410. Il Giorno

Dal 3 gennaio 1886 (a. V, n. 1) §L'elettricità§; dal 7 gennaio 1909 (a. XXIX, n. 1401) §Rivista tecnica d'elettricità§; dal 15 gennaio 1920 (a. XL, n. 1951) §Rivista tecnica d'elettricità e delle invenzioni§.

Sottotitolo Piccolo monitore degli industriali, professionisti, artisti poi Periodico scientifico-industriale poi Rivista dell'elettricità poi (Il Giorno) Rivista settimanale illustrata poi Rivista settimanale illustrata. Premiata alle esposizioni internazionali di Parigi e di Liverpool poi Rivista settimanale illustrata, Premiata all'Esposizione internazionale del lavoro di Parigi 1885, all'Esposizione di Liverpool 1886, e di Parma 1888 poi Rivista settimanale illustrata. Premiata a varie esposizioni nazionali ed estere poi Rivista settimanale illustrata. Premiata a varie esposizioni nazionali ed estere. Ufficiale per gli Atti della Società italiana di elettricità poi Rivista settimanale illustrata. Premiata a varie esposizioni nazionali ed estere poi Pubblicazione settimanale illustrata. Organo ufficiale dell'AEIE (Associazione esercenti imprese elettriche in Italia) poi Pubblicazione settimanale illustrata. Rivista per gli esercenti imprese elettriche in Italia poi Pubblicazione settimanale illustrata poi Settimanale illustrato poi Pubblicazione quindicinale illustrata.
Luogo Milano
Durata 21 dicembre 1881 (a. I, n. 1) - 31 dicembre 1921 (a. XLI, n. 1999-2000) Il primo numero è un numero di saggio, benché riporti l'indicazione a. I, n. 1. La pubblicazione vera e propria comincia con il numero del 1° maggio 1882, anch'esso contrassegnato dall'indicazione a. I, n. 1. Dal gennaio 1891 alla fine del 1893 la rivista diventa anche l'organo ufficiale per la pubblicazione degli "Atti della Società italiana di elettricità pel progresso degli studi e delle invenzioni", cui sono destinate quattro pagine ogni mese.
Periodicità Quindicinale poi settimanale poi quindicinale
Direttore Nessuno, poi Enrico Bignami (direttore responsabile poi direttore proprietario, poi direttore proprietario responsabile) poi F.E. Fumero (direttore responsabile)
Gerente Giovanni Tonalini poi nessuno, poi P. Caprotti poi, nessuno
Editore Nessuno, poi Enrico Bignami poi nessuno
Stampatore Milano, Tip. P.B. Bellini e C. poi Tip. Galli e Raimondi poi Tip. Annoni e Miller poi Lamperti di G. Rozza poi Prem. Stab. Tip. Colombo e Tarra poi Soc. Tip. Lombarda poi Tip. Elzeviriana di Giudetti e Mondini poi Lito-tip. G. Abbiati poi Industrie Grafiche Italiane Stucchi, Ceretti e C.
Pagine Da 6 a 102
Formato 28x18 cm poi 29x20
Note Numerose pagine sono dedicate ad inserzioni pubblicitarie. Dal 1884 l'illustrazione in copertina raffigura l'insieme degli apparecchi che l'elettricità ha offerto alla scienza e all'industria, fra i quali campeggia la pila di Volta. In seguito l'immagine cambia, sostituita da una figura femminile su una ruota alata che regge una fiaccola. Contiene numerose illustrazioni (disegni e fotografie).

