565. Il Piccolo commercio

Dal 10 giugno 1900 (a. IV, n. 132) §La Gazzetta commerciale§.

Sottotitolo Nessuno, poi Organo di tutela, di coordinazione e di rappresentanza di tutte le classi commerciali; poi «Piccolo commercio». Organo delle classi commercianti al dettaglio; poi Già «Piccolo commercio». Organo delle classi commercianti al dettaglio nelle sottoelencate categorie.
Luogo Milano.
Durata 29 novembre 1897 (a. I, n. 1) - 2 novembre 1901 (a. V, n. 234*). La pubblicazione della testata continua probabilmente anche nel 1899; nel 1900 «La Gazzetta commerciale» riprende la numerazione del «Piccolo commercio». Nella seconda metà del 1900 si fonde con altri giornali non identificati.
Periodicità Settimanale, poi bisettimanale, poi settimanale
Direttore G. Cristilli, poi Giovanni Tadini.
Gerente Luigi Giuseppe Capella, poi nessuno.
Editore Nessuno, poi Giovanni Tadini
Stampatore Milano, Ditta Emilio Civelli, poi Milano, Tipografia dell'Esercente.
Pagine 4
Formato 53x37 cm., poi 59x41 cm.
Note Pubblica come supplemento "Il piccolo commercio. Supplemento straordinario dei mercati. Speciale per quello del burro", bisettimanale, di 4 pagine (formato 39x26 cm). Reperito soltanto il n. 1 anno II [sic] del 6 dicembre 1898 e n. 2 anno II, del 9 dicembre 1898.

Il giornale si presenta sulla scena milanese con il proposito di "studiare, discutere e diffondere gli interessi di quella grande categoria intermedia dei commercianti al dettaglio e di minori industriali, rimasti finora senza voce e senza difesa, e che pure hanno tanta parte nella vita economica di Milano" (Quello che ci proponiamo, 29 novembre 1897). Oggetto della pubblicazione sono quindi "tutte le questioni economiche, in quanto abbiano attinenza alle classi esercenti e industriali, all'infuori di qualsiasi ragione di partito politico, […] e con la più scrupolosa imparzialità" (ibidem). Una formula di maniera che in realtà cela l'intento di costituire un concorrente all'«Esercente», che lo impegnerà anche in una causa giudiziaria (cfr. Persecuzione, 22 novembre 1898), ponendosi come punto di riferimento alternativo per i piccoli commercianti aderenti alla Federazione generale degli esercenti. Sembrerebbero infatti essere questi gli intendimenti di Bernardo Marmont, vera anima del giornale, che dopo aver diretto per cinque anni la Federazione degli Esercenti, rappresentandone gli interessi in Consiglio comunale dai banchi liberali, cerca di orientare a sinistra, in area radicale, i dettaglianti e i piccoli industriali milanesi. Il giornale si segnala quindi per i toni polemici nei rigurdi della Federazione degli esercenti, facendosi portavoce di un'associazione alternativa (cfr. Associazione generale del commercio milanese, 26 aprile 1898).

La formula editoriale del giornale è costituita da un'ampia "parte commerciale", con i prezzi all'ingrosso dei generi alimentari, di cotone, petrolio e coloniali sulle principali piazze italiane, l'elenco alfabetico dei protesti cambiari e il bollettino della Borsa. L'ultima pagina è generalmente dedicata alla sola pubblicità. Il 6 dicembre 1898 inizia la pubblicazione di un supplemento bisettimale, che esce il martedi e il venerdi, giorni della proclamazione ufficiale del prezzo del burro sul mercato di Milano, raccogliendo in pratica la quasi totalità della "parte commerciale" della testata principale, la quale concede così maggior spazio alle notizie delle associazioni milanesi.

