Lombardia Beni Culturali
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Carta investiture

1177 gennaio 23, Inveruno.

Oberto arcidiacono, Domenico e Pastor, fratelli, detti Crivelli, di Milano, a loro nome e a nome dei figli del fu Guala, loro fratello, investono la chiesa e la canonica di S. Ambrogio di Milano, rappresentata da Aldo Crivellus, e la immettono nel possesso del fitto di quattro moggi, secondo la misura di Milano, da dividere in parti eguali tra la canonica e il monastero della detta chiesa di S. Ambrogio; fitto che i nominati fratelli hanno nel luogo di Garbaniate Cirinversum e sulla casa di Ambrogio Gilius. Oberto, Domenico e Pastor compiono tale investitura in esecuzione del iudicatum che il defunto Guala, loro padre, aveva fatto in favore della canonica e del monastero di s. Ambrogio perché venisse celebrato un annuale di suffragio per l'anima dello stesso Guala e della madre dei detti fratelli. Guala aveva anche dato facoltà ai figli di trasferire altrove il fitto sopra indicato, purché fosse garantita la quota della canonica di S. Ambrogio.

Originale, ASMi, AD, pergg., cart. 303, n. 133 [A]. Copia semplice del sec. XVIII, G. C. Della Croce, Codex Diplomaticus Mediolanensis, I, 9, f. 262rv. Sul verso, di mano contemporanea: Carta canonice Sancti Ambrosii de modia .II. fictum in loco Garbaniate. Seguono altre annotazioni tarde.

Cf. Jura Capituli, f. 307r; Giulini, Memorie, III, p. 772.

Pergamena di mm. 129/139 x 330/335; in discreto stato di conservazione, presenta un foro dovuto ad un difetto naturale; ha inoltre una grossa macchia violacea in corrispondenza della antica piega centrale disposta in senso perpendicolare alla scrittura, che però non reca alcun danno alla lettura.

(SN) Anno dominice incarnationis millesimo centesimo septuagesimo septimo, decimo die ante kalendas februarii, indictione decima. Ligno et carta que (a) suis tenebat manibus dominus | Obertus archidiaconus (1) et Dominicus et Pastor germani qui dicontor (b) Crivelli (2) de civitate Mediolani investiverunt et in tenuda (c) et in posesione (b) miserunt suo nomine et nomine | filiorum (d) quondam Guale, qui fuit frater eorum, dominum Aldonem similiter Crivellus, in vice et ad partem et utilitatem ecclesie et canonice Sancti Anbroxii de civitate M|ediolani ubi sanctum (e) requiesit (b) corpus, nominative (f) de modiis (g) quatuor fictum quod ipsi habent in loco Garbaniate Cirinverso et in domo Anbroxii Gilio, silicet (b) mo|dia duo ad mensuram Mediolani omnique anno eidem (h) canonice, et alia duo modia monasterio suprascripte ecclesie, pro illo iudicato (3) quod quondam Guallo pater eorum et mater eorum iudica|verant eisdem monasterio et canonice pro universalio (b) suo anualiter pro remedio et mercede animabus (b) eorum, eo vero ordine: si unus suprascriptorum fratrum voluerit emere suprascriptum | fictum alibi in laude bonorum hominum, iamdicta canonica et sucesores suprascripte (i) canonice contenti esse debent, ita tamen ut suprascripta canonica sit bene secura omnique | anno de suprascripto ficto, ita ut amodo in antea fatiat suprascripta canonica cum suis sucessoribus (b) et cui dederit de illis (j) duobus (k) modiis (j) fictum quod voluerit sine alicuius contradictione. | Quia sic decrevit bona eorum volontas. Actum in canonica Sancti Martini de loco Euruno.
Signum + manuum suprascriptorum Dominici (l) et Pastoris qui hanc cartam ut supra fieri rogaverunt.
Interfuerunt testes Marchixius prepoxitus de Dariago et Nabor presbiter et Algixius presbiter de Broxano et Petrus becarius.
(SN) Ego Petracius iudex, Gardiani, hanc cartam tradidi et scripsi.


(a) Sulla e un segno abbreviativo superfluo.
(b) Così A.
(c) -u- nell'interlinea.
(d) Su -r- un segno abbreviativo superfluo.
(e) In A s(an)c(t)u(m) con un unico segno abbreviativo sulla u.
(f) A noiative per omissione dei segni abbreviativi.
(g) La seconda i corretta da o.
(h) A ei(us)d(em) per il segno abbreviativo usato.
(i) Sulla e finale un segno abbreviativo superfluo (s in posizione di esponente).
(j) La seconda i corretta su o.
(k) -bus nell'interlinea.
(l) Segue et Gualle cancellato con un tratto di penna.

(1) Oberto o Uberto Crivelli, arcidiacono degli ordinari della Chiesa milanese e cardinale della Chiesa romana, il 9 maggio del 1185 sarà eletto arcivescovo di Milano, e il 25 novembre dello stesso anno diventerà papa, con il nome di Urbano III, ma conserverà ugualmente la carica arcivescovile. Morirà il 20 ottobre del 1187 (Mann, pp. 284-311; Wolter, pp. 104-105, 108-109).
(2) Sui Crivelli, v. Doc. 7, n. 4.
(3) Il documento si desidera.

Edizione a cura di Annamaria Ambrosioni
Codifica a cura di Gianmarco Cossandi

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