Lombardia Beni Culturali
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Pagina privilegii Milonis Mediolanensis archiepiscopi

1193 aprile 6, Milano.

Milone, arcivescovo di Milano, a seguito della richiesta di Ambrogio, abate del monastero di S. Ambrogio, e dei suoi confratelli, assume il monastero sotto la protezione della Chiesa Milanese e conferma i relativi beni e possedimenti: il monastero con gli edifici e terreni annessi fino alle mura cittadine, la chiesa di S. Pietro costruita vicino a quella di S. Vitale, la chiesa di S. Agostino e i suoi possedimenti, la chiesa di S. Michele con parrocchia e beni e con la parrocchia dell'ospedale costruito lì presso, la chiesa di S. Pietro in Sala con la parrocchia delle Cassine de Biffis, delle domus de Baitana e relativa decima, la chiesa di S. Siro alla Vepra con parrocchia e decima e all'interno della città la chiesa di S. Satiro con parrocchia e beni; la curtis di Origgio con le chiese di S. Siro e di S. Maria, con servi e decima; le chiese di S. Sepolcro e della SS. Trinità di Ternate con parrocchia, decima e beni; la curtis di Campione con le chiese di S. Zenone, S. Pietro e S. Maria, con parrocchia, decima e pertinenze; la chiesa di S. Siro di Canobbio con i beni della curtis; la curtis di Dubino con le chiese di S. Pietro e di S. Benedetto, con parrocchia, decima e servi; la curtis di Limonta con la chiesa di S. Genesio, la decima dell'oliveto, la parrocchia e i servi; la curtis di Capiate con la chiesa di S. Nazzaro, parrocchia, decime, primizie e servi; la curtis di Inzago con la chiesa di S. Ambrogio e l'advocatia di quella di S. Maria, con decima e servi; la chiesa di S. Ambrogio di Gessate e pertinenze; la chiesa di S. Damiano in Baraggia con parrocchia, decima e pertinenze; la curtis di Paciliano con le chiese di S. Pietro con parrocchia e decima, dei SS. Salvatore e Ambrogio e di S. Giorgio, con i beni; la chiesa di S. Michele a Castagneto; la chiesa di S. Martino a Terruggia, con decime e servi; la curtis di Monte con le chiese di S. Vigilio e di S. Eusebio, con le decime; la curtis di Cereseto <nell'episcopato di Piacenza> con la chiesa di S. Ambrogio, con decime e servi e altri beni; la chiesa di S. Ambrogio di Quinto <Vercellese> con i suoi beni e la chiesa di S. Pietro nello stesso castrum con decime, primizie e beni; le chiese di S. Maria e di S. Martino a Casterno con i beni; il diritto sul monastero di S. Maria in Aurona e i beni a Domenegasco; il monastero di Borgonovo di Roncello con i beni; conferma inoltre la prerogativa dell'abate di cantare la Messa domenicale e delle solennità portando infula, anello e insegne episcopali e infine le consuetudini antiche del monastero, in particolare il diritto di salire sul pulpito.

Originale, ASMi, AD, pergg., cart. 313, n. 284 [A]; copia autentica del 1597, ibidem [B]. Regesto del 1738 in Giorgi, Registro, c. 348; del 1739 in Giorgi, Rubrica, c. 30v. Trascrizione: Della Croce, I, 11, c. 123r.
Nel verso, di mano del XIV secolo, Conf[irmac]io facta per dominum Milonem archiepiscopum de omnibus privillegiis mon(asterii) et specialiter secundum quod monasterium habet iurisdictionem usque ad muros civitatis; di mano del XV secolo, Dei gratia sancte Mediolanensis Ecclexie dillectis in Christo filliis Ambroxio abbati monasterii Sancti Ambroxii et [[...]]; annotazioni sei-settecentesche di oggetto, data e segnature n. 16 e n. 621; riferimenti all'Exemplaria Diplomatum del Giorgi; data di mano del Bonomi MCXCIII; segnatura a matita 259.
Edizione: PURICELLI, n. 1101 (GRAEVIUS, IV/1, col. 479); ARESI, Privilegiorum, p. 75; UGHELLI, IV, col. 169. Regesto: GIULINI, VII, p. 144; SAVIO, I, p. 547.

A è in mediocre stato di conservazione, lacerazioni in corrispondenza della piegatura (una delle quali consolidata su supporto membranaceo), lievi macchie diffuse. Sigillo pendente deperdito: plica con quattro fori, strappati per asportarlo: restano alcuni residui di cera bruna accanto alle sottoscrizioni. Tracce di rigatura.
Le sottoscrizioni sono suddivise in tre gruppi: i primi due, a sinistra, sono più confusi, mentre il terzo, al centro della pergamena, costituisce una colonna bene ordinata che si apre con la sottoscrizione dell'arcivescovo.
Una mano tra XII e XIII secolo ha vergato alcune annotazioni nel margine sinistro. In particolare tale mano segnala con nota e due segni di croce una parte dell'elenco dei beni (dalla 'curtis' di Limonta alla chiesa di S. Martino di Casterno) e annota infine quod canonici nulatenus asendant pulpitum.
B, contenuta in un fascicoletto cartaceo costituito da 3 bifogli (11 carte scritte) e rilegato in cartone, è autenticata il 17 novembre 1597 dai notai milanesi Francesco Maria Calcaterra del fu Cesare, Fulvio Bossi di Giovanni Battista, Francesco Quaglia del fu Ambrogio, Francesco Appiani di Giovanni Ambrogio e Anassarco Riva di Angelo, dagli abati del collegio dei notai Francesco Piatti e Giuliano Cesare Confalonieri e infine sigillata dal vicecancelliere del medesimo collegio.
L'anno di episcopato di Milone non corrisponde: nella datazione è indicato ancora il quinto anziché il sesto, che era invece già scattato (si vedano a questo proposito, per es., il privilegio del 13 marzo 1194 concesso a S. Eustorgio, ASMi, AD, pergg., cart. 397, n. 3, datato al settimo anno, e la sentenza del 3 marzo 1190 nella controversia tra monaci e canonici di S. Ambrogio, ibidem, cart. 343, c. 1, n. 13, datata al terzo anno, il primo ed. in BASCAPÉ, Antichi diplomi, n. 9). Per spiegare l'incongruenza nella datazione GIULINI (IV, p. 73) sostiene che non si tratti di un originale ma di una copia, opinione questa che non è però sostenibile: bastino le tracce del sigillo e la sicura autografia delle sottoscrizioni - compresa quella dello stesso Milone -, accertabile mediante il confronto grafico con gli altri documenti arcivescovili degli stessi anni, come quelli testé citati.
La presente conferma riprende fedelmente la 'pagina constitutionis' di Oberto del 2 aprile 1148. L' 'arenga', la 'narratio' e la 'dispositio' sono in gran parte sovrapponibili e l'elenco dei beni confermati ricalca quello della concessione di quarantacinque anni prima, salvo alcune differenze: in particolare, Milone non cita la chiesa di S. Satiro presso il monastero, mentre specifica che la conferma riguarda il monastero stesso e gli edifici e i terreni ad esso annessi; nomina la 'curtis' di Dubino in generale quando Oberto aveva invece fatto riferimento solo alla terza parte di quel luogo; specifica che nella 'curtis' di Limonta la decima dell'intero oliveto spetta a S. Ambrogio (evidentemente a seguito dell'esito della controversia di qualche anno prima: cfr. i 'dicta testium' dell'inizio del 1184 e del 31 agosto 1184 di cui al n. 18 e al n. 25, la sentenza del febbraio 1184, v. n. 19, quella del vescovo di Novara Bonifacio del giugno 1185, v. n. 27, e la successiva conferma da parte di Lucio III del 14 luglio 1185, v. n. 28); Milone include poi la 'curtis' di Capiate, escludendo invece quella di Bissone; aggiunge la chiesa di S. Ambrogio di Gessate e, per ultimo, il monastero di Borgonovo di Roncello; gli altri diritti e la prerogativa di portare le insegne della dignità episcopale erano già presenti nel privilegio di Oberto: Milone fa infine riferimento al diritto di salire sul pulpito (uno dei punti della controversia con i canonici: cfr. la sentenza dello stesso Milone del 3 marzo 1190, ASMi, AD, pergg., cart. 343, c. 1, n. 13).

