Museo Archeologico Nazionale della Lomellina

Definizione: collezione

Tipologia: artistico

Datazione: post 5000 a.C. - ante 700 d.C.

Istituto di conservazione: Vigevano (PV)

Consistenza

Il percorso espositivo prende avvio dal suggestivo spazio con interni coperti da volte a crociera, scandito in tre navate da due file di colonne, tra le quali si inseriscono le vetrine con i corredi funerari provenienti da necropoli lomelline di epoca tardo celtica o La Tène e romana.
Le prime sporadiche tracce di popolamento risalgono al Mesolitico e al Neolitico, ma le testimonianze diventano progressivamente più abbondanti nell'età del Bronzo e del Ferro, in cui si afferma la cultura celtica, e soprattutto in età romana, mentre diminuiscono per l'epoca tardoantica e altomedievale. Il periodo tra la seconda metà del II sec. a.C. e la fine del I d.C. è considerato quello della massima fioritura di insediamenti in questo territorio, come dimostrano l'abbondanza e il grande interesse dei ritrovamenti, in cui predomina il rito funerario della cremazione. Nella selezione dei corredi di vaste necropoli della fase tardo celtica, significativa la tomba di guerriero da Valeggio-cascina Tessera o il ricco corredo femminile con vaso a trottola e fibule da Dorno-cascina Grande. Un corredo maschile proveniente da Tromello e uno femminile da Dorno, nel quale fanno comparsa in Lomellina i primi manufatti, più curati nella fattura, in vetro soffiato (balsamari, olpai, bicchieri, coppe), il vasellame in vernice nera e in terra sigillata che documentano la fase della romanizzazione. L'olpe sostituisce il vaso a trottola. La piena età romana è illustrata da questi corredi, esposti in ordine cronologico da Dorno, Zinasco, Vigevano, Gropello Cairoli. Particolarmente significativa la tomba a cassetta di laterizi proveniente da Zinasco Nuovo. Sono oggetti di uso quotidiano, per la cura del corpo, ornamenti, la mensa, le attività lavorative e la religiosità che accompagnano il defunto
Una sezione è dedicata alla coroplastica, con statuine a tuttotondo, appliques per letti funebri, in bassorilievo o a tutto tondo, che conferiscono unicità ai corredi lomellini. E' esposto anche un, raro per la Lomellina, frammento di stele funeraria a edicola, iscritta, della seconda metà del I sec. d.C. dall'abbazia di S. Pietro a Breme.

Notizie storico critiche

Il Museo Archeologico è ubicato all'interno del complesso architettonico del castello Visconteo Sforzesco di Vigevano, nella terza Scuderia Ducale, attribuita a Leonardo da Vinci (1490) che, come ingegnere ducale, intervenne nel castello e nelle campagne vigevanesi, dove affrontò il problema della regolamentazione delle acque. La prima sezione del museo viene inaugurata, dopo un lungo iter progettuale, il 3 novembre 1998, e disposta entro un unico ambiente dedicato alle necropoli tardo antiche, allestito dall'architetto A. Perin, per cura della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia.
Nell'ambito di un più ampio progetto di restauro e valorizzazione dell'intero castello, nel 2006 vengono aggiunte al museo altre due sale.
La prestigiosa sede accoglie il patrimonio archeologico proveniente da scavi per lo più casuali o da recuperi fortuiti effettuati sul territorio con un percorso espositivo che va dalla Preistoria all'alto Medioevo, ma in essa è confluita anche la raccolta archeologica di Luigi Barni. (1877-1952), figura poliedrica, pittore, restauratore, che in veste di Ispettore Onorario dei Monumenti, degli Scavi e degli Oggetti di Antichità e d'Arte della Provincia di Pavia, avviò diverse campagne di scavi nel sottosuolo vigevanese. A Barni si deve, anche, la proposta, poi attuata, di istituire un Museo della Calzatura e delle Arti produttive della Vigevano industriale del tempo. La Lomellina, infatti, è un territorio molto ricco di manufatti archeologici, i rinvenimenti, spesso casuali, legati a opere di sfruttamento intensivo del territorio, in particolare ai livellamenti di terreno per la creazione delle caratteristiche risaie, hanno consentito di ritrovare numerosi e significativi reperti.