401. Giornale di agricoltura, arti e commercio

Sottotitolo ossia Raccolta delle scoperte, invenzioni, miglioramenti ed osservazioni importanti relative all'agricoltura, alle arti ed alla economia universale poi ossia Raccolta delle principali invenzioni scoperte miglioramenti e cognizioni appartenenti all'industria. Compilato da Claro Malacarne e Antonio Cattaneo.
Luogo Milano.
Durata Aprile 1821 (a. I, fasc. I) - settembre 1824 (serie II, a. I, fasc. III*). La pubblicazione viene interrotta dopo il fasc. VI, a. III, giugno 1823 per cessato contratto con lo stampatore. Il tomo relativo al secondo semestre del 1823 viene sostituito da un volume, intitolato semplicemente Supplemento a … [e titolo della I serie], che chiude gli articoli lasciati in sospeso nei numeri del I semestre; viene stampato nella tipografia di Felice Rusconi di Milano.
Periodicità Settimanale poi mensile.
Stampatore Milano, Angelo Stanislao Brambilla poi Felice Rusconi.
Pagine Da 32 a 96.
Formato 16x22 cm.
Note Contiene tavole.

Il programma (Manifesto per l’associazione al Giornale, 8 marzo 1821) viene pubblicato e distribuito prima dell’aprile 1821: si stabilisce innanzitutto che “l’industria è l’anima delle nazioni incivilite, la sola sorgente di durevole prosperità così innocente nei suoi mezzi, come sicura ne’ suoi effetti: la varia moltitudine e ricercata squisitezza de’ beni, solidità del possesso, universalità del godimento sono frutti dell’industria agricola che fissa la sede delle nazioni, fertilizzandone il suolo dell’industria manifatturiera che moltiplicando le forme e gli usi di tutte le ricchezze della natura, provvede ai bisogni ed estende gli agi della vita sociale, della industria commerciale che facilitando il cambio reciproco delle produzioni di tutti i climi, mette l’uomo in istato di partecipare contemporaneamente a quelle di qualunque parte del globo”.

Sul periodico devono trovare spazio “la fisica, l’agraria, la meccanica, la veterinaria, la chimica applicata, l’economia pubblica, l’economia rurale ed ogni speciale diramazione dell’industria agricola, manifatturiera e commerciale; le pubbliche esposizioni che si fanno annualmente presso questo I.R. Istituto, non che presso gli stabilimenti scientifici stranieri; le parziali osservazioni e sperienze degli studiosi e dei pratici”. Ciò allo scopo, genericamente inteso, di informare anche le persone meno colte e più distanti da Milano, ma soprattutto di stimolare i proprietari terrieri ad “accrescere, migliorare, conservare e più utilmente trafficare le produzioni del suolo, far prosperare le greggie, prevenire le mortalità dei bestiami, economizzare il tempo, le materie e le forze vive”, anche “della classe operante”; ampliare il raggio d’azione degli studiosi, indirizzare i mercanti, facilitare l’istruzione dei contadini attraverso l’opera del clero, agevolare i titolari di manifatture nel farsi pubblicità o nell’acquisire informazioni, con il proposito di “spargere in tutte le classi della società degli agi proporzionati col rinforzare l’efficacia produttiva, il consolidare la morale coll’affezionare le persone operose ai loro esercizi, il moltiplicare le tendenze a maggiori progressi dell’industria col diffondere gli stimoli di nobile emulazione”.

Con il secondo semestre del 1821 lo stampatore annuncia la l’acquisizione di una rete di collaboratori: Pozzi, direttore dell’I.R. Scuola di zoojatria, il fisico Claro Giuseppe Malacarne (poi compilatore del periodico), il chirurgo Domenico Meli, il giurista e agronomo Agostino Bassi; a loro, nel secondo semestre del 1823, si aggiungerà Antonio Cattaneo.

Questi personaggi partecipano alla cernita delle notizie selezionate, oltre che da periodici nazionali («Biblioteca italiana», «Antologia» di Firenze, «Gazzetta di Milano», «Memorie dell’I.R. Istituto lombardo-veneto»), anche da varie riviste inglesi, francesi e tedesche («Repertory of arts and manufactures», «Journal of arts and sciences», «Transactions of the Horticular Society of London», «Revue encyclopedique», «Polytechnisches Journal»; rispetto agli articoli originali, il peso delle traduzioni e delle notizie di seconda mano aumenta molto a partire dal 1823.

Inizialmente la rivista ha una suddivisione tematica, che comprende le seguenti materie: Arti meccaniche, Arti economiche, Medicina pratica, Agraria, Economia rurale, Economia pubblica, Economia domestica, Arti chimico-meccaniche, Illuminazione a gas; le due uniche rubriche sono “Prezzi correnti delle produzioni territoriali” (suddivisi in tabelle per paglia e fieno, cereali, lino e canapa, legumi) e la tabella atmosferica mensile, con l’indicazione quotidiana della temperatura (Scala di Reaumur), pressione, vento e sua direzione, precipitazioni mensili e medie mensili.

Con l’avvio della seconda serie, la suddivisione tematica viene abbandonata, si crea un’Appendice dove si concentrano le notizie brevi sulle leggi promulgate, i concorsi a premi per l’attività agricola e per la costruzione di nuove macchine, le fiere di tutta l’area lombarda, gli arrivi di merci via mare (con dati quantitativi) a Genova, Marsiglia e Livorno, i prezzi medi dei generi agrari in Lombardia e sulle piazze di Genova e Novara, il costo dei carriaggi da Genova; la rubrica sull’andamento atmosferico viene modificata e i riporti giornalieri vengono trasformati in frequenze di temperature, pressioni, venti, per tornare tuttavia al vecchio metodo a partire dal luglio 1824.

La rivista ha un certo successo: in un primo elenco - cui si annuncia ne seguirà un altro, mai apparso, per completare la lista - si nominano gli abbonati alla fine del primo semestre 1822. Si contano 20 stampatori e librai, 8 possidenti (fra cui Ciro Menotti), 10 ingegneri, 4 medici, i banchieri Balabio, Besana e comp., e fratelli Cairati, l’Ufficio del bilancio delle Finanze di Milano, la Società d’Agricoltura di Reggio Emilia e, fra vari nobili, Federico Confalonieri, Pietro Porro, Gabriele Verri e Pietro Moscati, presidente dell’I.R. Istituto.

I temi agricoli che più ricorrono hanno a che fare con innovazioni colturali: coltivazioni dell’ontano (al posto del pioppo), del riso (difesa dalle malattie e introduzione della varietà arida, a firma di Clemente Rosa), della canapa, delle canne, degli asparagi, delle noci, delle patate, o l’utilizzo economico di sottoprodotti o scarti come gramigna e ginestra o, ancora, la selezione di nuovi frutti, per esempio dall’incrocio di pesca e mandorla. Un altro tema importante è quello sulla vinificazione, trattato nel n. del luglio 1821 da Cosimo Ridolfi di Firenze e nella rassegna di lavori recentissimi di Carlo Verri, Agostino Bassi, Pietro Grisetti e Vincenzo Huber, pubblicata nel gennaio e febbraio 1824. Le concimazioni e l’aumento della produzione, in tempi di generale calo unitario - in armonia con la coeva trattazione ricardiana dei redditi decrescenti da fondi marginali - tornano spesso negli articoli del periodico, con la descrizione degli ottimi risultati ottenuti con il carbone, la serie di interventi di G. Gazzeri su concimi e letami (gennaio, febbraio e marzo 1822) o la puntuale analisi delle varie specie di trifoglio per la rotazione riportata nell’articolo De’ prati artificiali nel Modenese. Istruzione pratica del signor G.B. Spallanzani, divisa fra i numeri di agosto e settembre 1822. Un altro lungo articolo, Irrigazione e disseccamento, in parte sulla bonifica, viene pubblicato a luglio e ottobre 1822. D’altro canto, la caduta delle produzioni agricole richiama l’attenzione del pezzo Sui danni che ha prodotto la diminuzione delle selve nel Piemonte e sui mezzi per apportarvi un pronto rimedio. Memoria dell’idraulico sig. Castellani, non solo sulla questione dei terreni marginali, ma anche del degrado del territorio che la distruzione delle aree forestate comporta, attraverso la forza delle acque.

Molto spazio viene riservato a materiali surroganti materie prime costose (per esempio, fabbricazione della carta da paglia o tiglio dei lupini), o a tecniche imitatrici: caratteristica è l’invenzione di terrecotte, gessi, ecc. che sostituiscono il marmo. Moltissima attenzione è data a vari processi di fabbricazione ed applicazione di colori e tinture.

Nel campo industriale, notevole risulta la costruzione di nuovi strumenti, indispensabili alla lavorazione intermedia: per disegnatori, livelle a bolla, misuratori di pesi specifici di liquidi e solidi, geodetici. Il campo applicativo nazionale pure risulta interessante, e nel giugno 1822 viene riportato il provvedimento imperiale sulle “Patenti di privativa”, cioè sui brevetti registrati nel territorio dell’Impero austriaco, con l’elenco dei possessori e depositanti delle esclusive. Il fascicolo del novembre 1822 viene interamente dedicato ai partecipanti al concorso e all’esposizione curati dall’I.R. Istituto di scienze, lettere ed arti di Milano; fra i vincitori, diversi sono stranieri: Giovanni Ippolito Richard di Lione, primo ad introdurre e a costruire telai Jacquard in grado di stampare le stoffe; Stefano Dufours di Nevers, costruttore di una macchina a vapore (tipo Boulton e Watt) per la macinazione di tabacco; Andrea Vernay di St. Etienne, costruttore di Jacquard e di un nuovo tipo di telaio; Guglielmo Charansonney di Parigi, titolare di uno stabilimento per la tintura delle pelli. Non mancano alcuni lombardi, che confermano la natura tessile e agricola della nascente industria lombarda: Giuseppe Ronchetti di Menaggio, con la sua fabbrica di pettini d’acciaio per la tessitura di sete e cotoni; Pietro Baragiola di Como, costruttore di Jacquard e Richard per sete di qualità; Giovanni Catlinetti(????), costruttore di trebbiatoi, gremolatrici per lino e canapa, seminatoi.

Sempre maggiore spazio trovano le notizie di costruzioni siderurgico-meccaniche straniere: molti articoli vengono dedicati, con pregevoli tavole, ai ponti sospesi in filo di ferro, sia di Brown, Telford, Napier in Inghilterra, Scozia e Galles, sia di Seguin dl Annonay, oppure alla macchina a vapore di Perkins, all’inchiesta che Robert Stevenson conduce sull’esplosione di una caldaia delle distillerie Haig di Lochrin, alla carrozza spinta da un motore a vapore costruita a Pimlico da Griffith e Bramah che si pensa possa rivoluzionare i trasporti. Ma qualche interesse si riscontra anche per l’illuminazione a gas: nel fascicolo del gennaio 1823 viene pubblicato un lungo e accurato estratto di A Practical Treatise on Gas Light di Frederick Accum, mentre vari contributi si incentrano su lampade, illuminazione, riscaldamento e forni o cucine.

Per quanto riguarda i commerci, vengono pubblicati alcuni articoli sul commercio di lana greggia spagnola, francese e tedesca (maggio 1823 e Supplemento), nonché di sete e seterie verso l’Inghilterra (febbraio-marzo 1824).

Di una certa importanza, per le dimensioni e la distribuzione - assai diseguale - Dell’azione vicendevole dell’industria agricola ed artigiana, di J.J. Prechtl, direttore dell’I.R. Istituto Politecnico di Vienna. L’intervento, pubblicato nel gennaio, marzo, maggio, giugno 1823 e nel Supplemento), mette in luce che non ci si può affidare alle forze e alla ricchezza di uno Stato “puramente agricolo”, e che anzi gli stati più industrializzati sono quelli nei quali, a parità di superficie coltivata, il prodotto agricolo è maggiore, con il minor numero di addetti: ciò libera un gran numero di persone - senza danno delle entrate erariali, anzi - per attività manifatturiere, da preferire alle commerciali per evitare di sottostare a ragioni di scambio troppo onerose, per produzioni che potrebbero essere fatte all’interno dello Stato; le manifatture perciò devono essere stimolate, per evitare che troppe persone, in tempo di carestia, abbiano a soffrire dalle carenze di redditi esclusivamente agricoli. D’altra parte, il lusso - conclude l’autore nell’ultima parte - non deve essere limitato da leggi suntuarie, costituendo esso la punta massima di un movimento sociale generale nel cambiamento dei bisogni e della cultura, base per l’ampliamento delle produzioni industriali.

Il tomo relativo al secondo semestre 1824 termina improvvisamente con il mese di settembre, senza alcuna notizia o avviso al riguardo.

A.F. Sa.

Raccolte: MI120: 1823-1824.