669. Il Servitore di piazza

Sottotitolo Giornale avvisatore universale degli annunzii e delle pubblicazioni del progresso, commercio, agricoltura, arti e mestieri.
Luogo Milano.
Durata 6 maggio 1848 (a. I, n. 1) - 12 luglio 1848 (a. I, n. 20).
Periodicità Bisettimanale.
Stampatore Milano, Tip. di Giuseppe Redaelli.
Pagine 4.
Formato 44x30 cm.
Note Titolo e sottotitolo sono incorniciati in alto da una donna alata (rappresentazione della fama o della libertà) che suona una buccina inghirlandata, e in basso dalle iscrizioni "Italia libera" e "W Pio IX". La numerazione delle pagine dal primo numero all'ultimo è progressiva da 1 a 80.

Il giornale si presenta come un foglio di inserzioni e annunci a carattere economico e commerciale, tant'è che riprende, nel titolo, una "guida pratica", edita sempre a Milano nel 1789 per i tipi di Giuseppe Astolfi, "indicante con esatta precisione le rispettive abitazioni di persone che pel loro impiego, e professione [...] possono essere interessanti" («Il servitore di piazza», Milano 1789, volume unico); ma mentre gli autentici continuatori delle funzioni svolte da quest'ultima saranno «L'Interprete milanese ossia guida per l'anno...» e la «Guida di Milano per l'anno...» edite da Placido Maria Visaj e da Giuseppe Bernardoni a partire dal 1823 e dal 1847 (v. scheda), il «Servitore» del 1848 ne differisce sostanzialmente per due ragioni.

La prima è che si tratta di una pubblicazione accentuatamente propagandistica, antiaustriaca, con qualche venatura repubblicana (cfr. Dei partiti, 5 giugno 1848), il cui principale intento è quello di rivolgersi al popolo "onde infondere nella [sua] nobile anima sentimenti perenni di moralità e di giustizia" e, nel contempo, "per limitare i [suoi] desiderii, onde non [abbia] a lottare coi fieri rabbuffi del disinganno"; in un momento di vivace lotta politica ed attività editoriale, poco dopo quelle Cinque Giornate che hanno visto protagonisti sulle barricate il popolo minuto e la piccola borghesia, ad esse si rivolge il giornale allo scopo di spiegare "tutte quelle leggi che emana il Governo provvisorio, onde [ne abbiano] coscienza e [sappiano] perché obbediscono" (Al popolo, 6 maggio 1848).

Nonostante l'evidente allineamento con le posizioni del Governo provvisorio, ormai saldamente in mano al patriziato liberal-moderato, non manca un cauto interesse per la questione sociale, trattata tuttavia unicamente in funzione di quella concordia necessaria alla realizzazione dell'unità nazionale. Sarà dunque utile "togliere quella disuguaglianza che tuttora... divide [l'uomo] da un'altra parte di società, che per boria di nascita, per aristocrazia di ricchezza, non [vede] di essere uguale all'altra parte" (Tendenze del popolo, 25 maggio 1848); "fatale", inoltre, è definita la "disarmonia fra le due classi, quella dei ricchi che oziano e ridono, e quella del poveri che lavorano e piangono", mentre "la beneficenza è un dovere sacrosanto" (Gli operaj, 27 maggio 1848). Non mancano interventi di stampo neo-guelfo ed inneggianti al pontefice, sulla scia dell'entusiasmo cresciuto intorno a Pio IX (Delle missioni del popolo italiano, 1° e 5 giugno 1848). Accenti di sapore quasi mazziniano permeano tuttavia i lunghi articoli La religione e la libertà (15 e 21 giugno 1848) e L'educazione in genere (15, 24, 28 giugno e 1° luglio 1848), firmati con la sigla G.P., dietro la quale si potrebbe forse celare la patriota milanese Giuliana Pezzi, figlia dell'editore Francesco e attiva pubblicista e critica letteraria.

Agli articoli propagandistici, infine, fa sempre seguito un "Bollettino politico" che fornisce notizie sull'andamento della guerra o di carattere diplomatico.

La seconda ragione per cui il «Servitore» del 1848 si differenzia da quello del 1789 è che, al contrario di quest'ultimo, non si tratta di una semplice guida per indirizzi utili. Tra le rubriche economiche quelle riguardanti il "Corso delle valute", la quotazione dei coloniali e dei cereali, i movimenti delle navi mercantili, o le notizie commerciali dall'estero sono finalizzate al sussidio dell'attività di investitori e imprese commerciali. Non mancano mai un paio di pagine di annunci di vendita e di affitto (di immobili o di oggetti della natura più varia), di offerte di lavoro, e di pubblicità, né la segnalazione degli spettacoli, delle novità letterarie "Annunzi tipografici" e di quelli musicali "Annunzi musicali", dove riaffiora l'intento propagandistico del foglio; vi compaiono infatti scritti di Cristina Trivulzio di Belgioioso e di Vincenzo Gioberti.

La pubblicazione si interrompe a metà luglio, probabilmente a causa del precipitare della situazione militare.

S. Bo.

Raccolte: MI120: 1848.