Palazzo Beltrami

Milano (MI)

Indirizzo: Piazza Cordusio, 2 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Milano (MI)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Edificio di forma rettangolare (palazzo uffici), su griglia di pilastri in calcestruzzo armato e muratura di tamponamento in laterizio; solai in latero-cemento; copertura a falde.

Epoca di costruzione: 1961 - 1967

Autori: Cassi Ramelli, Antonio, progetto

Descrizione

Il progetto di Cassi Ramelli è elaborato in tempi brevi; il nulla osta dell'Autorità Municipale "per i lavori di restauro dello stabile via Mercanti 21 (piazza Cordusio 2 e via Orefici 26)" è rilasciato il 28 marzo 1962.
La demolizione della ex casa Guenzati è preordinata alla realizzazione del nuovo edificio a cinque piani su via Mercanti, in parte risvoltato ad innestarsi nelle murature del "fabbricato Beltrami", attraverso adeguate strutture in cemento armato.
Edificato dall'Impresa Perrucconi, il palazzo è posto in continuità sulla via Mercanti con palazzo Beltrami ed in comunicazione, sul lato opposto, con via Orefici mediante la prevista galleria, a carattere prettamente commerciale. Alla struttura portante in cemento armato basata su una griglia di pilastri, si affiancano le murature perimetrali in mattoni pieni e forati, allineate a formare una camera d'aria di larghezza variabile. Le facciate sono aperte da un fitto ordine di finestre a sviluppo verticale, molto incassate e contrassegnate da un voltino superiore. Per la scelta dei materiali di finitura, l'architetto si avvalse della propria grande conoscenza dei materiali lapidei, proponendo l'impiego del granito di Montorfano, del botticino, dello zandobbio rosa Aurora e del ceppo gentile di Poltragno, questo lavorato a punta grossa e levigato nel rivestimento del piano terra e dell'ultimo piano, e ceppo semplicemente levigato nei piani intermedi.
All'ultimo piano della facciata verso il palazzo della Ragione è collocata la scultura rappresentante il leone di San Marco, emblema della compagnia assicurativa. Incaricato l'artista Leone Lodi dell'esecuzione del modello in gesso, fu realizzata in pietra artificiale ad imitazione del travertino.
Il progetto di Cassi Ramelli per le Assicurazioni Generali comprende anche la modifica degli ambienti di palazzo Beltrami, attuato con la ridistribuzione completa degli spazi interni, anche per il tramite di parziali demolizioni, e l'adeguamento tecnologico.
Il complesso di opere previste per la sistemazione dello storico palazzo di piazza Cordusio ebbe concreta attuazione attraverso audaci scelte architettoniche, risultate determinanti per l'esito del programma edilizio: tra queste, la demolizione della copertura a falda ed a terrazza all'estremità del fabbricato verso via Orefici.
La grande capacità ed esperienza maturata dall'architetto fu alla base della estensione del suo incarico, seppur parzialmente, anche alla definizione degli arredi e di componenti accessorie alle opere di finitura, come i corpi illuminanti. L'architetto operò con altrettanta cura e metodicità nella sistemazione del palazzo Panigarola; i lavori furono distribuiti nel tempo, anche in ragione dei mutati orientamenti della Soprintendenza. Alla data del 22 luglio 1965 erano già state presentate otto varianti alla prima ipotesi progettuale.

