Apollo, Giacinto e Amore

Raimondi, Marcantonio

Apollo, Giacinto e Amore

Descrizione

Identificazione: Apollo e Giacinto

Autore: Raimondi, Marcantonio (1482 ca.-1534 ca.), incisore / inventore

Cronologia: post 1506

Oggetto: stampa smarginata

Soggetto: mitologia

Materia e tecnica: bulino

Misure: 227 mm x 302 mm (parte incisa)

Notizie storico-critiche: La composizione deriva probabilmente da un perduto disegno originale di Marcantonio, come testimonierebbe l'analogia stilistica con altri disegni dell'artista messa in luce da K. Oberhuber. In particolare viene menzionato il foglio conservato a Praga con una figura allegorica maschile che presenta una stringente somiglianza con Giacinto, sia per le gambe che per il volto, le cui caratteristiche somatiche risultano essere assolutamente nuove rispetto alle opere precedenti (Oberhuber in Faietti/ Oberhuber 1988, pp. 77-79) e accostabili, secondo M. Faietti (Ibidem) a quelle dell'uomo della Giovane coppia minacciata dalla morte di Dürer (Bartsch VII, p. 104 n. 94). Altri confronti sono stati fatti con l'Adamo ed Eva dell'artista tedesco (Bartsch VII, p. 30 n. 1), per la tecnica grafica e l'impostazione spaziale. Un disegno di Marcantonio dall'Adamo, conservato a Princeton (The Art Museum, segnalato da Shoemaker 1981, n. 7; Faietti/ Oberhuber 1988, n. 52), confermerebbe lo studio dell'opera di Dürer da parte dell'incisore italiano. L'inserzione della tavoletta con la firma e la data dell'artista, invece, come ha notato Oberhuber (1988, p. 79) è comune anche alle opere di Mantegna e della sua scuola.
La composizione è desunta quasi sicuramente da un antico gruppo statuario, come proverebbero il trattamento dei genitali di Apollo, il contrapposto delle figure tipico delle sculture classiche e, più in generale, il trattamento plastico delle figure. Il rito della morte di Antinoo, oggi detto Castore e Polluce (Madrid, Prado) che tradizionalmente era ritenuto il prototipo antico, come ha notato M. Faietti (1988, n. 24) fu scoperto probabilmente solo nel 1621 o 1622, e non può dunque essere stato conosciuto da Raimondi. La studiosa, su suggerimento di S. De Maria, propone allora un appropriato accostamento con le figure acefale di Bacco e di un satiro posti al centro del sarcofago con La scoperta di Arianna (Oxfordshire, Blenheim Palace; riprodotto anche in un bulino di J. Francia).
Il titolo assegnato all'incisione è quello tradizionale assegnato da Bartsch e riferito all'episodio della mitologia greca narrato anche da Ovidio (Metamorfosi, X, 162-219).

Collocazione

Pavia (PV), Musei Civici di Pavia

Credits

Compilazione: Aldovini, Laura (2011)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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