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Complesso edilizio sull'area dell'ex palazzo Borromeo
Milano (MI)

Indirizzo: Via San Maurilio 21, 23, 25 - Milano (MI) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; edificio per abitazioni e uffici

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in cemento armato
  • facciata: ceppo d'Adda; intonaco Terranova lamato (condominio interno)
  • coperture: a falde inclinate; piana a terrazza non praticabile
  • serramenti: in alluminio anodizzato

Cronologia:

  • progettazione: 1951 - 1954
  • esecuzione: 1951 - 1954
  • data di riferimento: 1951 - 1954

Committenza: Società Borletti; G.I.M.A.S; Edilsede

Autori:

Uso: abitazione/ ufficio

Condizione giuridica: proprietà privata

Descrizione

Il complesso edilizio, situato all'angolo tra via San Maurilio e via Sant'Orsola, è costruito sul sedime dell'ex Palazzo Borromeo, un edificio sei-settecentesco che aveva subito ingenti danni durante i bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, al punto da dover essere interamente demolito per lasciare il posto a una nuova edificazione. L'intervento, a firma di Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi, rispetta le prescrizioni del piano di lottizzazione approvato dal Comune di Milano nel 1950 e si compone di due parti distinte: un corpo edilizio che segue le giaciture dell'antico isolato lungo le vie San Maurilio e Sant'Orsola, caratterizzato dalla sobrietà del linguaggio architettonico e dall'uniforme rivestimento in ceppo d'Adda, e, all'interno dell'isolato, un edificio residenziale di nove piani fuori terra rivestito in intonaco Terranova lamato, più marcatamente razionalista. I corpi su strada mantengono le altezze e le proporzioni degli edifici della città storica, manifestando nel disegno delle facciate una rigorosa alternanza tra pieni e vuoti, interrotta solamente dalle vetrate dei vani scala che hanno funzione di raccordo con il volume rivolto verso piazza Borromeo, più alto di un piano. A segnare gli accessi, nelle facciate sono inseriti - come frammenti archeologici - i portali dell'antico palazzo, ad esprimere fisicamente il tema delle preesistenze. Allo stesso modo le colonne che attorniavano l'antico atrio sono reimpiegate nell'androne d'ingresso e riutilizzate liberamente all'interno del cortile nella composizione di un vero e proprio "settizonio", una facciata monumentale che trasforma un semplice muro di confine in una scena teatrale, divenendo fondale scenografico di una delle prospettive interne. Non ultima la scalinata, che riconnette le differenti quote del cortile recuperando i gruppi scultorei in origine inseriti nei parapetti dell'antico scalone monumentale del palazzo. Nel 1940 queste parti dell'antico complesso erano state sottoposte a vincolo e dovevano necessariamente essere conservate: Minoletti con grande sensibilità trasforma le prescrizioni relative alla tutela in occasioni di progetto, dando origine a una personale poetica del frammento in grado di caratterizzare con forza espressiva la semplicità dell'impianto architettonico razionalista. Le parti comuni e i vani scala sono caratterizzati da elementi astratti e leggeri, come le vetrate continue, e dalla contrapposizione tra i colori primari e il bianco assoluto delle pareti. Degni di nota, anche se modificati rispetto alla sistemazione originaria, sono il Salone delle Assemblee, con la parete di fondo affrescata da Walter Resentera (1953-54), e la Sala Riunioni dell' "Associazione dei Costruttori della Lombardia", poi "Assimpredil", che ha commissionato l'operazione immobiliare e stabilito in via San Maurilio 21 la propria sede. L'edificio residenziale di via San Maurilio 23, autonomo rispetto agli altri corpi di fabbrica, risponde alla logica di concentrare la volumetria nella parte interna dell'isolato, al punto da non essere visibile dalla strada; ha una forma ad L con due grandi appartamenti per piano. Assai curiosa, ma ricorrente negli edifici residenziali borghesi di Minoletti, è la posizione del vano scala, a cui si accede unicamente dall'esterno, senza che risulti in alcun modo visibile dagli ambienti di rappresentanza. Di particolare pregio è l'elegante atrio d'ingresso, con il lungo corridoio segnato dall'alternanza tra pannelli in noce e grandi specchi e dalla presenza, su uno dei due lati corti, di una vetrata quadrata che consente un traguardo prospettico all'esterno, sul verde del giardino. I due lati maggiori dell'edificio, in corrispondenza delle zone pranzo e soggiorno degli appartamenti, sono connotati da una sequenza di logge sovrapposte che costituiscono dei veri e propri giardini d'inverno.

