399. Giornale dell'ingegnere architetto ed agronomo

Dal luglio 1854 (vol. II, n. 1) §Giornale dell'ingegnere-architetto ed agronomo§. Dal gennaio 1868 (vol. XVI, s.n.) §Giornale dell'ingegnere-architetto civile e meccanico§.

Luogo Milano.
Durata Luglio 1853 (a. I, vol. I, n. 1) - 1868 (a. XVI, s.n.).
Periodicità Quindicinale poi mensile.
Direttore Nessuno, poi Raffaele Pareto poi nessuno
Gerente Bartolomeo Saldini
Editore Bartolomeo Saldini editore responsabile poi B. Saldini proprietario, gerente responsabile.
Stampatore Milano,Tip. D. Salvi e C., poi Tip. degli ingegneri.
Pagine Da 16 a 72.
Formato [microfilm]
Note Contiene prospetti, tabelle con dati tecnici e tavole con progetti e ritratti.

Pubblicazione specialistica a fascicoli rilegati (la numerazione è rinvenibile solo a piè della prima pagina di ogni fascicolo) qua e là venata da orgogliose affermazioni di spirito risorgimentale.

Nella premessa al n. 1 del luglio 1853 (intitolata nell’indice annuale Discorso di apertura del giornale) si legge: “Egli è strano che nella patria di Buonarroti, di Leonardo, di Sammicheli, del Meda e di quei gentili ingegni del Bramante e del Palladio, fra tanto splendore di edifizj, tra le conche dei canali navigabili del Milanese, in mezzo ad un sistema di strade che non ha esempj altrove, non vi sia ancora un periodico che fra noi adempisca a quello che in Francia fanno in parte «Les Annales des Ponts et chaussées», e in Inghilterra e «The civil Engineer and Architect’s Journal». Fu dunque nostro divisamento di provvedere a questa mancanza pubblicando finalmente ad uso di tutti gli italiani il «Giornale dell’ingegnere-architetto» […] Tutto ciò adunque che spetta alla scienza dell’ingegnere-architetto, misurata in codesto ambito, noi ci siam proposti di trattare nel presente giornale”.

Nella stessa presentazione sono ben riassunti i contenuti: dalla matematica alla geometria, alla statica e alla fisica, alle questioni di diritto (“La massima parte delle leggi e delle consuetudini che riguardano la possidenza prediale, il corso delle acque ecc. devono essere famigliari così all’ingegnere come al giureconsulto”), economia, agricoltura, pubblica igiene e la “coltura dell’arte ornamentale”. “Daremo innanzi tutto un posto alle cose della patria nostra, mettendo in mostra tutto quello che vi si fa in quei rami dell’ingegneria e dell’industria, della scienza agricola e dell’idraulica, in cui essa conserva ancora un primato. Soprattutto terremo gran conto delle utili scoperte e innovazioni che vi si venissero tentando e operando […] daremo importanza […] anche a tutte le utili cose introdotte opportunamente fra noi da altri paesi; ci faremo inoltre a trattare questioni non nuove […] per esempio alla storia della navigazione interna del Milanese, e al corso antico del Po e al suo sistema idraulico”.

Fra i progetti idraulici discussi, quello per il “prosciugamento di alcuni laghi della bassa Italia, quello del Pian di Spagna” e “la campagna di Roma”; quello per “il congiungimento del Mar Tirreno coll’Adriatico per mezzo di un Canale di navigazione”, come da Udine al mare e “nelle brughiere del territorio milanese”. Ancora: “ci occuperemo del corso delle acque nella Romagna, e degli acquedotti antichi e del sistema di essi”; riporta infine una storia dei canali navigabili dall’antichità al presente, che comprende anche le dighe “di cui le nostre conche non furono che originali applicazioni”.

Tratta inoltre di mezzi di trasporto e comunicazioni di terra; del sistema delle strade, soprattutto ferrate (con una Storia generate e particolare delle strade ferrate e una statistica sulle “più recenti novità”); dei metodi di locomozione e trasmissione (telegrafia elettrica); di materiali di costruzione, meccanica, strumenti di lavoro; di mostre ed esposizioni, italiane ed estere, industria ed agricoltura; dello “stato dell’architettura in Italia e in tulle le nazioni civili” (“daremo la preferenza per la parte moderna agli edifici di pubblico e privato vantaggio, a quelli che servono ai commerci, alle fabbricazioni, alla pubblica carità, alla salute pubblica”); di archeologia e restauro.

Con malcelato orgoglio nazionalista, afferma di voler far conoscere “alla patria comune il nome di non pochi uomini utili e modesti che vivono in mezzo a noi, ma che dalla pubblica e privata noncuranza, che è malattia al tutto nostrale, sono per lo più trascurati e dimenticati” e che “in una terra come l’Italia, l’istoria della quale si smarrisce nelle tenebre del tempo e che sulle sue costruzioni porta il multiforme impronto di una sequela di secoli, la conservazione dei monumenti diviene tanto più doverosa quanto maggiore è lo studio e il rispetto che la culta Europa deve alle nostre opere antiche in proporzione alle moderne”.

Per dare un’idea dei contenuti proposti, segnaliamo i seguenti articoli, distinti per materia e tutti tolti dal I volume.

Architettura: Giovanni Voghera, Progetto di un fabbricato per pubblico istituto di equitazione, luglio 1853; Ospedale centrale, progetto del Dott. fisico Voghera Achille di Cremona, novembre 1853; Luigi Tatti, Proposta per la costruzione di bagni e lavatoj pubblici per la classe operaja in Milano, dicembre 1853; G. Pavesi, Progetto di un mercato delle erbe e delle frutta, e di un macello pubblico pel quartiere di Porta Comasina in Milano, febbraio 1854.

