Lombardia Beni Culturali
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Carta finis et transactionis

1178 aprile 21, Milano.

Pesce prete, Alberico diacono nonché Guido, Giovanni, Sacco chierici e canonici della chiesa di S. Pietro di Gerenzano, alla presenza di Ariprando giudice, eletto avvocato in questa causa, rinunziano a titolo di transazione in favore di Giovanni, monaco del monastero di S. Pietro in Ciel d'Oro, che agisce a nome dello stesso monastero e della chiesa di S. Martino di Gerenzano da esso dipendente, a tutti i redditi e a quanto di pane, di vino e di frutti il monastero era solito dare nelle vigilie di s. Matteo apostolo e di s. Martino ai canonici; questi ultimi danno guadia nei riguardi del monastero e in particolare lo garantiscono dal danno che potrebbe venire dai Mainerii di Milano; in cambio di ciò Giovanni monaco consegna alla controparte un brevilegium sententie emesso da Oberto, arcivescovo di Milano, tramite Galdino cancelliere. La transazione avviene per disposizione di Anselmo, prete della chiesa di S. Maria Podone, arbitro eletto dalle parti.

Originale, ASMi, FR p.a., cart. 6105 (cl. XXXIV, Benefici) [A]. Regesto del 1752, ivi, camicia cartacea di A. Nel verso di A, annotazione di mano del notaio, visibile soltanto con la luce di Wood: Finis quam fecer(unt) clerici de Gerenzano monasterio S[ancti] Petri in C[elo Aureo]; di mano del sec. XIII in.: CARTA de eecclesia (così) S(ancti) Martini | de Gerenzano; altre annotazioni di epoca moderna.

La pergamena è in discreto stato di conservazione, nonostante l'usura lungo le antiche piegature e un certo scolorimento dell'inchiostro.
Giovanni <de Villarasca> monaco, che agisce qui a nome del monastero, va identificato con l'omonimo Giovanni che risulta occupare la carica abbaziale tra il 1162 e il 1168 (cf. docc. 1162 febbraio 11, AOSM, cart. B 1, e qui doc. n. 17; la data di insediamento nella carica potrebbe forse subire un leggero anticipo tenendo conto di alcune delle testimoniante riportate nel doc. n. 204). È attestato ancora abate, in sostituzione di Olrico nei docc. compresi tra il 1175 luglio 25 (n. 81) e il 1176 gennaio 26 (n. 91). Giovanni divenne per la prima volta abate durante lo scisma di Vittore IV, antipapa dal 1159 (come da testimonianza del 1189 dell'arciprete della pieve di Broni, cf. doc. n. 203: ...erat in loco abbatis, ... in tempore scismatis ... et tempore Octaviani; cf. anche le numerose testimonianze del doc. n. 204 e un altro doc. del 1195 ottobre 31 e novembre 2, in ASMi, FR p.a., cart. 6095, dove è menzionato quale intrusus) e pure abusivamente dovette occupare la carica in sostituzione di Olrico. Dopo essere stato riaccolto in grazia di Alessandro III a Venezia nel 1177 agosto 1 (cf. Liber Pontificalis, ed. DUCHESNE II, p. 441 e KEHR, Italia Pontifìcia, VI, I, p. 200, n. 25), torna a essere semplice monaco (con tale qualifica compare nel doc. qui edito), operando in futuro soltanto quale consenziente o rappresentante dell'abate Olrico reintegrato (cf. docc. nn. 104, 109, 116, 131, 136, 151, 224). Sulla vicenda di Giovanni si tenga anche presente un doc. del 1192 novembre 11 (AOSM, cart. XXII, X) ricordato (sotto la data errata del 1182) da HOFF, Pavia, p. 22 e da SCHROTH-KÖHLER, Die Fälscherwerkstatt, pp. 8-9, nota 40.
Questo doc. va letto tenendo conto della carta commutationis del 1174 marzo 20 (n. 69). Circa la chiesa milanese di S. Maria Podone e prete Anselmo cf. AMBROSIONI, Le pergamene di S. Ambrogio, pp. 166-9, n. 55 (in particolare p. 167, nota 1) e pp. 175-6, n. 58.