Notizie storiche

Il palazzo di origini seicentesche sul cui sedime sorge il complesso realizzato da Minoletti e Chiodi era parte di una serie di proprietà - tra cui il più noto palazzo tardo trecentesco affacciato sull'omonima piazza - che la famiglia Borromeo aveva acquisito nella zona circostante a partire dalla fine del XIV secolo. L'edificio era stato sottoposto a vincolo di importante interesse artistico nel 1930, sulla base della legge n° 364 del 1909 "per le Antichità e le Belle Arti". Nel 1940, dovendo vendere l'immobile, il Conte Gian Carlo Borromeo fa richiesta al Soprintendente ai Monumenti di Lombardia Gino Chierici - che la accoglie - di togliere il vincolo artistico sullo stabile, mantenendolo esclusivamente per l'atrio d'ingresso e per la balaustra dello scalone, in vista di una possibile ristrutturazione. La riedificazione del complesso seguita ai bombardamenti dell'agosto 1943 tiene conto di tutte le prescrizioni stabilite nel 1940: in una lettera inviata alla Soprintendenza il 13 Luglio 1951, Minoletti scrive che "le sole parti salvatesi dal sinistro degli ex edifici ora Via S. Maurilio n. 21-25 e Via Sant'Orsola n. 1 saranno rispettate, restaurate e reimpiegate come già d'assicurazione data a suo tempo e come da progetto inoltrato secondo la regolare strada burocratica. Le parti in questione, come Vi è noto, sono rappresentate da 2 portali, da 24 colonne e da 2 porzioni di parapetti scala". Il lavoro dei progettisti si inserisce quindi con discrezione in una vicenda più ampia che coinvolge la proprietà, il Comune di Milano e la Soprintendenza; è del 1950 la proposta, a firma del Dott. Ing. Giancarlo Badò, di una lottizzazione delle aree site in via Sant'Orsola 1-3 e via San Maurilio 21: da una successiva variante prenderà forma la soluzione planimetrica definitiva dell'angolo tra le vie Sant'Orsola e San Maurilio, con uno smusso a costituire una sorta di affaccio dell'edificio verso piazza Borromeo.

Opere d'arte

  • affresco: Cantiere edilizio della storia di Milano (Salone delle Assemblee (via San Maurilio 21))

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Archivio Fognatura Privata, Milano

Fondo Giulio Minoletti. Università della Svizzera Italiana, Fondazione Archivio del Moderno, Mendrisio - scheda fondo vedi »

Fondo Giulio Minoletti. Università della Svizzera Italiana, Fondazione Archivio del Moderno, Mendrisio - sito vedi »

Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, Milano

Bibliografia

Ponti G., Architetti italiani. Minoletti, Milano 1959

Perogalli C., Atrii di case, Milano 1960, pp. 200-205

Guidarini S./ Salvadeo P./ Zerilli M., Domus, Minoletti e Milano, Milano 1995

Triunveri E., Giulio Minoletti, 1910-1981. Inventario analitico dell'archivio, Mendrisio 2014

Sumi C./ Viati Navone A., Giulio Minoletti. Architetto, urbanista e designer, Mendrisio 2014

Credits

Compilatore: Suriano, Stefano (2016)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea