423. Guida pel bachicultore

Sottotitolo Seguito al «Manuale pratico di bachicoltura». Organo speciale dei coltivatori, produttori, negozianti e del commercio seme bachi poi Organo speciale dei coltivatori, produttori, negozianti e del commercio seme bachi poi Periodico di grande formato che tratta unicamente la bacologia e le sue attinenze pratiche e scientifiche. Organo speciale dei coltivatori, produttori e negozianti di seme bachi poi nessuno, poi Organo speciale dei coltivatori, produttori e negozianti di seme serico. Tratta unicamente la bacologia e le sue attinenze pratiche e scientifiche poi nessuno.
Luogo Milano poi Como-Milano.
Durata Aprile 1891 (a. I. n. 1) - 2a quindicina giugno 1911 (a. XXIV, n. 14-15).
Periodicità Mensile poi quindicinale poi mensile poi quindicinale.
Direttore G. Giorgetti (direttore e proprietario responsabile)
Gerente G. Giorgetti (proprietario e gerente responsabile)
Editore G. Giorgetti (direttore e proprietario responsabile) poi (proprietario e gerente responsabile).
Stampatore Milano, Tip. Golio poi Tip. L. Rusconi poi Tip. Wilmant di L. Rusconi poi Como, Tip. del giornale poi Tip. Cavalleri e Bazzi poi Tip. del Giornale poi Tip. Cavalleri e Bazzi poi Lit. Tip. A. Volta poi Lit. Tip. A. Volta di Caccia e Corti poi Tip. Cavalleri e Bazzi poi Lit. Tip. A. Volta poi Tip. Cavalleri e Bazzi poi Lit. Tip. A. Volta poi Tip. Cavalleri e Bazzi poi Tip. Cavalleri e Fossati.
Pagine Da 4 a 6.
Formato [microfilm, poi] 64x43 cm.
Note Contiene illustrazioni e rare fotografie.

La compilazione di uno speciale organo a stampa sulle questioni inerenti la bachicoltura viene messa in atto da Garibaldo Giorgetti, proprietario di una agenzia bacologica in Milano ed unico editore della «Guida» per tutta la durata della sua pubblicazione, non solo con finalità tecnico?scientifiche, in modo da accogliervi “tutte le comunicazioni inerenti all’allevamento del baco che i bachicultori vorranno comunicarci” (Il nostro programma, aprile 1891), ma soprattutto nell’intento di mettere “alla gogna i truffatori, chiunque essi siano, qualunque sia la parte che essi rappresentano nella nostra industria, […] volendo tutelare e difendere l’interesse di tutti quanti traggono lucro od esistenza dalla bachicoltura, siano essi confezionatori di seme, venditori, rappresentanti o allevatori” (ibidem). Nel secondo numero uscito nel mese di maggio, la rivista constata con orgoglio il completo esaurimento delle 50.000 copie della prima edizione, e tiene a precisare che non essendosi “fatto vivo a riconoscerne l’utilità nessuno degli stabilimenti bacologici interessati, noi sosterremo da soli le spese tutte inerenti le prossime pubblicazioni” (Bachicultori, maggio 1891).

Se gli articoli inerenti argomenti di tecnica bacologica sono i più numerosi, nell’intento di favorire l’aumento e il miglioramento della produzione sericola, consigliando in particolar modo gli operatori sulle tecniche da attuare per evitare le malattie dei bachi, non manca la trattazione dei resoconti congressuali di bacologia e sericoltura, delle deliberazioni delle diverse stazioni bacologiche, dei prezzi delle sementi praticati dai diversi centri italiani, e ampio risalto viene dato in particolare alla rubrica a carattere fisso “Relazioni bacologiche”, notiziario sull’andamento della campagna bacologica in Italia (con informazioni anche su quelle dei principali concorrenti esteri). Nei primi numeri, poi, per rispondere in modo adeguato agli intenti programmatici di tutela dell’industria bacologica dalla “malafede dei disonesti”, agita la pubblicazione di una “Rubrica d’informazioni”, aperta a raccogliere i nomi di persone che non avessero reso onore alle proprie firme e ai pagamenti in genere (cfr. La Rubrica d’informazioni è al completo, maggio 1891), ma in seguito, alla luce del “vespaio di proteste e contumelie sollevato dal mondo commerciante bacologo al nostro indirizzo” (La lingua batte..., 2 luglio 1891), e nel timore degli inevitabili strascichi legali, decide di soprassedere dal progetto, rimandandolo a tempi più “opportuni”. Corre comunque l’obbligo di rilevare l’azione della «Guida» nello smascheramento delle réclame messe in atto da numerose ditte in seme?bachi sulla base di medaglie e diplomi vinti in diverse esposizioni, molte delle quali “sono esclusivamente dovute all’iniziativa privata di un solo speculatore e quindi le ricompense conferitevi non hanno verun carattere ufficiale, e chiunque le può avere pagando la tangente richiesta” (Fama usurpata, 16 luglio 1895 e La nostra campagna contro i volgari mistificatori del commercio del seme serico, 1° gennaio 1896).

