervetti (proprietario) poi Luigi Nervetti (proprietario) poi Pirotta e C. poi Luigi Nervetti (proprietario) poi Luigi Nervetti (direttore e proprietario) poi L. Zanicotti Nervetti editrice poi Luigi Nervetti (direttore e proprietario).
Stampatore Milano, Tip. Nervetti poi Tipografia di commercio poi Luigi Nervetti poi Tip. di commercio poi Tipografia Pirotta e C. poi Tip. di Commercio.
Pagine 8 poi 4.
Formato 25x19 cm poi 38x26 cm.
Note All'inizio e alla metà di ogni mese allega il "Prezzo corrente generale", di 2 o 4 pagine, e spesso anche un supplemento con le stesse materie del giornale; dal 1841 al 1844 esce su carta azzurrina, come richiesto da alcuni associati.

Rispetto ai suoi predecessori, il foglio "offre non solo le opportune notizie cambiarie, mercantili e marittime, ma ben anche tutte quelle che risguardano i progressi dell'industria, e gli avvenimenti che hanno relazione col commercio" (dalla testata). In effetti lo schema dei contenuti ricalca quello del «Foglio commerciale di Milano» con le collaudate rubriche di notizie interne, estere, marittime e di borse estere alle quale se ne aggiunge una, "Industria", che comprende brevi articoli, tutti anonimi sui progressi introdotti dalla tecnologia nella lavorazione manifatturiera. Qua e là affiora una prospettiva economica nazionale del tutto assente nel precedente «Foglio».

"Certamente - si legge nel primo numero - l'Italia potrà coll'andar del tempo anche fiorire di vantaggio se tutti gli stati si uniranno fra loro ad agevolare l'interna circolazione de' suoi prodotti; ma lasciando al tempo e alla saggezza de' suoi reggitori l'operar coll'opportuna cautela un tanto benefizio; essa non lascia però di vantare ancora una prosperità ognor crescente: dovuta non solo alla migliorata organizzazione sociale, che favorisce la ripartizione delle ricchezze; ma ben anche (ciò che ne è la conseguenza) alla sua più diligentata agricoltura; al suo commercio meglio agevolato, ed alla aumentata sua industria" (Discorso preliminare, 4 gennaio 1840). Nello stesso articolo l'autore, che è sicuramente l'estensore G.B. Margaroli, afferma che una nazione può ritenersi florida "quando ha una popolazione agiata, che gode di una ragionevole libertà civile, e del benefizio di partecipare al vantaggio delle estranee produzioni ed industrie, traendo essa stessa il maggior profitto dalle produzioni proprie e dai proprj talenti". Ancora, l'anno successivo, si sostiene che l'Italia "sembra […] ogni dì più invogliarsi di tener dietro al progresso. Già con vincoli si strinsero i loro governi per sostenere la proprietà letteraria ed artistica: ciò dà fiducia di vederli stretti anche da vincoli commerciali, che potranno dare al commercio italiano tutto quel maggior sviluppo di cui è suscettibile" (Introduzione, 2 gennaio 1841).

Intanto il nuovo «Foglio» introduce una dopo l'altra una "Rivista ebdomadaria del mercato di Milano" (nelle "Notizie interne"), gli "Arrivi di mare", "Notizie che hanno rapporto col commercio" e rubriche di moda (per i riflessi di questa sull'industria tessile), teatri. "Varietà e industria" (con le innovazioni tecnologiche, le descrizioni geografiche dei paesi, statistiche e scritti di diritto mercantile).

Il periodico può contare su un pubblico di lettori numeroso e assiduo tanto che gli editori fanno a gara per impossessarsene, come dimostrano i ripetuti cambi di proprietà. Dal 1845 l'amministrazione e la redazione passano rispettivamente a Pirotta & C. e a J. Bozza, e il giornale esce in un'edizione ampiamente rinnovata. La maggiore novità consiste in un'appendice nella quale non si vuole dare spazio "ad astruse teorie, né a filosofiche ipotesi in fatto di speculazione", ma trattare "le questioni del giorno, la critica imparziale delle opere principali che concernono il commercio, quella dell'esposizione dell'industria: vi troveranno pur luogo molti articoli originali, di legislazione, di statistica, non che notizie di strade ferrate, innovazioni daziarie, ecc.". (Benevoli lettori, 1° gennaio 1845). Molti di questi articoli sono opera di "chiari tecnici", fra i quali Giulio Cesare Fornara e Alberto Rodolfi.

A. Ac.

Raccolte: MI120: 1840-1846.