Milo, Dei gr(ati)a sancte Mediolanensis Ecclesie archiepiscopus, dilectis in Cristo filiis Ambrosio, abbati monasterii Sancti Ambrosii Mediolanensis, et eius fratribus tam presentibus quam substituendis, perpetuo. | Sacra testante scriptura ex officio nobis iniuncto interest ecclesias et ecclesiasticas personas nostro comissas regimini paterno affectu diligere et eas earumque bona pia protectione munire, dignum namque et honestati conveniens esse aperte | cognoscitur ut qui ad ecclesiarum regimen sub Mediolanensis Ecclesie obedientia comorancium sumus Domino disponente voccati eas et a pravorum hominum nequicia tuea[mur et sancte Medi]olanensis Ecclesie patrocinio foveamus. Proinde dilecti | in Domino filii, vestris iustis peticionibus clementer annuentes, prefatum Beati Ambrosii monasterium, in quo divini estis mancipati obsequio, et eius bona sub nostra et sancte Mediolanensis Ecclesie protectione et defensione suscipimus | et presentis privilegii pagina comunimus. Statuimus itaque ut quascumque possessiones quecumque bona predicta Beati Ambrosii ecclesia in presentiarum iuste et canonice possidet aut in futurum concessione pontificum, | largicione regum vel principum, oblacione fidelium seu aliis iustis modis, Deo propicio, poterit adipisci, firma vobis vestrisque successoribus et illibata permaneant, [in] quibus hec propriis duximus exprimenda voccabulis: monasterium | cum claustro, palaciis, domibus, officinis et cum omnibus casis et terris usque ad muros civitatis, sicut murorum ambitu circumdatum esse cognoscitur; ecclesiam Beati Petri iuxta ecclesiam Sancti Vitalis hedificatam; ecclesiam Sancti Agustini cum suis possessionibus; ecclesiam Sancti | Michaelis cum parrochia et suis possessionibus et cum parrochia hospitalis ibi prope hedificati; ecclesiam Beati Petri ad Salam cum parrochia de Cassinis de Biffis et de domibus de Baitana et decima; ecclesiam Sancti Syri ad Vepram cum parrochia et decima; ecclesiam | Sancti Satyri infra civitatem cum parrochia illa que est ab ecclesia Sancti Satyri usque ad domum Lanfranci Boccardi et ex altera parte vie usque ad domum Amizonis Montenarii, sicut determinatum est in sentencia (1) bone memorie domini Oberti, Mediolanensis archiepiscopi, cum omnibus possessionibus suis; curtem Oleoducti cum duabus capellis, scilicet ecclesiam Sancti Syri et ecclesiam Beate Marie, cum famulis et decima; ecclesiam Sancti Sepulchri et ecclesiam Sancte Trinitatis de Trinate cum parrochia et decima et earum possessionibus; curtem Campilionis cum | tribus capellis, videlicet ecclesia Sancti Zenonis et ecclesia Sancti Petri et ecclesia Sancte Marie, cum parrochia et decima et omnibus ad eam pertinentibus; ecclesiam Sancti Syri de Canobio cum possessionibus ad predictam curtem pertinentibus; curtem de Dubino cum duabus capellis, scilicet | ecclesia Sancti Petri et ecclesia Sancti Benedicti, cum parrochia et decima et famulis; curtem Elemontis cum ecclesia Sancti Genesii et decima tocius oliveti et parrochia et famulis; curtem de Capiate cum ecclesia Sancti Nazarii, cum parrochia et decimis et primiciis atque famulis; | curtem de Anticiago cum ecclesia Sancti Ambrosii et advocatia ecclesie Sancte Marie, cum decima et famulis; ecclesiam Beati Ambrosii de Gloxate cum omnibus ad eam pertinentibus; ecclesiam Sancti Damiani in Baraza cum parrochia, decima et omnibus que ad eam pertinent; cur|tem de Pasiliano cum tribus capellis, videlicet ecclesia Beati Petri cum parrochia et decima atque ecclesia Sancti Salvatoris et Beati Ambrosii et ecclesia Sancti Georgii, cum suis possessionibus; in Castaneto ecclesiam Sancti Michaelis; in Turricula ecclesiam Sancti Martini | cum decimis et familiis; curtem de Monte cum ecclesia Sancti Vigilii et ecclesia Sancti Euxebii, cum decimis; curtem de Cirixola cum ecclesia Sancti Ambrosii, cum decimis et famulis aliisque possessionibus; ecclesiam Sancti Ambrosii de Quinto cum suis et aliis possessionibus et in castro | predicti loci ecclesiam Sancti Petri cum decimis, primiciis et possessionibus; ecclesiam Sancte Marie et ecclesiam Sancti Martini de Casterno cum suis aliisque possessionibus; atque ius illud quod [anti]quitus habetis in monasterio Auronis et possessiones quas habetis in | Domregasco; monasterium de Rocello cum omnibus suis possessionibus. Preterea dignitatem illam que, ut in vestris continetur privilegiis, vobis ex longo et antiquo tempore concessa est, videlicet quod abbas in dominicis et sollempnibus (a) diebus cum infula et annulo aliisque | ornamentis episcopalibus in ecclesia Beati Ambrosii missas cantet, vobis confirmamus; universas insuper consuetudines antiquas quas in ecclesia sepedicta Beati Ambrosii habere consuevistis, et specialiter consuetudinem ascendendi pulpitum, vobis solummodo | vestrisque successoribus et nulli alii confirmamus, ita quod nulli alii exceptis ordinariis Mediolan(ensis) Ecclesie liceat, occasione aliqua suadente, pulpitum illud - vel aliud in ipsa ecclesia aliquando constructum - ad divina ministeria vel aliqua | ecclesiastica officia celebranda ascendere sine vestra vel successorum vestrorum li[ce]ntia et voluntate. Decernimus ergo ut nulli omnino hominum in nostra comoranti dicione [li]ceat contra huius nostri privilegii paginam venire vel ei ausu te|merario contraire. Si quis autem id attemptare presumpserit et, comonitus, si satisfactione debita suam non correxerit temeritatem, iram Dei omnipotentis et nostram ac sui ordinis et officii periculum se noverit incur|surum. Cunctis autem hec eadem vobis servantibus pax sit et gr(ati)a domini Iesu Christi. Amen, amen, amen.