Con gli anni si aggiungono le rubriche “Gelsicoltura”, “Mercato serico” e “Notizie utili”, nella quale vengono passati in rassegna una serie di stabilimenti bacologici italiani e dalla quale “il lettore potrà formarsi un criterio dei semai che sottopongono alla selezione microscopica tutta la loro produzione. Tutto ciò senza ombra di réclame e al solo scopo di renderci utili ai nostri lettori” (6 settembre 1893). Dal 1892, alla luce della buona accoglienza riservata alla «Guida» dai lettori francesi, il giornale decide di dedicare una intera pagina (che solo inizialmente è la prima) ad una “édition française” compilata con articoli originali da una redazione francese e che contiene anche i principali articoli dell’edizione italiana tradotti. Dal numero del 10 giugno 1894 e solo per un brevissimo periodo, dopo il quale si assiste alla sua definitiva scomparsa, l’edizione francese diventa un vero e proprio supplemento della «Guida», e prende il titolo di «Guide des sericulteurs» (sottotitolo: "Notre journal est le seul qui s’occupe des affaires sericicoles d’Italie et de France").

Fra gli articoli che nel corso degli anni si susseguono facendo il punto sulla bachicoltura nei suoi aspetti politici, economici e commerciali, si segnalano: L’avvenire dell’industria bacologica in Italia, 20 luglio 1891 e seguenti; Il protezionismo francese e l’industria della trattura in Italia, 24 gennaio 1892; In difesa dei bachicultori, 15 maggio 1904 (“La «Guida» è fatta per difendere l’interesse dei semai e dei bachicultori, e giacché vediamo il «Sole» e il «Commercio» e la stessa «Provincia di Como» inneggiare tutti alla conservazione dei filandieri che, coraggiosi, pagarono troppo cari i bozzoli della decorsa campagna e perirono del proprio coraggio, vediamo un po’, di fronte al presente stato di cose, cosa resta a fare ai bachicultori, che sono pure quelli che producono la materia prima per fabbricare quella seta che ormai è composta di cotone e di surrogati che ne fanno deprezzare il valore tanto all’interno che fuori d’Italia”).

Con l’ingresso nel nuovo secolo la rivista va infatti conducendo dalle sue pagine una strenua battaglia contro la “pessima fabbricazione delle stoffe di seta” che culmina nel dono alla regina Elena di un abito “unico dono accettato a Corte fra i 17.000 rifiutati […] tessuto unicamente in seta, tinto senza sopracarica, senza surrogati […] e che dichiarerà che le sete italiane si possono avere da fabbricatori coscienziosi, solide e durature” (La «Guida pel bachicultore» a Corte. L’abito della regina, ottobre 1904; sempre sulla diffusa produzione di seta artificiale che oltre a diminuire il consumo dei bozzoli concorre ad aumentare la disaffezione dei consumatori verso un prodotto altrimenti di grande validità, componendosi “di metallo, punto igienico e che non sprona certo il consumo a preferirla”, cfr. Ai signori sacerdoti italiani, gennaio 1911).

In un articolo del 20?27 dicembre 1907, Il nostro programma pro sericoltura. Quanto abbiamo fatto e quanto faremo, la rivista riassume la propria attività in favore della bachicoltura, ricordando anche il merito del “riavvicinamento fra semai e bachicultori mercé le nostre pagine di réclame, eliminando per quanto si può l’odioso tramite, composto di mediatori avidi di guadagno, poco coscienziosi e plebei e che purtroppo ancora in campagna s’hanno ad abbindolare gli ignoranti”, e dichiarando i propri propositi per il futuro, individuati nel portare “il prezzo dei bozzoli delle campagne avvenire a L. 5, 6 e L. 7 il chilo, e le sete a L. 60, 65 e 70 il chilo.

Per quanto riguarda invece la difesa del settore sul piano politico, si cita la pubblicazione della Relazione del direttore della «Guida» sig. G. Giorgetti a sua eccellenza L. Luzzatti “perché appoggi con tutta la sua autorità l’industria sericola italiana, che da 20 anni l’organo dei semai e dei bachicultori italiani studia e si sforza di rimodernizzare, per ottenere un prodotto bozzoli ricco in seta” (15 ottobre 1907), nonché i diversi articoli tesi a mettere in evidenza la necessità per l’industria serica di essere salvaguardata dalle eccessive richieste fiscali indirizzate dal governo verso una produzione che avrebbe dovuto invece essere protetta come “ricchezza nazionale” (cfr. A chi regge e ci govern, 23 luglio 1904; Il fisco crudele, 2° quind. aprile 1911 e, sullo stesso numero, Zoologia e fiscalismo).

Se nel gennaio 1911 proclama di operare nell’intento di “portare il prezzo dei bozzoli a 8?9?10 L. per ogni chilo, mercé la trasformazione dei bozzoli in sete” (Nostro programma, gennaio 1911), solo 6 mesi più tardi avverte i lettori della cessazione della pubblicazione: “Soppresso il nostro giornale per quella noncuranza che è propria di produttori che non hanno interesse nei loro commerci, l’industria di produzione di seme, bozzoli e seta perirà gradatamente, anche perché nell’Italia settentrionale, coi prezzi dei terreni, per le tasse esagerate e lo straordinario rincaro delle maestranze, si abbandonerà l’allevamento del baco al dominio di terre e paesi, punto industriali, ove regna l’ignoranza e l’analfabetismo, ove si studierà ancor meno e non si leggerà più” (Egregio signore, 1° quind. giugno 1911).

C. Ro.

Raccolte: MI120: 1891-1910. CO002