614. La Riforma finanziaria

Dal 17 dicembre 1890 (a. II, n. 116) §Il Mattino. La riforma finanziaria§. Dal 17 dicembre 1892 (a. IV, n. 1) §La riforma firnanziaria§.

Sottotitolo Periodico settimanale commerciale, industriale, finanziario, marittimo e di assicurazioni poi Giornale bisettimanale commerciale, industriale, finanziario, marittimo e di assicurazioni. Pubblica tutte le estrazioni nazionali ed estere poi Giornale quotidiano, poi Giornale quotidiano politico, finanziario, commerciale poi Giornale bisettimanale finanziario, industriale, commerciale, marittimo e di assicurazioni poi Rivista finanziaria quotidiana.
Luogo Milano.
Durata 25 giugno 1889 (a. I, n. 1) - 13 maggio 1893 (a. V, n. 48). Il periodico sospese le pubblicazioni dopo il numero del 24/25 ottobre 1891 (a. III, n. 281) per riprenderle il 27 novembre 1892 (a. IV, n. 1).
Periodicità Settimanale poi bisettimanale poi quotidiano poi bisettimanale poi quotidiano.
Direttore G. I. Parodi.
Gerente Luigi Brigatti poi Tranquillo Colombo poi Giuseppe Moreri.
Stampatore Milano, Stabilimento tipo-litografico Angelo Martelli poi Tipografia A. Cesana poi Stabilimento tipografico «La Riforma finanziaria» poi Tipografia A. Rancati.
Pagine Da 4 a 10.
Formato 35x25 cm poi 60x40 cm poi 35x25 cm.
Note Le prime due e le ultime due pagine e poi, a partire dalla prima serie quotidiana, l'ultima pagina sono occupate dalla pubblicità.

La vicenda di questo periodico può essere divisa in tre fasi: la prima che va dal 25 giugno 1889 (data della fondazione) al 14 novembre 1990; la seconda dal 15 novembre 1890 al 24/25 ottobre 1891; la terza, dopo alcuni mesi di interruzione, dal 15 novembre 1892 al 13 maggio 1893.

La collocazione politica del periodico è all’ala destra dello schieramento conservatore, per cui da un appoggio, sia pur critico ai governi Crispi e Di Rudinì, esso passerà a un’opposizione dapprima larvata e in seguito aspra nei confronti del governo Giolitti.

L’articolo di presentazione, titolato Programma e firmato dal direttore G. Parodi (25 giugno 1889) elenca gli argomenti che si propone di affrontare, da "tutti i problemi di indole economica" di particolare interesse ai bilanci dello Stato, "caldeggiandone le razionali economie e le opportune riforme" e ai "bilanci dei comuni" e in particolare le parti "riflettenti i piani regolatori e di risanamento delle grandi città". Vuole inoltre dedicare "appositi articoli al riordinamento bancario, occupandosi con diligenza dei vari istituti di credito" dei quali esaminerà "le organizzazioni statutarie ed il complesso delle operazioni"; parimenti si occuperà dei "minori istituti bancari, delle Società anonime, delle accomandite, delle popolari-cooperative, delle industriali, fondiarie, agricole o marittime, ecc.", come delle società di assicurazioni nazionali ed estere dei vari rami, con una rubrica speciale. Si ripromette inoltre di seguire lo sviluppo delle industrie nazionali ed in particolare di quelle siderurgiche, "che tanta parte danno allo sviluppo economico d’Italia". Il periodico si prefigge anche di essere il vademecum di tutte le società e ditte industriali e commerciali "riportando le rubriche all’uopo fissate" e le principali decisioni dei ministeri e organi parastatali e di dare comunicazione delle aste e degli appalti più importanti. Altro argomento da trattare sarà quello delle società ferroviarie perché, tramontato il dibattito sulla "maggiore e minore convenienza dell’esercizio ferroviario affidato a privati", queste ultime compiano il loro dovere e secondino "il movimento e traffico commerciale". Il periodico conta infine di dare "una rivista dettagliata dei movimenti dei fondi pubblici, dei valori di ogni titolo insomma negoziato sui principali mercati d’Europa e d’oltre mare". "La «Riforma finanziaria» - conclude l’articolo - indipendente, libera da qualsiasi impegno morale e materiale con questo o con quel partito politico, potrà e saprà dire sempre la propria opinione e la verità su tutte le questioni, sia che riflettano questioni economiche, sia che tocchino persone o enti. Esaminerà, incoraggerà, sosterrà qualsiasi iniziativa governativa e privata che venga dal periodico giudicata utile al paese, come biasimerà con pari sincerità qualunque progetto, affare, società o speculazione la cui azione possa recare danno materiale o morale". Nella trattazione delle varie questioni il periodico userà "un linguaggio alla portata di tutti", mantenendosi in una linea di condotta equanime e cavalleresca", "evitando addebiti o accuse", prive di fondamento.