Notizie storiche

Tra la fine degli anni Cinquanta ed i primi mesi del 1960, le Assicurazioni Generali promuovono un complesso di interventi sulle proprietà comprese nella centrale area del Cordusio; il piano allo studio prevede la conservazione del palazzo Beltrami, al vertice dell'isolato e affacciato sulla piazza, la demolizione dell'ex casa Guenzati, contigua al palazzo ed affacciata su via Mercanti, l'apertura di una galleria di collegamento tra via Mercanti e via Orefici, secondo un tracciato elaborato dall'ufficio tecnico della società e, infine, la sistemazione di palazzo Panigarola.
La proprietà affida all'architetto Antonio Ritossa il compito di individuare un professionista cui sottoporre l'incarico per la progettazione degli interventi allo studio. La scelta, attentamente valutata, cade su Cassi Ramelli, preferito anche su indicazione di Cesare Donini (progettista e direttore dei lavori in occasione degli interventi sugli edifici della proprietà in corso Magenta e via Bandello) che nutre per il collega "oltre a una sincera e cordiale amicizia, una illimitata stima come uomo e come artista".
Cassi Ramelli è dunque incaricato di predisporre al progetto complessivo un programma compositivo di cui facciano parte soluzioni tecnologiche e scelte architettoniche innovative, in grado di ben rappresentare l'immagine dinamica e funzionale dell'azienda. In particolare, l'architetto è incaricato della "direzione artistica e tecnica" per la sistemazione della galleria da aprire tra via Orefici e piazza dei Mercanti, la copertura del cortile al centro del palazzo Beltrami (oltre all'adeguamento funzionale ed al restauro di tutti gli ambienti) e la costruzione del nuovo edificio che prenderà il posto della casa ex Guenzati. Dell'incarico fa parte l'elaborazione di tutti i disegni necessari alla realizzazione delle opere, anche in rapporto con gli uffici preposti all'attività edilizia, rimanendo esclusi gli elaborati economico-contabili, i contratti d'appalto, i collaudi e le liquidazioni, di competenza dell'ufficio tecnico interno all'azienda.
La Soprintendenza, nel marzo 1961, si pronuncia positivamente sul progetto di "restauro edilizio" di palazzo Beltrami, acconsentendo altresì alla demolizione della ex casa Guenzati, condizione imprescindibile per l'attuazione del piano delle Assicurazioni Generali. Consapevole della complessa e delicata situazione nella quale operava, sia per l'importanza dell'area dell'intervento, sia per i contenuti del progetto, la proprietà formula alcune restrittive norme contrattuali con gli esecutori delle opere. Nell'eventualità di ritrovamenti archeologici o di "altri oggetti che potessero comunque interessare le Autorità competenti o la Soprintendenza ai Monumenti", una clausola del contratto d'appalto delle opere ne prevedeva la risoluzione - senza diritto alcuno all'indennizzo - in caso di interruzione delle attività di cantiere e sospensione dell'iter esecutivo del progetto.

Uso attuale: intero bene: uffici

Uso storico: palazzo uffici: uffici

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Bellini A./ Crippa M.A./ Pizzagalli D./ Selvafolta O., Il Palazzo Venezia in Piazza Cordusio a Milano, Trieste 2000, pp. 204-208

Fonti e Documenti

Archivio Antonio Cassi Ramelli, progetti, dal .... al ...., c...

Archivio Antonio Cassi Ramelli, personali, curriculum vitae 1, quaderno guadagni

Archivio Assicurazioni Generali Triestine, c. 95, posizione 1; c. 98, posizione 10

Archivio Soprintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio di Milano, S/3/8833

Archivio Veneranda Fabbrica del Duomo, AD, Lavori Duomo, c. 95/2

Percorsi tematici:

Collegamenti

  • Descrizione archivistica: Progetti e opere realizzate (1926 - 1980)
    Serie compresa in: Cassi Ramelli Antonio (1905 - 1980), Professione. Conservatore: Associazione Cassi Ramelli (Milano, MI).
  • Descrizione archivistica: Registro delle attività e curriculum (1925 - 1980)
    Serie compresa in: Cassi Ramelli Antonio (1905 - 1980), Personali. Conservatore: Associazione Cassi Ramelli (Milano, MI).

Credits

Compilazione: Garnerone, Daniele (2005)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

NOTA BENE: qualsiasi richiesta di consultazione, informazioni, ricerche, studi (nonché documentazione fotografica in alta risoluzione) relativa ai beni culturali di interesse descritti in Lombardia Beni Culturali deve essere inoltrata direttamente ai soggetti pubblici o privati che li detengono e/o gestiscono (soggetto o istituto di conservazione).