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Arsenale degli Oldofredi
Iseo (BS)

Indirizzo: Via Sombrico - Iseo (BS) (vedi mappa)

Tipologia: architettura per la residenza, il terziario e i servizi; palazzo

Caratteri costruttivi:

  • strutture: travi e pilastri in acciaio; solette e pilastri in cemento armato; muratura storica in conci di pietra; struttura in betoncino armato (vicolo della Malinconia)
  • facciata: acciaio verniciato e vetro; telaio in legno vetrato; colonne in cotto, intonaco (fronte ovest); muratura storica in conci di pietra ed elementi decorativi in cotto (fronte su via Sombrico); intonaco ed elementi decorativi in cotto (fronte sul vicolo)
  • coperture: a falde con copertura in laterizio e lucernario
  • serramenti: in ferrofinesta con aperture a bilico

Cronologia:

  • progettazione: 1981 - 1984
  • esecuzione: 1981 - 1984
  • data di riferimento: 1981 - 1984

Committenza: Ministero di Grazia e Giustizia; Comune di Iseo

Autori:

Uso:

  • (attuale) spazio espositivo
  • (storico) armeria/ fondaco/ casa-torre; residenza; carcere mandamentale; Pretura

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Descrizione

Il restauro e la risistemazione dell'Arsenale di Iseo è tra i più importanti interventi moderni realizzati su un palinsesto storico nel territorio del Sebino. Il recupero edilizio del complesso, avvenuto tra il 1981 e il 1984 su progetto dell'ingegner Carlo Pagani, ha riportato alla luce e messo in evidenza le complesse stratificazioni architettoniche che erano state occultate dalle numerose trasformazioni e dagli adattamenti degli ultimi secoli. Il palazzo, in origine casa-torre e armeria, tra il XIV e il XV secolo fu ampliato dalla famiglia degli Oldofredi che dapprima lo destinò a fondaco e magazzino, poi lo trasformò in residenza. Quando il Comune, nel 1916, ne acquisisce la proprietà, l'edificio è completamente alterato rispetto alla sua configurazione originaria; già dall'Ottocento, inoltre, gli spazi interni erano utilizzati come carceri mandamentali. Il manufatto architettonico è giunto fino agli anni Ottanta in una condizione di precarietà e abbandono. Il progetto di riuso nasce dalla richiesta di adattamento e trasformazione del palazzo in nuova Pretura di Iseo. Nell'operare all'interno della città storica, l'ingegner Pagani ricerca un dialogo con il manufatto antico, liberandolo dalle superfetazioni e portando alla luce tutti gli elementi architettonici - i portali con arco a tutto sesto al piano terreno e i due finestroni a sesto acuto al piano superiore - della facciata quattrocentesca su via Sombrico. Il paziente lavoro di restauro, oltre a rendere riconoscibili le fasi storiche che hanno caratterizzato lo sviluppo dell'edificio, ha messo in luce, nel lato ovest del fabbricato, una grande loggia - che anticamente era direttamente affacciata sul lago - e un porticato ad archi ogivali e possenti colonne in cotto, databili tra il XIV e il XV secolo. Il fronte viene sottoposto ad un meticoloso studio al fine di recuperarne l'immagine originaria e riproporla nella sua chiarezza attraverso il progetto moderno, con una operazione di straordinaria sensibilità culturale. Le tre fasce di cui si compone - il porticato a piano terra, la loggia coperta in legno al piano superiore e il piccolo loggiato aperto a coronamento - vengono ricostruite e reinterpretate secondo le proporzioni dell'antico prospetto. Allo stesso tempo l'elemento modulare della loggia - la cui trama è giocata sulle forme del rettangolo e del quadrato - sembra rievocare, insieme ai pilastri del piano terreno, il rigore delle facciate razionaliste. L'attuale ingresso agli spazi museali - identificato dalla pensilina d'ingresso a colonnine e timpani triangolari realizzata in anni successivi all'intervento - avviene su questo lato dell'edificio: una variante di progetto aveva infatti trasformato parte delle sale al piano terreno in spazi a uso della comunità, rendendoli indipendenti dal resto del fabbricato, destinato a sede della Pretura. A quest'ultima si accedeva da uno dei portali su via Sombrico, con l'ingresso caratterizzato dall'elegante scala in ferro che conduce al piano superiore; qui si trovavano le sale del giudice, del cancelliere, degli impiegati, dei testimoni e la grande sala delle udienze, illuminata dalle due alte finestre ogivali e da un pozzo di luce ricavato nella soletta in cemento armato appesa tramite tiranti alla capriata reticolare posta sotto la copertura. Al piano superiore - raggiungibile con una scala in linea - la sala maggiore ospita la biblioteca e si costruisce attorno al sistema reticolare di travi color giallo vivo, al di sotto del lucernario già esistente nella sistemazione a carcere. In quest'ultimo piano si trovavano anche gli uffici dei vice-pretori, l'archivio e l'appartamento del pretore. La raffinatezza delle soluzioni formali, la sobrietà degli elementi costruttivi e la netta separazione tra le parti storiche e gli inserti moderni fanno di questo intervento uno dei più riusciti esempi di integrazione tra nuovo e antico. Oggi l'intero edificio è utilizzato come spazio espositivo e ospita mostre ed eventi culturali.