Sorto con la finalità di tenere informato il pubblico su quelle scoperte e invenzioni che, come l’elettricità, possono con le loro applicazioni trasformare il mondo industriale ed economico, «Il Giorno», come viene detto nel numero di saggio del 21 dicembre 1881, si propone anche di “toccare argomenti che quasi tutto il paese interessano, come è quello dei servizi pubblici, o che possono interessare in particolare maniera gli industriali, i professionisti, gli artisti, quale quello delle esposizioni nazionali e internazionali […] sempre pronto a farsi eco dei reclami riflettenti i servizi pubblici e le ragioni del cittadino nei rapporti colle pubbliche amministrazioni” (Poche, ma sincere promesse, 21 dicembre 1881). In realtà, tranne alcuni articoli dedicati ai principali e più moderni mezzi di locomozione (nella rubrica “I progressi della viabilità”), la maggior parte delle pagine del periodico viene occupata dalle rubriche “Elettricità”, “Nuove applicazioni dell’elettricità”, “Cronaca dell’elettricità” e “Corrispondenze sull’elettricità”, poiché “ognuno vede quanto grande sia il bisogno di dedicare, anche in un organo di affari industriali, uno studio speciale ai progressi dell’elettricità, di seguire passo passo, imparziali, le innovazioni che vi si andranno in essi introducendo, le invenzioni nuove e le ognora crescenti applicazioni” (Elettricità, 1° maggio 1882).

Altre rubriche e in cui si articola la rivista sono: “Il Corriere delle mostre”, “Comunicazioni dal Ministero di agricoltura, industria e commercio” (nella quale compare anche l’elenco degli attestati di privativa concernenti l’elettricità rilasciati dallo stesso ministero), “Invenzioni e scoperte”, “Libri e giornali”, “Industria e commercio” e, infine, “Strade ferrate”, dove vengono raccolte le notizie, relative anche all’estero, sull’approvazione di progetti per la costruzione di nuovi tratti o linee ferroviarie (seguendo in particolare quelli sui passi ferroviari alpini) e sulla soppressione o la creazione di nuovi servizi per i viaggiatori.

Puntuale quindi l’attenzione dedicata alla gestione sia pubblica che privata dei mezzi di trasporto: fra gli articoli sull’argomento, si segnalano in particolare quelli inerenti l’ingerenza delle autorità centrali nell’assegnazione delle concessioni delle tramvie, mezzi di locomozione che, in quanto portatori di sviluppo alla viabilità di regioni circoscritte, avrebbero dovuto invece essere regolati unicamente dalle autorità locali (L’ingerenza governativa nelle tramvie, 21 dicembre 1881; Parallelismo tra le ferrovie e le tramvie, 15 maggio 1882; Sviluppo e concorrenza delle tramvie, 1° ottobre 1882).

Convinta che “se in Italia le applicazioni delle industrie elettriche hanno avuto pochissima diffusione, la ragione di una simile ritrosia consiste in ispecial modo nella pochissima conoscenza che il pubblico ha delle nuove, numerose, utilissime applicazioni industriali fatte in questi ultimi tempi” (Esposizione elettrica di Milano, 15 ottobre 1882), la rivista propaganda a lungo la necessità dell’organizzazione in Milano, “il centro più industriale d’Europa”, di un’Esposizione internazionale di elettricità (pubblica inoltre, dal settembre 1882, alcune corrispondenze dall’Esposizione di Monaco; dal settembre 1883 dall’Esposizione d’elettricità a Lodi; dall’ottobre 1883 dall’Esposizione internazionale di Vienna; dall’aprile 1884 al novembre dello stesso anno pubblica una numerosa serie di scritti dal titolo L’elettricità all’Esposizione di Torino del 1884.

Fra gli articoli che prendono in esame le applicazioni dell’elettricità alle varie industrie si segnalano: L’elettricità nell’industria agricola, 1° agosto 1882 e L’elettricità in metallurgia, 1° aprile 1883.

I principali collaboratori della rivista sono Angelo Casanova, Giulio Cerradini, Carlo Forlanini, Guido Grassi, Paolo Meardi, Alberto Preve, Giuseppe Ravaglia, Carlo Resio.

