L'edificio, interamente destinato a uffici, legge il contesto urbano in cui s'inserisce come occasione per aprirsi alla città e disegnare percorsi e aree permeabili che si integrano con il tessuto circostante, istituendo una nuova famiglia spaziale in cui il confine tra pubblico e provato si elide. Poggia su un basamento in blocchi di tufo, che attraverso rampe e passeggiate in quota connette la strada e il vicino parco pubblico a un vuoto centrale, moderna versione di una corte animata da un giardino pensile che il progettista descrive come ispirata a suggestioni piranesiane. Sopra l'ordine gigante di scultorei pilastri sagomati a V, la lamina della terrazza - che accoglie le funzioni comunitarie dell'azienda - introduce agli ingressi degli uffici, organizzati ai piani superiori in open-space serviti dai quattro principali vani scala con servizi posti agli angoli della corte. Le facciate continue in curtain-wall sono schermate da una maglia di elementi prefabbricati in cemento, che integrano schermature tessili, mentre le superfici opache sono rivestite da pannelli in calcestruzzo levigato. Alessandro Scandurra - in collaborazione con Digit&associati - ha disegnato anche gli interni dell'auditorium.

Il progetto della Zurich rientra nel piano di riqualificazione "Maciachini Center", avviato nel 2003 da una società privata e volto a recuperare un ex impianto industriale già sede della società farmaceutica Carlo Erba. Redatto dall'architetto Paolo Pasquini, il masterplan organizza i nuovi spazi intorno a un'ampia area verde su cui si attesta anche l'intervento dello studio Sauerbach e Hutton in via Imbonati.

Archivio Scandurra Studio, Milano

Credits

Compilatore: Leoni, Maria Manuela (2015)
Responsabile scientifico testi: Irace, Fulvio