Notizie storiche

L'edificio, probabilmente di origini duecentesche, è formato da un nucleo più antico - una casa a torre con origini difensive - attorno al quale si dispone un ampliamento trecentesco, destinato ad armeria e in seguito ad attività commerciali. Dopo un grande incendio che distrusse tutti i solai in legno, la radicale riforma voluta dagli Oldofredi tra la fine del Trecento e la prima metà del Quattrocento trasforma il palazzo in residenza, con il conseguente rifacimento delle facciate su strada, ingentilite con affreschi e stemmi nobiliari. In questo periodo viene aggiunto il fronte prospiciente il lago, un nuovo corpo di fabbrica su due piani con porticato ad archi ogivali e colonne in cotto al piano terreno e loggia al piano superiore. Nel corso dei secoli le ristrutturazioni e i numerosi adeguamenti funzionali hanno snaturato l'immagine dell'edificio ricoprendo ogni traccia architettonica che potesse mostrarne il reale valore storico; nell'Ottocento l'edificio subisce un'ulteriore trasformazione e diviene un carcere. Infine, all'inizio degli anni Ottanta, il grande intervento di restauro e risistemazione con il ritrovamento dei resti della facciata verso il lago, che viene considerata rappresentativa della nuova immagine dell'Arsenale. All'interno, esposto sulla parete di una delle sale come testimonianza storica, è conservato un ritto in legno con mensola facente parte dell'antica orditura della loggia al piano superiore della facciata. Il recupero del palazzo con la valorizzazione delle principali fasi storiche che ne hanno segnato l'evoluzione nel tempo ha favorito una riappropriazione dei suoi spazi da parte dei cittadini e, più in generale, una "ricostruzione della identità storica e civica di Iseo". Con una mostra antologica sul pittore Arturo Tosi inaugurata nel settembre del 1984 si dà inizio alla lunga serie di esposizioni che ha reso questo luogo unico nel panorama culturale bresciano: tra le altre si possono ricordare le mostre dedicate alle opere di Raffaele de Grada, Piero Marussig, Achille Funi, Carlo Carrà, Mario Sironi, Antonio Sant'Elia, Lucio Fontana, Ubaldo Oppi, Giorgio Morandi, Felice Casorati, Francisco Goya, Giovanni Fattori, nonchè alcune mostre fotografiche di importanti autori come Gianni Berengo Gardin, Ferdinando Scianna, Mimmo Jodice. Nel corso degli anni Duemila il Comune di Iseo si è trasferito temporaneamente presso l'Arsenale; la sala del Pretore è stata occupata dal Sindaco, mentre nel grande salone al primo piano si riuniva il Consiglio Comunale. Il salone all'ultimo piano era invece occupato dall'ufficio della ragioneria. Oggi tutte le sale del palazzo sono adibite a spazi espositivi e la "Fondazione l'Arsenale" si occupa di proseguire l'intensa attività culturale con l'organizzazione di mostre, studi, ricerche e attività didattiche e divulgative con uno sguardo particolare rivolto al territorio; dal 2014 inoltre è disponibile al pubblico un archivio con una raccolta di circa tremila pubblicazioni che includono cataloghi e libri d'arte donati negli anni da privati e dagli stessi autori delle mostre.

Documentazione allegata

Fonti archivistiche

Archivio Ing. Carlo Pagani, Iseo (BS)

Bibliografia

Il lago di Tosi, La funzione commerciale e civica dell'antico Arsenale, Iseo 1984, settembre-novembre

Zani G., Bresciaoggi, Quel bel palazzo ristrutturato cambierà il volto al centro, 1984, 4 maggio

Antonioli G., Giornale di Brescia, Iseo: vita, morte, resurrezione dell'antico palazzo dell'Arsenale, 1984, 4 agosto

Pagani C., AB. La rivista per un'altra idea di Brescia, L'Arsenale di Iseo. Storie di ieri e di domani, 1984, n. 1, pp. 43-47

abacus, Restauro e riuso dell"Arsenale" a Iseo (Brescia), 1986, n. 5, settembre, pp. 50-59

Credits

Compilatore: Suriano, Stefano (2017)
Responsabile scientifico testi: Costa, Andrea