Nella dichiarazione programmatica Le nostre idee (n. 1), i redattori del periodico dicono: “Vogliamo vivere per compiere del bene, … per rendere migliore, in quel che c’è di umanamente possibile, la vita altrui... Equanimi... discuteremo con cortesia e ragionevolezza le questioni più importanti della vita sociale di quella grande falange di dimenticati, quali sono i lavoratori delle nostre ubertose, ma spesso mefitiche, campagne lombarde”.

Il giornale è portavoce di un gruppo di proprietari terrieri e di fittavoli liberali della zona attraversata dal canale della Martesana, solleciti di un miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori dei campi della regione. Nel numero del 29 giugno 1895, nell’articolo Avete sbagliato, respingendo l’accusa di essere “asservito alla mercé dei fittavoli”, risponde: “Non ribelli intransigenti finché saremo persuasi che una sana evoluzione apporti ai lavoratori tutti quel benessere al quale hanno diritto di aspirare […]. Formare la coscienza dei lavoratori non predicando l’odio, ma educandoli alla fede del dovere e alla conquista di tutto intiero il loro diritto, è la prima delle nostre aspirazioni: vederli migliorati moralmente, fisicamente e finanziariamente con una più equa retribuzione, e un trattamento più umano, è la migliore delle nostre speranze”.

In occasione delle elezioni politiche del 1895 il periodico sostiene la candidatura, nei collegi di Vimercate, Melegnano, Gorgonzola ed Affori, degli oppositori costituzionali Carmine, Facheris, Sola e Sormani. Tra gli articoli pubblicati nel periodico si ricordano: Farmacie e medici condotti, Necessità dell’educazione dei contadini, Le scuole rurali, La condizione dei contadini. Reca inoltre corrispondenze da Abbiategrasso, Affori, Busto Arsizio, Caravaggio, Cassano d’Adda, Castiglione d’Adda, Cernusco, Gallarate, Gorgonzola, Lodi, Magenta, Melegnano, Vaprio d’Adda, Vigevano.

PdM, I, pp. 210-211.

Raccolte: MI120: 1895. MI139

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