Collezione del Museo Archeologico San Lorenzo

Definizione: collezione

Tipologia: archeologica

Datazione: post 1842 - ante 2009

Istituto di conservazione: Museo Archeologico S. Lorenzo, Cremona (CR)

Consistenza

La Collezione del Museo Archeologico San Lorenzo è composta da una ricchissima varietà di materiali provenienti dalla città e, in misura minore, dal territorio di Calvatone e Piadena. Da questa zona orientale della provincia cremonese provengono i reperti emersi nell'Ottocento dagli scavi dell'antico vicus di Bedriacum, presso Calvatone ( tra gli altri, una statuetta in marmo di Igea e uno sgabello o vassoio in bronzo).
Risalenti all'età romana sono i documenti ritrovati a Cremona, che ci restituiscono l'immagine di una città ricca e vivace. Numerosi sono gli esempi di pavimenti che appartengono a lussuose domus di I e II sec. Si segnalano, in particolare, un complesso pavimentale e il mosaico delle Stagioni, entrambi da via Cadolini.
Il più antico reperto di Cremona romana sono i due frammenti di statua fittile da via Plasio, raffiguranti un eroe o una divinità. Copiosamente attestati i materiali in terracotta, come anfore di ogni tipo e provenienza, laterizi, lucerne, vasellame da mensa di tutte le classi ceramiche. Il ritrovamento di matrici con decorazione a kommaregen e la firma dell'artigiano, L. Norbanus, ha fatto ipotizzare la presenza in città di una bottega per la produzione di ceramica di tipo "Aco".
Anche la classe dei bronzi è ampiamente rappresentata: dalla cosiddetta olpe Bonomelli, ritrovata nel 1901 in contesto funerario, alla lastra frontale della ballista della IV legione macedonica, fino al vasellame da mensa, alle appliques e all'elegante portalucerne a forma di canna palustre, che fanno parte dell'arredo domestico. Una piccola collezione nella collezione è rappresentata dagli otto elmi provenienti per lo più dall'Adda e dal Po.
I reperti in vetro provengono da corredi tombali rinvenuti nel XIX sec., soprattutto balsamari, e da scavi scientifici condotti in contesto di abitato, dove la maggioranza degli oggetti è riferibile a vasellame da mensa (coppe, bicchieri, bottiglie, olle, piatti e coperchi). Particolarmente significativi sono due esemplari di epoca tardo-antica: una lampada pensile a tre anse e un frammento di coppa di produzione renana.
I marmi sono rappresentati da un capitello con coppie di leoni e dai resti degli elementi di una decorazione architettonica, pertinenti tutti a edifici pubblici. In marmo sono anche alcuni tra i pezzi più pregevoli provenienti da piazza Marconi, come il trapezoforo, la statua di Artemide cacciatrice e una testa di Afrodite, databili tra la fine del I sec. a.C. e la prima metà del I sec. d.C.
Un ritrovamento eccezionale è costituito da diverse centinaia di ossi lavorati riferibili alla decorazione di rivestimento di letti funerari. Rinvenuti nella necropoli di San Lorenzo, sono datati alla seconda metà del I sec. a.C.
Nella collezione sono presenti, inoltre, nove stele sepolcrali con ritratti e iscrizioni, tra le quali va citata la stele degli Arruntii.
Tra il 2005 e il 2007, la collezione si è enormemente arricchita grazie agli scavi di piazza Marconi, che hanno restituito una quantità straordinaria di reperti. Eccezionali per la rarità del tipo di ritrovamento sono i reperti lignei (ciotole, cardini di porte, applique per mobili), tra i quali spicca un cesto in vimini di cui si conservano le pareti.

Notizie storico critiche

Prima dell'apertura del Museo Archeologico San Lorenzo nel 2009, la collezione archeologica era ospitata, dal 1928, presso il Museo Civico "Ala Ponzone", allestito nei locali di palazzo Affaitati, acquistato su delibera del Consiglio Comunale per essere adibito a nuova e più spaziosa sede del Museo Civico e della Biblioteca.
Fin dalla sua inaugurazione nel 1888, infatti, il Museo Civico, nato dalla fusione del materiale del Museo Provinciale con le collezioni del marchese Ala Ponzone, dal quale prende il nome, è ospitato nel palazzo avito di quest'ultimo. Il marchese Giuseppe Sigismondo Ala Ponzone (1761-1842) è una interessante figura di collezionista eclettico, il cui spirito enciclopedico lo porta, nel corso di tutta la vita, a circondarsi di oggetti rari e preziosi, che vanno a formare un vasto patrimonio di materiali di varia tipologia. Alla sua morte, le raccolte passano per volontà testamentaria all'imperatore Ferdinando e, dopo l'unità d'Italia, ai Savoia, con l'obbligo dell'esposizione in pubblico. Per quanto riguarda il Museo Provinciale, esso era stato aperto al pubblico nel 1877 in alcune sale della Prefettura e raccoglieva reperti e dipinti provenienti dalle numerose chiese cittadine soppresse.
Il trasferimento da palazzo Ala Ponzone a palazzo Affaitati si rende necessario per la carenza degli spazi determinata dal continuo affluire di materiali, anche archeologici, provenienti da donazioni private o ritrovamenti casuali. Nel nuovo museo, la collezione archeologica trova spazio al piano terreno, dove subisce diverse risistemazioni nell'esposizione dei reperti, a causa del continuo incremento dei materiali.
Nel 1993 i locali, i cui muri sono intaccati da una grave umidità di risalita, vengono sgomberati per una ristrutturazione che dovrebbe essere a breve termine. I mosaici della collezione, sottoposti a restauro, vengono trasportati nella ex basilica di San Lorenzo, temporaneamente adattata a laboratorio. Ma un progetto più ambizioso ha già preso piede: recuperare la splendida basilica romanica, che versa in una condizione di grave degrado, e costituire un museo archeologico dedicato alla città, dove esporre i materiali provenienti da Cremona e dal suo territorio.
Il progetto sarà portato a compimento nel 2009. Nel nuovo museo, accanto ai reperti di più antica acquisizione, vengono esposti per la prima volta anche i materiali emersi dallo scavo di piazza Marconi, che arricchisce il patrimonio della collezione con una quantità eccezionale di reperti unici e preziosi.