Nel 1883, ormai esclusivamente consacratasi alla divulgazione delle cause, degli effetti e delle applicazioni dell’elettricità, pubblica un nuovo e sintetico schema dei propri intenti programmatici: 1) il volgarizzamento dei principi scientifici sui quali si basano tutte le applicazioni dell’elettricità; 2) lo studio e l’esplicazione dei progressi della telefonia, telegrafo, luce elettrica, elettro?metallurgia ecc.; 3) la cronaca internazionale e la rivista della stampa su tutto ciò che concerne gli svolgimenti delle applicazioni industriali e domestiche dell’elettricità; 4) la descrizione e l’analisi sommaria dei lavori, delle pubblicazioni e brevetti d’invenzione relativi all’elettricità e alle sue applicazioni; 5) la pubblicazione di tutti i ragguagli e i documenti atti ad illuminare il pubblico sopra tutte le imprese private o pubbliche, industriali o finanziarie aventi per oggetto l’esercizio delle applicazioni dell’elettricità” (11 febbraio 1883). Identiche appaiono le linee programmatiche apparse sul numero del 3 gennaio 1886 (cfr. Ai nostri lettori), con il quale la rivista, ormai entrata nel suo 5° anno di vita, cambia titolo, diventando «L’Elettricità». In questo nuovo periodo di vita del giornale, ampio spazio viene dato alla rubrica “Rivista delle riviste”, nella quale vengono passati in rassegna, attraverso un sunto o una traduzione testuale, i più importanti articoli pubblicati sulle riviste estere dedicate all’elettricità. Altre rubriche sono: “Lezioni di elettricità”, “Consigli pratici”, “Tribuna dell’elettricità” (lettere pervenute alla redazione), “Cronaca dell’elettricità” (brevi notizie circa l’applicazione dell’elettricità nei più diversi campi), “Libri e giornali”.

Principali firme della rivista sono in questi anni Giorgio Finzi, Guido Grassi e Alessandro Volta, nipote del grande omonimo, a cui si aggiungono quelle di G. Agolini, G. Badia, U. Bagnoli, G. Banzatti, M. Baratta, D. A. Breccia, A. Capuano, A. Casanova, B. Cabella, G. Candini, G. Cerradini, G. Colombo, C. Denza, L. de Andreis, G. de Franceschi, G. de Marchis, E. Ferraris, R. Ferrini, C. Forlanini, L. Galli, A. Martinelli, A. Mauri, P. Meardi, A. Pacinotti, C. M. Perosini, E. Piazzolli, P. Pigorini, D. P. Pogliaghi, G. Poloni, A. Preve, G. Ravaglia, C. Resio, R. Rodolfi, G. Rubini, G. Sanguettola, P. Schivardi, D. Tommasi.

Dall’“Indice delle materie pubblicate durante l’anno” (edizione 1886) si desume con chiarezza la vasta mole di argomenti, principalmente di natura tecnico scientifica, trattati dalla rivista: studi teorici e ricerche sperimentali sull’elettricità e il magnetismo, l’elettricità in sussidio alle arti e alle professioni, consigli pratici, principi generali, luce elettrica (tema sul quale si segnalano i numerosi articoli tesi a dimostrare i vantaggi diretti e indiretti dell’estensione dell’illuminazione elettrica nella città di Milano), fari, lampade, filamenti e carboni, macchine dinamo?elettriche, pile, accumulatori elettrici, distribuzione e trasformazione dell’energia elettrica, trazione elettrica, motori, trasporto di forza, telegrafia, telefonia, utensili ed apparecchi di elettricità, meteorologia elettrica, fulmini, parafulmini, elettroterapia, elettrochimica ed elettrolisi, galvanoplastica, apparecchi per segnalazioni elettriche, misure e strumenti per misure elettriche, laboratori ed istituti di elettrotecnica, accademie e società scientifiche, brevetti, tutti argomenti che, con poche varianti, tornano ad organizzare le pagine della rivista anche nelle annate successive.