Strade comuni, Strade ferrate: Strade di ferro per le contrade e strade ordinarie, settembre 1853; G. Manzi, senza titolo, ma nell’indice Progetto di un ponte in ferro sul Po dell’ing. Romeo Rò per la strada ferrata fra Mantova e Parma, maggio 1854; C.F. Devert, Influenza delle strade ferrate sulla ricchezza pubblica, maggio 1854.

Idraulica: (?) Baumgarten, Rapporto al ministro dei lavori pubblici intorno a parecchie opere di colmate, di disseccamento e d’irrigazione, eseguite in Italia, dicembre 1853; Carlo D’Arco, Studj intorno ad alcuni lavori idraulici ed alle arginature nel Mantovano, giugno 1854.

Meccanica: Resistenza dei materiali atti alle costruzioni. Lezioni di meccanica pratica di Arturo Morin, Parigi 1853, luglio, agosto e settembre 1853; Giuseppe Grassi, Invenzione di una nuova applicazione meccanica per superare le pendenze sulle strade ferrate, febbraio 1854; Invenzione dei signori Alcan e Limet (si tratta di un nuovo metodo di filatura serica), marzo 1854; P., Locomozione aerea, settembre 1853.

Fisica: Conversione del ferro in acciajo e fabbricazione di altri metalli col mezzo dell’elettricità, novembre 1853; l’ampio saggio sull’Illuminazione a gas (suddiviso nei capitoli cenni storici, materie prime, depurazione, gazometri, distribuzione, impiego de’ prodotti conseguiti dalla distillazione del gas, risultati sperimentati, e del gas portatile), marzo 1854.

Agronomia: Dei concimi, settembre 1853; Rimedio delle malattie delle uve, settembre 1853 e molti articoli sullo stesso argomento, come sulle malattie degli animali; Rivista della pubblica esposizione dei prodotti dell’industria e dell’agricoltura in Milano nel 1853, luglio, agosto e settembre 1853.

Legislazione: Regolamento per il collaudo delle opere dell’acqua, ponti e strade eseguite in via di appalto, oppure in via economica, dicembre 1853.

Completano gli indici le sezioni Bibliografia, Biografie, Necrologie e Tavole.

Numerosa è la schiera dei collaboratori, anche stranieri. Annovera una rubrica bibliografica, una di notizie e una di brevi biografie di coloro che “in ogni età e in ogni paese, attesero allo studio delle scienze trattate dal presente periodico”; riprende anche articoli degli omologhi inglese e francese, oltre che della stampa locale e specializzata italiana. Alla fine di ogni anno, pubblica un indice degli articoli ordinati per materia.

Nel gennaio 1860 subentra alla direzione l’ingegnere e docente Raffaele Pareto. Di nobili origini, egli è capo-divisione del Ministero dell’agricoltura, industria e commercio, nonché socio di varie accademie scientifiche, letterarie ed artistiche e in seguito sarà anche ispettore centrale dello Stato per le irrigazioni e le bonificazioni. Sul giornale firma numerosi saggi ed interventi nelle diverse rubriche (“Bibliografia”, “Varietà”, ecc.) e cura estratti e traduzioni di opere e riviste straniere. In un Nuovo programma del giornale dichiara di voler cercare corrispondenti nelle principali città italiane “che facciano conoscere il Giornale ed eccitino gl’ingegneri, gli architetti e gli agronomi... a pubblicare le relazioni dei lavori da loro concepiti e diretti” onde arricchirne i contenuti; né qui manca un accenno al loro “amor patrio”. Nella seconda parte del giornale si terrà conto, invece, “delle nuove scoperte scientifiche od industriali che interessar possono le loro specialità” e “delle opere importanti che altrove si eseguiscono. Non più scritti originali, ma traduzioni e riassunti fedeli devono riempiere le sue p.”: è questa la parte ritenuta più lacunosa, per la quale si citano d’ora in avanti riviste francesi, inglesi e tedesche. Vengono potenziate anche la rassegna bibliografica e la parte “artistica” dell’architettura, con tavole architettoniche al posto dei progetti. Si arriverà così a formare “quasi un’annua enciclopedia italiana di scienze ed arti concernenti le costruzioni murali e meccaniche e l’agricoltura”. Pareto (ivi, Ai lettori il nuovo direttore) sottolinea l’intenzione di non fare un trattato bensì, appunto, un giornale in cui comunicare “i fatti nuovi, e le nuove discipline e scoperte, onde possa il lettore tenersi al corrente della sua scienza o della sua arte”. Lo sguardo è dunque rivolto assai più all’attività contemporanea che allo studio del passato, per ottenere “un quotidiano complemento agli studi fondamentali dello scienziato e dell’artista come pure del praticante”.

Subentrano molti nuovi collaboratori; citiamo fra questi Giuseppe Antonini, Camillo Boito, Gaetano Cantoni, Ferdinando De Grandis, Carlo Dell’Acqua, Vincenzo Fusina, Edoardo Mella, Cesare Osnago, Pietro Paleocapa, Giulio Sarti e Francesco Tettamanzi. Fra i giornali italiani citati, «Politecnico», «Perseveranza», «Economia rurale». Molte le descrizioni di progetti - talvolta corredati da tavole - di edifici, porti ed altre infrastrutture.

La direzione di Pareto cessa all’inizio del 1868. Nello stesso anno cessano le pubblicazioni, dopo che il governo ha fatto mancare le sovvenzioni al periodico (v. Ad un direttore-editore, febbraio e marzo 1868).

A. Ac.

Raccolte: MI120: 1853-1868.