La morte di Marmont (Bernardo Marmont [commemorazione], 11 ottobre 1898) consente la riunificazione dell'associazione scissionista nella nuova Federazione generale degli esercenti e commercianti (A proposito di conciliazione, 25 ottobre 1898; Una nuova associazione, 2 novembre 1898), ma pone in crisi di identità il giornale. La pubblicazione continua probabilmente anche nel 1899, quando la proprietà editoriale viene acquistata dal proprietario dell'«Esercente», Giovanni Tadini, che nel 1900 rilancia la testata come «La Gazzetta commerciale. Il Piccolo commercio» (cfr. Giovanni Tadini, Le gravi insidie contro l'«Esercente» per opera di alcuni membri della Federazione, in «L'Esercente», 18 novembre 1902), la quale tra l'altro riprenderà la numerazione del «Piccolo commercio».

Nel primo Novecento il periodico è ricchissimo di articoli di finanza, commercio internazionale, politica economica, diritto e istruzione commerciale. Inoltre contiene analisi della situazione nei diversi settori produttivi, con attenzione rivolta soprattutto, ma non solo, alla Lombardia (v. le corrispondenze particolari e, fra gli altri, gli articoli Dell’industria serica, 10 giugno 1900; L’industria del ferro in Lombardia, 29 luglio 1900; L’industria del cotone nel 1900, 2 marzo 1901 e La produzione e il consumo dei metalli nel 1900, 10 agosto 1901); telegrammi di agenzia con i prezzi delle materie prime sulle piazze estere; articoli sulla campagna bacologica, di geografia (Nell’impero celeste, 24 giugno 1900) e di attualità estera (La questione cinese, 15, 22 e 29 luglio; 12, 19 e 26 agosto; 2-30 settembre 1900); gli atti dell’Associazione fra esercenti, commercianti ed industriali.

Gli articoli sono quasi sempre originali e firmati con pseudonimi. Fra i collaboratori vi è Cesare Bandini, curatore della rassegna periodica e bibliograflca “A Milano e altrove” e autore di alcune appendici letterarie; queste recano in alternativa testi ricavati dalla «Domenica del Corriere» o articoli finanziari.

Quanto alla linea politica, il glornale rappresenta gli interessi dei commercianti al dettaglio di tutti i generi non alimentari: “Combatte i privilegi e gli abusi delle cooperative che vendono al pubblico. Propugna il miglioramento delle attuali leggi fiscali a sollievo del minuto commercio” (dalla testata del 1900). In seguito “riferisce le notizie sui fallimenti, dissesti e movimenti commerciali. Pubblica tutti i protesti cambiari della Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia, Liguria e Toscana” (dalla nuova testata introdotta nel 1901). È contro ogni politica antiliberista: v. “Chicot”, Per la libertà di commercio, 8 luglio 1900, in risposta ad un articolo-programma dl Eugenio Chiesa pubblicato sul «Crepuscolo». Ospita infine un intervento di Camillo Mancini su La colonizzazione interna è un’utopia?, 15 dicembre 1900.

La tiratura si attesta nel 1900 sulle 5.000 copie (v. anche La Direzione, Il successo della Gazzetta commerciale, 12 gennaio 1901). Tracciando un bilancio del periodico, il direttore, Giovanni Tadini, scrive che dopo aver cambiato titolo “rilevammo altri giornali fondendoli con questo” (Ai lettori, 4 novembre 1900); annuncia poi il raddoppio della frequenza e ripubblica il programma: “Il principio cooperativo, piovuto fra noi con tutte le seduzioni dei frutti esotici, favorendo la piccola economia, la distribuzione degli utili, la compartecipazione al Governo delle aziende economiche, abolendo il commerciante intermediario - è riuscita ad ottenere tanto favore e tale sviluppo, da minacciare gravissimamente gli esercenti”. Per questo motivo i commercianti chiedono “una maggior giustizia distributiva, maggior temperanza nell’interpretazione delle leggi, infine un’equità assoluta di trattamento verso le diverse classi”. Ma indispensabile per conseguire questi risultati appare pure l’“unione armonica e illuminata di tutte le forze commerciali”.

Nel 1901 si diradano le appendici e gli articoli vengono via via sostituiti da rubriche e tabelle.

M. So.

Raccolte: MI120: 1897-1898, 1900 (lac.)-1901.