Sempre nello stesso anno la direzione e la redazione delle rivista si costituiscono nucleo promotore di una società italiana di “elettricisti”, a cui si coordina il progetto di una Scuola elettrotecnica nazionale che si vada ad aggiungere alla Scuola d’elettricità diretta da Galileo Ferraris a Torino (sulla preparazione di questo progetto e sulla successiva realizzazione dell’Istituto elettrotecnico Carlo Erba in Milano e sulla fondazione della Società italiana pel progresso degli studi e delle applicazioni dell’elettricità, si vedano gli articoli Una Società italiana di elettricisti, 17 ottobre 1886; L’Istituto elettrotecnico C. Erba in Milano, 5 dicembre 1886; Il programma della Società italiana di elettricisti, 26 dicembre 1886; Istituto elettrotecnico C. Erba, 9 gennaio 1887; Lo statuto della Società italiana pel progresso degli studi e delle applicazioni dell’elettricità, 9 gennaio 1887.

Definendo il proprio compito come quello di “sentinella che vigila, non essendo un giornale di teoria né di polemica, ma semplicemente una rassegna dei progressi dell’elettricità in tutti i paesi dei mondo, un giornale specialista che vuol porgere ai propri lettori i ragguagli più completi sebbene succinti tenendoli al corrente dell’ultima scoperta, dell’ultima novità, dell’ultimo perfezionamento attuato” (Agli abbonati del 1887, 2 gennaio 1887), nel 1887, alle rubriche citate si aggiungono “Accademie e società scientifiche” sulle “comunicazioni fatte dagli scienziati alle corporazioni scientifiche di cui fanno parte, intorno a qualche nuova invenzione o a nuove ricerche sperimentali” (Agli abbonati..., cit.); “Laboratori ed istituti d’elettrotecnica” con la descrizione delle principali scuole e laboratori e le notizie relative ai corsi annuali d’insegnamento e ai diplomi di elettricisti, telegrafisti ecc.; poi “Novità della scienza”, “Brevetti”, “La scienza elettrotecnica alla portata di tutti” e “Valori dell’elettricità” con le notizie finanziarie delle compagnie telegrafiche, telefoniche ed elettriche. Nel corso del 1888 appare anche saltuariamente la rubrica “Costruzione di apparecchi elettrici” a favore dei dilettanti “che potranno così costruire da lor medesimi con pochissima spesa gli apparecchi più interessanti e meno complicati” (Per l’anno nuovo, 16 dicembre 1888).

A partire dal 23 maggio 1889 e per le 14 settimane successive, alla rivista sono allegate dispense di 8 pagine dal titolo “L’elettricità all’Esposizione di Parigi 1889” nelle quali, come si legge sulla copertina di ogni numero, vengono passate in rassegna “le invenzioni più importanti e le ultime novità della elettrotecnica, rilevando i principi scientifici sui quali si fondano, esponendone il funzionamento, additandone i pregi economici e spiegandone gli usi industriali”.

Dal gennaio 1891 la rivista diventa l’organo ufficiale per la pubblicazione degli Atti della Società italiana di elettricità pel progresso degli studi e delle invenzioni, destinando alla pubblicazione degli atti 2 pagine mensili poi raddoppiate a 4, grazie alle quali la Società può contare sulla diffusione della propria azione sociale a tutti i lettori dei periodico (sull’accoglimento degli atti sociali da parte dell’«Elettricità» e sulla cessazione della pubblicazione del precedente organo della società, il «Bollettino dell’elettricista e dei rendiconti» cfr. L’attuale indirizzo sociale, in “Atti”, 4 gennaio 1891; sulla progressiva rarefazione della pubblicazione degli atti anche da parte dell’«Elettricità» a causa “dell’apatia sovrana che ha dominato la società... per colpa dell’ambiente in cui viviamo, ambiente artificioso per un indefinibile, intricato sistema di ufficialismo accademico da una parte e di egoismo industriale dall’altra”, che avrebbe comportato il progressivo allontanamento dei soci e la conseguente impossibilità di organizzare il consueto corso annuale di elettricità per operai, cfr. L’anno che finisce, in “Atti”, 6 dicembre 1892). Dal 1909 gli atti vengono raccolti in fascicoli supplementari e inviati gratuitamente, con la rivista, unicamente ai soci dell’Associazione e non agli abbonati ordinari.

Col passare degli anni la rivista accentua sempre più il suo carattere tecnico pratico (“il nostro foglio, eminentemente popolare non può permettersi il lusso di discussioni teoriche che, per quanto apprezzabili nell’essenza, non ci sembra rientrino nel suo carattere, e ci atterremo specialmente agli argomenti d’indole industriale e pratica”, Ai lettor, 3 gennaio 1897), caratteristica che si mantiene costante anche nel susseguirsi dei diversi comitati di redazione che negli anni dal 1894 al 1898 indirizzano la linea editoriale della rivista in modo da tenere il lettore al corrente di tutte le novità scientifiche e delle più interessanti invenzioni e applicazioni industriali (da un comitato di redazione composto da Alessandro Volta, Giacomo Farè e Giorgio Finzi si passa al caporedattore Antonio Casanova, seguito da Giulio Pardini a dal successivo comitato formato ancora da A. Volta, L. de Andreis, Domenico Mazzotto e Giacomo Motta).

Ampio rilievo hanno quindi le rubriche “Accademie e stampa scientifica”, “Macchine ed apparecchi”, “Esperienze ed applicazioni”, “Brevetti”, “Rivista delle riviste”, “Domande e risposte”. Altre materie trattate dalla rivista riguardano l’automobilismo ed i suoi progressi; le concessioni governative e comunali relative alla trazione, ai trasporti di forza e all’illuminazione; i regolamenti governativi e comunali riguardanti le applicazioni industriali dell’elettricità; le comunicazioni riflettenti la costituzione, lo scioglimento, le modificazioni delle società e ditte che si occupano di elettricità, gli avvisi di concorso per impianti o per forniture, e il loro esito; il bollettino dei valori delle imprese e le date di riscossione d’interessi o dividendi; i programmi degli istituti di elettrotecnica, italiani e stranieri; dati e notizie utili agli imprenditori italiani per l’esportazione all’estero dei loro prodotti; le cessioni di brevetti o le limitate e temporanee concessioni di privative industriali; le concessioni di forze idrauliche da utilizzarsi per gli impianti elettrici; gli annunci relativi alle esposizioni nazionali ed estere; i resoconti delle assemblee delle società di elettricità e, quando occorre, i rispettivi statuti e regolamenti; il sunto delle convenzioni internazionali riflettenti la protezione delle privative industriali, l’esercizio della telefonia tra stati, il trasporto dell’energia oltre confine; il listino settimanale dei metalli più usati nell’industria elettrica; i concorsi a posti vacanti negli istituti di elettrotecnica; le sentenze dei tribunali che possono interessare gli industriali che si occupano di applicazioni dell’elettricità.

Collaborano alla rivista, negli ultimi anni del secolo, Riccardo Arnò, Mosè Ascoli, Edoardo Narni, Domenico Civita, Giovanni Donadio, Luigi Donati, Ignazio Dell’Oro, Rinaldo Ferrini, Giovanni Gandini, Guido Grassi, Giorgio Levi, Luigi Lombardi, Riccardo Malagoli, Francesco Nazzari, Gino Rebora, Costantino Ravelli e Luigi Zunini.

Dal 1900 la prima pagina viene consacrata a una sorta di sunto degli argomenti trattati nelle altre parti del giornale, a cui viene assegnato il titolo di “Rassegna critica” curata dall’ing. Ernesto Fumero, che si presenta non solo come una guida alla lettura della rivista, ma anche come un commento agli scritti teorici, un supplemento ai dati pratici, di volta in volta “indice e tribuna, commentario e cronaca... anima che dà una vita propria ed organica al vero complesso degli articoli, delle recensioni, delle notizie, nesso che collega tutte le parti del giornale rendendolo più vivo e interessante” (1° gennaio 1900). Altra rubrica che ingloba la trattazione delle materie scientifiche riportate dalla rivista è la “Rassegna scientifica” curata dal prof. L. Mazzotto, a cui dal 1903 si aggiunge la “Rassegna legale” con la quale si completa la nuova organizzazione interna delle rubriche. Nel 1904, con la direzione di E. Fumero, si assiste a un nuovo cambiamento riguardante la ripartizione delle materie trattate: la rivista viene aumentata di 8 pagine, in seguito aumentate a 16 e contrassegnate da numeri romani, in cui viene concentrato il notiziario settimanale col titolo di “Cronaca settimanale” lasciando le antiche 16 pagine alle trattazioni tecniche e alle rubriche fisse di maggior importanza, nelle quali rientrano “Rassegna critica” (che si apre costantemente con un lungo articolo di Fumero), “Rassegna scientifica”, “Rassegna dei brevetti”, “Consulenza tecnica” e “Consulenza legale” (curata prima da C. Giussani e poi da Aldo Lazzati e trattante tutte le questioni che più interessano i “cultori dell’elettricità”, quali strade, infortuni, strade ferrate, espropriazioni per pubblica utilità, privative industriali, perizie, tassa sui fabbricati, servizi ed opere pubbliche, arbitri, condutture elettriche, marchi e segni distintivi di fabbrica).

Oltre all’importante questione della municipalizzazione dei servizi pubblici, molto dibattuta e contrastata dalla rivista (cfr. Le previsioni possibili sulla municipalizzazione della illuminazione elettrica a Milano, 20 dicembre 1903 e seguenti; I pericoli dei servizi pubblici municipalizzati, 1° gennaio 1903; Come procedono le municipalizzazioni in Italia, 8 febbraio 1907; L’autonomia dell’industria di Stato, 26 luglio 1907; Il pensiero del Partito socialista italiano sulle municipalizzazioni, 14 maggio 1914), puntuale trattamento riceve anche la questione dell’istruzione popolare, poiché “il confortante risveglio che si è andato negli ultimi anni accentuando nella classe operaia, sempre più desiderosa di accrescere le proprie cognizioni tecniche, ci ha pure convinto della necessità di occuparci in queste colonne della volgarizzazione della elettricità, trattando gli argomenti che maggiormente interessano la classe popolare in forma chiara e semplice”, Il presente e l’avvenire della nostra rivista, 1° gennaio 1904; cfr. sull’argomento L’educazione tecnica degli operai in Italia, 19 agosto 1904; L’insegnamento professionale in Italia, 13 luglio 1906; Per la razionale educazione tecnica degli operai, 18 ottobre 1908).

Dal gennaio 1909, sempre sotto la direzione di Fumero, l’«Elettricità» cambia titolo, diventando la «Rivista tecnica d’elettricità», cambiamento che però non comporta una diversificazione della linea editoriale rispetto al passato, sempre tesa a mettere al corrente il lettore dell’ampio ventaglio di studi e ricerche che in questi anni prosegue parallelamente alla progettazione e realizzazione di impianti sempre più potenti e posti a distanze sempre maggiori dai centri di utilizzazione. Durante gli anni della guerra, che pure vedono registrare un aumento cospicuo del consumo di energia elettrica soprattutto ad uso industriale, la rivista si trova costretta a contrarre di molto il numero delle pagine, pur continuando a perseguire con costanza i propri intenti programmatici, mettendo in evidenza, in numerosi articoli, la necessità di una politica economica a sostegno dell’industria elettromeccanica (cfr. a questo proposito Per sostenere l’industria elettromeccanica nazionale, 5 agosto 1915 e seguenti; La pressione fiscale sulle industrie italiane, 8 giugno 1916 e seguenti; Ettore Conti, Per una politica nazionale delle forze idroelettriche nazionali, 9 novembre 1916 e seguenti; P. Bonfanti, L’industria elettrica e lo Stato, 4 ottobre 1917; La politica commerciale del dopo-guerra, 31 gennaio 1918 e seguenti; L’industria nazionale dei materiali e dei macchinari elettrici, 15 novembre 1918) e pubblicando mensilmente le tabelle inerenti l’“Andamento dei mercato elettrico in Italia”.

