Vignette satiriche

Vignette satiriche

Descrizione

Titolo proprio: La vipera che morde il ciarlatano

Identificazione: La vipera che morde il ciarlatano

Cronologia: ca. 1840 - ca. 1860

Oggetto: stampa

Soggetto: satirico e grottesco

Materia e tecnica: Acquaforte

Misure: 276,5 mm. x 208 mm.

Notizie storico-critiche: La raffigurazione alludie in tono satirico alla lunga resistenza offerta dai patrioti della Repubblica Romana nel 1849 alle truppe francesi guidate dal Generale Oudinot. Le milizie romane erano organizzate da Giuseppe Garibaldi che resistette per oltre un mese alle preponderanti forze nemiche.
Il primo corpo di spedizione francese forte di 7000 uomini guidato dal gen. Oudinot era sbarcato a Civitavecchia deciso a prendere rapidamente Roma. A difesa della Repubblica affluirono in Roma giovani da ogni parte d'Italia e d'Europa. Garibaldi vi portò i suoi volontari. Il comando del settore più esposto, individuato nel Gianicolo, fu affidato a Garibaldi, che poteva contare solo su 4300 uomini, e per giunta male armati. Ma era forte in tutti la determinazione di difendere ad ogni costo la democrazia, la libertà, la Repubblica.
Il 30 aprile i Francesi giungevano alle porte di Roma. Ritenendo di incontrare scarsa resistenza, i Francesi avanzarono allo scoperto attaccando le mura vaticane, ma furono prima fermati dall'intenso fuoco dei difensori, e poi vennero aggrediti sul fianco da Garibaldi, che uscito da Porta S.Pancrazio guidava un furioso assalto alla baionetta. I Francesi furono costretti a ritirarsi.
Venne concordata una tregua d'armi. L'esercito repubblicano si volse allora contro le truppe borboniche, che avevano invaso il territorio della Repubblica arrivando sino ai Castelli Romani. Garibaldi li sconfisse a Palestrina e a Velletri, ricacciandoli oltre il confine.
Nel frattempo Oudinot aveva ricevuto ingenti rinforzi, portando i suoi effettivi a 30.000 uomini. Il 1°giugno denunciò la tregua, comunicando che avrebbe attaccato il 4 giugno. Attaccò invece nella notte tra il 2 e il 3 giugno, cogliendo di sorpresa i difensori. Riuscì ad impossessarsi di punti chiave della difesa esterni alla città. Particolarmente grave era la perdita di Villa Corsini detta dei Quattro Venti che, situata su di una piccola altura fuori Porta S.Pancrazio, dominava le mura. Le truppe di Garibaldi si lanciarono in una serie di sanguinosi contrattacchi. La Villa fu presa e persa più volte, ma infine restò in mano ai Francesi.
Roma venne stretta d'assedio e bombardata. La popolazione sopportava con coraggio i sacrifici e contribuiva alla difesa.
La Repubblica aveva ormai i giorni contati. Pure continuò a combattere e a resistere con tenacia nonostante la schiacciante superiorità delle forze nemiche. I Francesi aprirono le prime brecce il 21 giugno; il 29 e 30 giugno sferrarono l'attacco finale, sfondando le difese. Mentre Garibaldi riuniva i suoi uomini per l'estrema difesa, in città si correva alle barricate. Ma l'Assemblea per non sottoporre Roma a inutili distruzioni decretò la fine della resistenza. Garibaldi non accettò la resa, e con un contingente di armati iniziò la ritirata verso Venezia, portando con sé la moglie Anita, incinta e malata. Mazzini riprese la via dell'esilio.

Collocazione

Mantova (MN), Museo della Città

Credits

Compilazione: Roncaia, Mariangela (1997)

Aggiornamento: Pisani, Chiara (2006)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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