Lombardia Beni Culturali

Introduzione

Si premette che nell’Archivio Diplomatico, Pergamene, il monastero di S. Maria delle Veteri figura sotto la voce ‘Veteri’ e, pertanto, i documenti ad esso relativi sono compresi in questo volume.

Sono undici del sec. XII, complessivamente in buono stato di conservazione; di essi otto, in originale, sono conservati fra le pergamene (nn. 1, 4, 6, 7, 8, 9, 10, 11), due ci sono pervenuti attraverso la copia tardo settecentesca del Della Croce (nn. 2, 3), uno, regestato dal Ferrario, apparteneva in realtà a un monastero comasco, nel cui archivio è stato ricollocato (n. 5).

Ad eccezione di quello del 1191 gennaio 21 (n. 10), i documenti figurano tutti nel Catalogo del Ferrario.

Si tratta di atti riguardanti il monastero di S. Maria di ‘Fontigium’, unito poi al monastero delle Veteri [1], tranne i due del Della Croce che riguardano la chiesa e l’ospedale di S. Eustorgio (nn. 2, 3) e un atto privato del 1180 (n. 4), inserito fra le carte del monastero posteriormente al 1705. Infatti a tale data risale un Indice per l’archivio dell’(sic) venerando monastero delle Vettere [2], di mano dell’archivista Gio. Tommaso Besozzi notaio, in cui sono regestati i nostri documenti, con l’eccezione di cui sopra, a cui si aggiungono anche tre documenti pontifici, dei quali uno solo reperibile [3].

Sono per la maggior parte atti privati, che rientrano nella tipologia della «charta». Ad essi si affiancano una sentenza emessa da dua arbitri eletti dalle parti, sottoscritta da uno dei giudici (n. 9), e tre atti dell’arcivescovo Robaldo (nn. 1, 2, 3), di cui un privilegio in originale (n. 1). Tre dei documenti (nn. 8, 9, 11) presentano annotazioni sul verso con riferimento a ordinamenti archivistici anteriori, diversi da quello cui si riferisce l’Indice.

Note

[1] Costruito non molto lontano dalla città, fuori porta Ticinese, in località oggi scomparsa, ‘noviter hedificatus’ venne preso dall’arcivescovo Robaldo sotto la sua protezione nel 1139 (n. 1); all’inizio de Trecento le monache si trasferirono nel monastero milanese delle Veteri, fondato presso S. Eustorgio e poi passato nell’ospedale dello stesso, a cui si riferiscono alcuni dei documenti qui editi (nn. 2, 3) o reperiti nell’inventario, di cui alla nota 3 (Cfr. anche G. GIULINI, Memorie, I, p. 652, III, p. 281, IV, pp. 340, 810; L. MARTINELLI, Le pergamene, vol. XII della Collana, p. 79, in stampa).

[2] ASMi, FR, Registri, n. 58.

[3] I documenti sono inventariati con accanto la collocazione archivistica: 1139 settembre 28 (con data ottobre 4), p. 229 (VC1); 1144 giugno, p. 1 (AR1); 1147 marzo 13, p. 1 (AR2); 1148 maggio, p. 19 (DV1); 1181 marzo 27 (con data marzo 26), p. 19 (DV2); 1185 settembre 4, p. 19 (DV3); 1188 giugno 17 (con data giugno 18), p. 19 (DV4); 1191 gennaio 21, p. 19 (DV5); 1198 luglio 21, p. 19 (DV6). I tre documenti pontifici probabilmente non sono passati all’Archivio di Stato in quanto non sono citati neanche nella sezione Bolle e brevi (cartt. 4, 5). Essi sono di Alessandro III, in data 1173 marzo 28, p. 1 (AR3) (oggi conservato presso l’Archivio Arcivescovile) e di Urbano III, in data 1185 dicembre 20, p. 1 (AR4), entrambi noti al Giulini (III, p. 742, VII, p. 133, con data 1172, e IV, p. 19) e al Kehr (VI, p. 85); il III, datato 1187 ottobre 11, p. 1 (AR5) di papa Gregorio VIII (sic), è in realtà del 1232, ottobre 11, e attribuibile a Gregorio IX (GIULINI, IV, p, 341).

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