A conflitto concluso la rivista si propone un progressivo rinnovamento programmatico che prevede la trattazione, in campo critico, “di tutte quelle questioni che, da vicino o da lontano, si riferiscono al rinnovamento industriale della nazione, pur continuando a dare la preferenza a quelle che dipendono dalla miglior utilizzazione del patrimonio elettrico della nazione; una speciale attenzione accorderemo alle questioni economiche e sociali, che certamente per lungo tempo verranno poste in prima linea dalle giuste rivendicazioni del proletariato e della piccola borghesia, che per la giusta guerra hanno tutto sacrificato... Nel campo informativo ci proponiamo di abbandonare la esposizione degli studi di carattere speculativo, delle memorie tecniche e simili, trovando questi elementi la loro sede naturale e degna in altri ottimi organi. In questo campo il nostro programma ci porterà invece a trattare nel modo che ci riuscirà più completo e generale delle novità tecniche che verranno segnalate nei paesi a industria più sviluppata, sia nel campo dell’elettrotecnica come in tutti i campi che per un verso o per l’altro possano riuscire interessanti a chi di elettrotecnica si occupa” (A nuova vita, interessi nuovi, 5 gennaio 1919).

In realtà il rinnovamento avviene solo a partire dal 1920, quando con il nuovo titolo di «Rivista tecnica d’elettricità e delle invenzioni» e con una periodicità quindicinale, la rivista sintetizza il nuovo programma nel motto “Tutta la tecnica per gli elettrotecnici, tutta l’elettrotecnica per i tecnici” venendo così a creare una rivista che pur avendo un programma vastissimo ed essendo idealmente consacrata alla elettrotecnica, non viene però in questo campo destinata ai suoi lettori naturali, cioè ai cultori delle discipline elettrotecniche, i quali “ci troveranno invece un sussidio e un complemento a quanto possono rinvenire in altri ottimi periodici di elettrotecnica pura e applicata... la nostra parte elettrotecnica interesserà invece altri lettori dedicati ad altri rami della tecnica, e anche quelli che di tecnica non si occupano ex professo, poiché sarà intesa a dir loro tutto quanto si possono aspettare dalle multiformi applicazioni della elettricità” (Vita Nova, 15 gennaio 1920). La rivista non viene più pertanto organizzata come in passato nella consueta suddivisione in rubriche fisse, ma in una lunga sequenza di articoli sui temi della elettrologia, magnetismo, elettrochimica, elettrotermica, illuminazione, trazione, telegrafia, telefonia, impianti, costruzioni elettromeccaniche, a cui si aggiunge la rubrica “Rivista delle invenzioni” contenente i sunti dei brevetti italiani esposti cronologicamente e, dal 1921, “Brevetti e procedimenti nuovi” da tutto il mondo. Alla fine di questa annata il periodico, anche a fronte dei numerosi tentativi di cambiamento che si erano risolti più in una enunciazione di intenti che in un effettivo rinnovamento, deve riconoscere di non rispondere più a una funzione utile e necessaria e saluta i propri lettori proponendosi di riprendere al più presto le pubblicazioni su nuove basi e con nuovi programmi (cfr. s.t., 31 dicembre 1921).

C. Ro.

Raccolte: MI120: 1881-1909. CO002