Questo programma sarà sostanzialmente messo in pratica. Tra i temi preferenziali affrontati in questo primo periodo dal periodico, segnaliamo: i bilanci bancari e la questione della loro trasparenza; il pareggio del bilancio dello Stato; una dura polemica antisindacale. Sul primo argomento vedi gli articoli Crisi bancaria a Torino (1° agosto 1889); Della crisi bancaria (15 agosto 1889); Banca unica di Stato (9 gennaio 1890) della cui costituzione il periodico farà una delle direttive di azione; Sullo scioglimento dei consigli dei banchi di Napoli e della Sicilia (16 febbraio 1890). Circa il bilancio dello Stato sono emblematici gli articoli Un’utile riforma (2 luglio 1889) che, riprendendo un articolo del «Corriere della Sera», propone la graduale abolizione delle pensioni statali divenute, secondo l’anonimo articolista, superflue dopo lo sviluppo delle società di assicurazione sulla vita e Le finanze dello Stato (2 marzo 1891), che propone una drastica riduzione del personale dello Stato suscettibile di alleggerire in proporzione diretta il fondo pensioni. Per quanto riguarda il terzo tema, si veda in particolare l’articolo La riduzione delle ore di lavoro (1° maggio 1890), dove si augura che "il buon senso delle masse" trionfi "sull’ignoranza degli agitatori ad ogni costo". Di questo primo periodo ricordiamo anche uno studio sul Riordinamento delle Camere di Commercio (15, 22 agosto, 5 e 17 ottobre 1890) che auspica la riduzione del loro numero, la loro partecipazione a tutti i consigli e comitati che si occupano dei problemi bancari, industriali e commerciali, l’aumento delle componenti di ogni singola Camera di commercio e delle prerogative di queste ultime ed il loro finanziamento da parte dello Stato.

Sempre durante questo primo periodo sono pubblicati due importanti documenti: la relazione dei ministri sul progetto di legge Il riordinamento degli istituti di emissione (17 dicembre 1889) e la relazione del ministro delle Poste e telegrafi incaricata di redigere le proposte di riordinamento dei servizi postali, commerciali e marittimi pubblicata sotto il titolo Le convenzioni marittime postali (20, 23, 27 marzo, 3, 10 e 30 aprile 1890).

Il periodico col gennaio 1890 si trasforma in bisettimanale. Ne dà notizia una nota indirizzata Ai lettori pubblicata sul numero del 5 dicembre 1889: "Da più parti ci viene espresso il desiderio che il nostro giornale abbia ad uscire dalla periodicità settimanale, che non risponde sufficientemente allo svolgimento più rapido dei temi e delle questioni che volta a volta si presentano nella vita economica del paese".

Col novembre 1891 inizia il secondo periodo della vita del periodico. Un breve annuncio comparso sul numero del 9 di questo mese comunica che a partire dal 15 dicembre (evidente errore di stampa per novembre) «La Riforma finanziaria» avrà una periodicità quotidiana. L’innovazione avviene a cavallo di una campagna elettorale politica che vede un attivo sostegno a favore dei candidati di destra. Il giornale aumenta il formato, pur diminuendo il numero delle pagine, e assume tutte le caratteristiche di un quotidiano, occupandosi oltre che dei problemi economici e finanziari, anche di politica, scienza e cronaca. Viene pubblicata anche un’appendice contenente i due romanzi a puntate Fango che sale di autore anonimo e Gli scrocconi di Gourdone de Genouillac.

Il 14 dicembre 1890 un articolo di apertura rende noto che la «La Riforma finanziaria» muterà la propria denominazione in «Il Mattino. La Riforma finanziaria».

Nei primi numeri dopo il cambio della periodicità compare in apertura un articolo panoramico, dal titolo La situazione (poi Note politiche), in seguito sostituito da articoli di argomento specifico o dai resoconti parlamentari.

Tra gli articoli segnaliamo: Il programma finanziario del Ministero Di Rudinì (16/17 febbraio 1891) cui si esprime consenso, con la riserva che esso metta davvero in atto "le economie reclamate universalmente per [raggiungere il pareggio] del bilancio dello Stato" e risolva definitivamente la questione della circolazione e della riorganizzazione del credito", considerata "condizione indispensabile pel riordinamento dell’economia del paese"; I maggio (2 aprile 1891); La questione operaia (20 aprile 1891); Gli scioperi di Como (16 maggio 1891), questi tre ultimi nettamente contrari ai lavoratori; Economie radicali (28 maggio 1891) che si pronuncia a favore dell’abolizione delle sovvenzioni marittime e ferroviarie; Il Ministero dei pieni poteri (8/9 settembre 1891), in cui si auspica la costituzione di un ministero Crispi-Di Rudinì "per approvare il programma che le circostanze richiedono".

Durante questo periodo segnaliamo tra i documenti: il progetto della Camera di commercio di Milano per il riordinamento bancario (19 aprile 1891); il discorso dell’onorevole Giovanni Ponti a favore della classe agricola (12 giugno 1891); il discorso del ministro dell’agricoltura Bruno Chimirri al Congresso degli agricoltori (15 luglio 1891).