(SN) Anno dominice incar(nationis) millesimo centesimo septuagesimo octavo (a), undecimo kalendas madii, indic(tione) undecima. Finem nomine transactionis fe|cerunt d(omi)nus Piscis presbiter et Albericus diaconus et Guido et Ioh(anne)s et Sachus, omnes clerici et canonici eccl(esi)e Sancti Petri de loco Gerenzano, ibi | astante et laudante Hariprando iudice, avocato electo in hoc negotio tantum, in d(omi)no Iohanne, monacho monasterii Sancti Petri in Celo Aureo | de civitate Papie, ad partem ipsius monasterii et ad partem eccl(esi)e Sancti Martini s(upra)s(crip)ti loci Gerenzani que est iuris s(upra)s(crip)ti monasterii, nominative de omni | illo redditu et penditio de pane et vino ac fructibus vel aliis redditibus que ipsum monasterium pro se vel pro s(upra)s(crip)ta ecclesia s(upra)s(crip)ti Sancti Martini vel | in earum rebus solitum erat dare s(upra)s(crip)tis canonicis vel aliis pro eis in vigilia Sancti Mathie apostoli et in vigilia Sancti Martini, ita quod deinceps s(upra)s(crip)ti | canonici et Petrus fr(ater)(b) eorum et eorum successores et pars s(upra)s(crip)te eccl(esi)e Sancti Petri s(upra)s(crip)ti loci non habent agere nec causari ullo m(od)o contra s(upra)s(crip)tum mona|sterium vel ecclesiam s(upra)s(crip)ti Sancti Martini vel earum possessiones, sed omni t(em)pore taciti et contenti permanebunt in pena librarum decem denariorum novorum Mediol(anensium); | et insuper s(upra)s(crip)ti presbiter et canonici deder(unt) guadiam, obligando omnes suas res, quisque in solidum, eidem d(omi)no Iohanni ad partem s(upra)s(crip)ti monasterii quod ipsi et eorum | successores et pars sue eccl(esi)e taciti et contenti ut supra l(egitur) permanebunt; et si s(upra)s(crip)tum monasterium aliquod da(m)pnum de iure passum fuerit per placitum | quod ei dederint illi qui dicuntur Mainerii de civitate Mediol(ani), totum restaurare debent sub eadem obligatione suarum rerum. Et propter hoc ipse | Ioh(anne)s monachus dedit eis quoddam (c) brevilegium sententie a d(omi)no Oberto Mediol(anensi) archiepiscopo (1) per Galdinum canzelarium late (2). Et hanc transactionem | fecer(unt) iussu d(omi)ni Anselmi presbiteri eccl(esi)e Sancte Marie Podonis, in quo a(m)be partes hoc posuerant, quia sic inter eos convenit (d). Actum Mediol(ani).
Signum (e) + manus s(upra)s(crip)ti Hariprandi iudicis qui avocatus fuit electus, qui hanc cartam laudavit.
Signum + (f) manus Oprandi Brachi et Loterii Salionis et s(upra)s(crip)ti Hariprandi testium.
(SN) Ego Redaldus qui dicor de Senago notarius sacri pal(atii) hanc cartam finis, transactionis tradidi et scripsi.


(a) A octavm, come pare.
(b) Segue rasura di due lettere, forse -es
(c) La prima d nell'interlineo.
(d) A covenit
(e) La S- è preceduta, qui e nel caso seguente, dallo stesso motivo grafico che ricorre nel signum.
(f) Così A, anche se seguono i nominativi di tre testi.

(1) Oberto da Pirovano (1146-1166), cf. GAMS, p. 796; SAVIO, Milano, pp. 501-22.
(2) Non si è reperito il doc.

Edizione a cura di Maria Antonietta Casagrande Mazzoli
Codifica a cura di Gianluca Vandone

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