Museo Archeologico

Definizione: collezione

Tipologia: artistico

Datazione: post 5000 a.C. - ante 600 d.C.

Istituto di conservazione: Musei Civici del Castello Visconteo, Pavia (PV)

Consistenza

L'allestimento mira a esporre in ordine cronologico manufatti dal modesto oggetto d'uso quotidiano al pezzo di grande valore. La "sala Casteggio", la I, è dedicata all'antico territorio della Pavia romana, che comprendeva il Pavese, la Lomellina, ma non l'Oltrepo, appartenente allora a Piacenza, con alcuni complessi funerari gallici e romani e al centro la ricostruzione dell'area sepolcrale di Casteggio rinvenuta nel corso di uno scavo nel 1957. La sala II nella torre, è dedicata al collezionismo pavese dall'Ottocento ai primi del Novecento, con pregevoli manufatti provenienti dalle raccolte di Camillo Brambilla, Carlo Giulietti, G.C. Francesco Reale, Augusto Riquier e Luigi Malaspina (collezione egizia). Significativi i vasi italioti, prodotti nella Magna Grecia a partire dal V sec. a.C.; la tecnica a figure rosse è esemplificata da sette vasi, notevole il cratere a campana attribuibile al "pittore Iris", attivo nel IV sec. a.C. e le terrecotte figurate, esemplari della coroplastica magno-greca di carattere votivo. Unica la collezione di vetri che costituiscono gli esemplari più significativa dell'Italia settentrionale: la coppa biansata del vetraio Ennion e il kantharos in vetro blu scuro del I sec. d.C. da Frascarolo. E' esposta anche ceramica daunia tra il V e il IV sec. a.C. e fenicio-punica del VI sec. a.C. proveniente quasi certamente dalla necropoli di Tharros in Sardegna, inoltre alcuni esempi di statuaria in marmo. La sala III accoglie oggetti di uso quotidiano e domestico (la tavola e consumo di vino in epoca celtica; corredi da toelette e vasellame da cucina di epoca romana; manufatti riconducibili al culto dei morti, I-II sec. d.C.) reperiti in città e nel territorio e una ricca collezione di lucerne romane. Nella sala IV testimonianze architettoniche e scultoree dell'antica Ticinum romana, tra il I sec. d.C. e l'inizio del III sec. d.C trovati reimpiegati in edifici di epoche successive: famosa la statua marmorea di togato stante, il " Muto dall'accia al collo" (fine I sec. a.C.- inizi I secolo d.C.) con testa non pertinente del II sec. d.C. La sala V è riservata all'architettura funeraria, con sarcofagi e stele di qualità provenienti prevalentemente dall'ambito cittadino.

Notizie storico critiche

Le origini della collezione archeologica risalgono a Luigi Malaspina che ospita antichità egizie e una raccolta lapidaria, con altre tipologie di manufatti nella dimora cittadina e poi nel vicino "Stabilimento di Belle Arti" da lui stesso progettato e destinato a beneficio pubblico (testamento del 1838). Il primo museo cittadino viene in seguito arricchito con numerose donazioni: nel 1870 la collezione numismatica di C. Bonetta, nel 1892 la Reale, ma sarà la collezione di Camillo Brambilla, legata al museo nel 1884 e acquisita nel 1892, a configurare la sezione archeologica, con un corpus di reperti che costituiscono il nucleo più rilevante come qualità e quantità. Nel 1894 viene creato il "Museo Civico di Storia Patria", in seguito ulteriormente implementato da epigrafi della raccolta Bellisomi e lapidi, sculture e mosaici già custoditi in S. Francesco da Paola, sede della "Civica Scuola di Pittura" dal 1844; al 1913 risale il generoso lascito Carlo Giulietti. Numerosi i rinvenimenti fortuiti nel corso di scavi in città e nel territorio circostante e anche gli acquisti. Nel 1951 la sezione archeologica sarà la prima ad essere esposta in tre sale del neo restaurato castello cittadino, cui segue nel 1963 l'aggiunta della "sala Casteggio" per ricreare l'area sepolcrale rinvenuta nel 1957 durante scavi. Nel 1991 è riaperta la sezione archeologica con una nuova sistemazione museografica.