547. La Notizia

Sottotitolo Periodico d'arte, industria e commercio.
Luogo Milano.
Durata 31 marzo/1° aprile 1895 (a. I, n. 1) - 19 maggio 1895 (a. I, n. 8*).
Periodicità Settimanale.
Gerente Angelo Cesana.
Stampatore Milano, Stab. Tip. Angelo Cesana.
Pagine 4.
Formato 53x37 cm.
Note Pubblica disegni e vignette.

I contenuti del periodico sono sintetizzati nel breve articolo di presentazione pubblicato sul primo numero: "La «Notizia», aliena da ogni gara politica e da rivalità di partiti, terrà però informati i suoi lettori di tutti quegli avvenimenti politici d'una certa importanza, senza fare apprezzamenti di sorta […]. La «Notizia», invece, sarà prodiga di perfette descrizioni d'industrie commerciali ed agricole, dalla loro origine sino ad oggi, seguendo le fasi del loro sviluppo; e ad esse unirà pure i cenni biografici di quegli artisti, industriali, commercianti e agricoltori che desiderassero tale interessante pubblicità. La «Notizia » sarà pure ricca di cronaca cittadina e teatrale […] Patetici e morali romanzi formeranno l'appendice della «Notizia»" (La Notizia, 31 marzo-1° aprile 1895).

Interessante nel primo numero una lunga rassegna che esalta le "ricchezze" economiche di Milano e provincia: "Diverse sono le vie che condur possono alla ricchezza; ma le principali sono tre: l'agricoltura, l'industria, il commercio. Molte città d'Italia e loro provincie si distinguono per l'attività in questi tre rami; ma nessuna d'esse regge al paragone della nostra Milano, la vera Parigi d'Italia". Tra le fonti di ricchezza segnalate con maggiore evidenza troviamo la bachicoltura: "In complesso la provincia di Milano rende attualmente da 2 a 3 milioni e mezzo di chilogrammi di bozzoli, che rappresentano un valore dai 13 ai 15 milioni di lire" (Un po' di rassegna, 31 marzo-1° aprile 1895) .

Da segnalare un articolo che auspica l'aumento delle retribuzioni per gli "impiegati subalterni": "Questi poveri travet, che, carichi di famiglia, trascinano stentatamente la vita, col magrissimo stipendio, variante da 1500 a 1800 lire annue, costretti a conservare con sì derisorio stipendio, quel decoro che la classe, a cui appartengono, impone loro, avvizziscono a guisa di un fiore cui manchi il sole e la rugiada, pur conservandosi sempre onesti e intemerati cittadini" (Gli impiegati subalterni, 28 aprile 1895).

A. De C.

Raccolte: MI120: 1895.