Dal 21 luglio al 7 agosto 1891, sotto il titolo Lettere di un disoccupato, è pubblicata una serie di articoli corrosivi sugli avvenimenti e sulle persone, (firmati "ex") scritti da "un uomo politico e provetto scrittore che per i suoi passati e presenti rapporti con tutte le spiccate personalità della politica, della diplomazia e del mondo artistico si trova al corrente di molti particolari inediti che mano mano andrà svelando nelle sue corrispondenze". A partire dal 1° agosto 1891 viene altresì pubblicata una serie di corrispondenze dall’Eritrea di Napoleone Corazzini titolate Africa nostra, anticipate da un notevole "battage" pubblicitario ma di carattere quasi esclusivamente scandalistico.

L’ultimo numero di questa serie quotidiana esce il 24/25 ottobre 1891.

Dopo un lungo intervallo il periodico, iniziando la terza fase, riprende le pubblicazioni il 27 novembre 1892 quale bisettimanale sotto il vecchio titolo «La Riforma finanziaria», occupandosi soltanto di problemi economici e finanziari. Il formato si rimpicciolisce anche se aumenta il numero delle pagine. Una nota avverte che "tutti gli abbonati al cessato giornale quotidiano «Il Mattino» il cui abbonamento scadeva il 1°, 2°, 3° e 4° trimestre 1892 saranno considerati associati al giornale per un corrispondente periodo di tempo a partire dal 1° gennaio 1893".

Con il 1° aprile 1893 il periodico si trasforma nuovamente in quotidiano. Ne dà notizia una nuova nota Ai lettori e agli abbonati, pubblicata nello stesso numero: "«La Riforma finanziaria» da bisettimanale diventa quotidiano. Ci indussero a siffatta risoluzione il favore, sempre crescente , col quale il pubblico ha accolto la ricomparsa del nostro giornale e la persuasione che la situazione finanziaria ed economica del paese sia tale che l’opera di chi deve seguirla debba essere ininterrotta in ogni era, in ogni minuto".

È questo il periodo dello scandalo della Banca Romana, che avrà quale conseguenza la concessione dell’esclusività del diritto di emissione alla Banca d’Italia. Nel primo numero della nuova serie (27 novembre 1892) viene giudicato in modo notevolmente critico Il programma economico e finanziario del Ministero Giolitti. La situazione bancaria viene esaminata negli articoli La Banca Romana e il Commendator B. Talongo (7 dicembre 1892); La questione delle banche di emissione (22 dicembre 1892); La riorganizzazione bancaria (3 e 9 maggio 1893); La Banca d’Italia e le banche meridionali (10 maggio 1893); La Banca Toscana (12 maggio 1893). In essi viene criticato il progetto delle banche approvato dal Governo particolarmente per il fatto che esso prevede di accordare alle banche meridionali la facoltà di emissione per altri venti anni.

Il 23 maggio 1893 viene pubblicato il testo delle relazioni sulla ispezione alle banche di emissione.

L’articolo indirizzato Ai lettori e agli abbonati comparso sull’ultimo numero del 13 maggio 1893 a firma del direttore G.I. Parodi informa che «La Riforma finanziaria» cessa le pubblicazioni per fondersi col «Corriere Universale», la cui direzione egli assumerà con il 1° giugno. "La grande diffusione che acquistò quel giornale in breve tempo e la prossima sua trasformazione in bisettimanale mi hanno indotto ad accogliere favorevolmente la cortese proposta fattami dal gruppo che ne diventa proprietario. A suo tempo dirò che in quello stesso giornale quale sarà il suo programma e gli abbonati e lettori della «Riforma Finanziaria» potranno persuadersi che nulla perderanno nel cambio. Anzi essi guadagneranno con la lettura di un giornale che oltre la parte finanziaria tratterà argomenti letterari, artistici, ecc., unendo l’utile al dilettevole".

Gli articoli del periodico non sono firmati.

Le rubriche principali (omettiamo quelle che durante il primo periodo quotidiano riguardano argomenti non di pertinenza economica) sono: "Nostre informazioni", "Società assicuratrici e assicurati", "Rivista del mercato serico", "Notizie bancarie", "Ferri, metalli e carboni", poi "Metalli e carboni", "Lavori pubblici e ferrovie", "Estrazioni", "Cronaca finanziaria e bancaria", "Parte marittima", "Corrispondenze varie". Alcune rubriche sono dedicate alle varie borse (esempio: "Borsa di Torino", "Borsa di Bari", "Borsa di Londra", "Borsa di Berlino").

Talvolta sul periodico appaiono brevi necrologi (esempio: su Alfredo Baccarini, 5 dicembre 1890, e su Agostino Magliano, 26 febbraio 1891).

F. Pe.

Raccolte: MI120: 1889-1893.