+ Ego Obertus Mediolanensis archidiaconus s(ub)s(cripsi).
+ Ego Rolandus Mediolan(ensis) cancellarius s(ub)s(crips)i.
+ Ego Oto diaconus s(ub)s(cripsi).
+ Ego Oto diaconus et vicedominus s(ubscripsi).
+ Ego Oldo dyaconus s(ub)s(crip)si.
+ Ego Obertus diaconus Mediol(anensis) Ecclesie s(ub)s(cripsi).
+ Ego Albertus subdiaconus Mediol(anensis) Ecclesie s(ub)s(cripsi).

+ Ego Milo, Dei gra(ti)a Mediolan(ensis) archiepiscopus, s(ub)s(cripsi).
+ Ego Philipus Mediol(anensis) archipresbiter s(ub)s(cripsi).
+ Ego Petrus presbiter s(ub)s(cripsi).
+ Ego Viscardus presbiter s(ub)s(cripsi).
+ Ego Guisscardus de Arzago, sancte Mediolan(ensis) Ecclesie presbiter, s(ub)s(cripsi).
+ Ego Albertus presbiter s(ub)s(cripsi).
+ Ego Ugo presbiter s(ub)s(cripsi).

§ Dat(um) Mediolani per manum domini Roll(andi), Dei gr(ati)a Mediolanensis Ecclesie diaconi et cancellarii, anno Domini mill(esim)o cent(esim)o nonag(esim)o tercio, die martis .VI. mensis aprilis, pontificatus domini Milonis anno quinto.(SPD)


(a) -b(us) corretto da s

(1) Doc. non reperito. Cfr. anche la 'pagina constitutionis' di Oberto del 2 aprile 1148, ove la chiesa di S. Satiro, la parrocchia e le relative pertinenze vengono confermate al monastero, tra gli altri beni: non si fa però riferimento a confini precisi, che devono essere stati invece stabiliti nella sentenza dello stesso Oberto qui citata, oggi perduta.

Edizione a cura di Ada Grossi
Codifica a cura di Ada Grossi

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