Palazzo Rho

Borghetto Lodigiano (LO)

Indirizzo: Piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa 1 (Nel centro abitato, distinguibile dal contesto) - Borghetto Lodigiano (LO)

Tipologia generale: architettura per la residenza, il terziario e i servizi

Tipologia specifica: palazzo

Configurazione strutturale: Situato nella piazza al centro del paese, in posizione isolata, il palazzo è una costruzione in muratura di mattoni continua a vista interrotta dall'aggetto di canne fumarie. L'edificio è suddiviso internamente in diversi spazi, destinati ad uffici, da muri divisori in muratura di mattoni; il sottotetto è suddiviso da muri prefabbricati e da otto pilastri a sezione rettangolare. I solai interni sono prevalentemente a travatura lignea. Il tetto a due falde con copertura in coppi è sostenuto da una struttura a capriate lignee. Il palazzo è fortemente caratterizzato dalle fronti in mattoni a vista dove si aprono bifore archiacute al primo piano. Il prospetto principale verso la piazza è scandito da camini sporgenti

Epoca di costruzione: post 1481

Descrizione

Il palazzo sorge in una posizione dominante nel centro abitato di Borghetto Lodigiano, ed il perimetro possente di questo edificio quadrangolare in mattoni a vista incute una certa soggezione al visitatore, il quale rischia di perdersi, di primo acchito, la percezione e la successiva lettura dei numerosi dettagli che abbelliscono le quattro facciate, su cui si stagliano le aperture del pianterreno e del primo piano.
Di particolare pregio è la facciata principale posta a sud, dove al piano nobile campeggiano tre grandi finestre bilobate la cui ricca decorazione delle cornici in cotto è caratterizzata da motivi vegetali e da putti che si susseguono. I finestroni sono a loro volta iscritti in un rettangolo i cui angoli nella parte superiore presentano il simbolo araldico della famiglia, ovvero una ruota. Al centro della finta bifora si inserisce una patera con un profilo che richiama stilisticamente i volti che abbelliscono il portale di Palazzo Ghisalberti, poi Mozzanica e oggi Varesi a Lodi, e rimandano alle maestranze attive nei chiostri della Certosa di Pavia, in particolare alle decorazioni in terracotta delle arcate del chiostro piccolo ispirate ai moduli dell'Amadeo (M. L. Gatti Perer, Studi e ricerche nel territorio della Provincia di Milano, Milano 1967, pp. 35-36, 238). Secondo Novasconi le finte bifore sono opera di Rinaldo de Stauris, artista cremonese (A. Novasconi, Castelli intorno a Lodi. Appunti di storia e d'arte, Milano 1981, pp. 37-38), mentre la raffinatezza e la qualità di queste cornici ha indotto Langè (S. Langè, Ville della provincia di Milano, Milano 1972, p. 262) a fare un confronto con le finestre del castello di Locate Triulzi, e soprattutto con le finestre del Filarete nella Ca' Granda a Milano.
Nonostante gli ingenti lavori di restauro eseguiti agli inizi del Novecento, (con esclusione delle tre finestre della facciata principale), abbiano rimaneggiato e modificato l'assetto originario dell'edificio, Palazzo Rho appare ancora oggi un pregevole esempio di architettura lombarda tardogotica.

Notizie storiche

Seppur Palazzo Rho non presenti caratteri architettonici che lo avvicinino ad un fortilizio, è stato spesso erroneamente denominato "castello" alla luce di un'antica ed effettiva preesistenza, che vedeva un fortilizio su questo territorio già nel 1100. Le fonti riportano infatti la presenza a Fossadolto, (paese che compare nel testamento dell'arcivescovo di Milano Ariberto nel 1034, in origine separato dal corso d'acqua Sillero e divenuto parte integrante di Borghetto Lodigiano nel 1488), di un edificio fortificato poi infeudato ai Rho, una di quelle dinastie di provenienza milanese presenti nel lodigiano per un lungo lasso di tempo.
Il palazzo edificato nel Quattrocento, di cui possiamo in parte fruire ancora oggi, è presumibilmente eretto sui resti di quell'antico castello che sorgeva in una posizione sopraelevata e dominante rispetto al centro abitato. Non è possibile stabilire con certezza la data di posa della prima pietra, ma è plausibile supporre che avvenga dopo il 1481, anno in cui i fratelli Alessandro Francesco e Filippo Rho, ed i fratelli Gian Girolamo e Gian Giacomo Rho vengono investiti in parti uguali del feudo di Borghetto con San Leone, Bargano, Ognissanti, Fossadolto, Panisacco, Ca' del Bosco, Ca' de Mazzoli, Ca' del Baruffo, Ca' de Boselli, Ca' de Tavazzi, Panigada, Ca' de Brodi, Fornace de' Granati e Ravarolo.
In una mappa catastale del 1867 si può vedere che l'ampio giardino di cui in una novella di Matteo Bandello se ne mette in evidenza la dimensione "da stancare due cavalli da corsa" (M. L. Gatti Perer, Studi e ricerche nel territorio della Provincia di Milano, Milano 1967, p. 36), scompare, lasciando uno spazio che oggi coincide con Piazza Dalla Chiesa.
Nel 1910 l'edificio è acquistato dal Comune, il quale effettua numerosi lavori di restauro, tra cui la riforma delle coperture, il rifacimento delle gronde, la sistemazione delle finestre, la realizzazione della rampa d'accesso in cotto, il recupero delle decorazioni pittoriche esterne ed interne, dei soffitti a cassettoni e di un camino, nonché la demolizione dei rustici adiacenti al palazzo. Pochi anni dopo all'interno dell'edificio vengono insediati gli uffici municipali, ed in tempi più recenti anche la sede della Pro loco locale.

Uso attuale: intero bene: uffici

Uso storico: intero bene: abitazione

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Riferimenti bibliografici

Cantù C., Grande illustrazione del Lombardo-Veneto, ossia Storia delle citta, dei borghi, comuni, castelli, ecc. fino ai tempi moderni / per cura di letterati italiani ; compilata da L. Gualtieri conte di Brenna e diretta da Cesare Cantu, Milano 1859, v. V p. 682

Fiorani P. L., Il Palazzo Rho in Borghetto Lodigiano, Rassegna d'arte, Milano 1914, pp. 189-192

Agnelli G., Lodi ed il suo territorio nella storia, nella geografia e nell'arte, Lodi 1917, p. 583

Rolla G., Borghetto Lodigiano, Lodi 1926, pp. 58-59

Langè S., Ville della provincia di Milano : Lombardia 4, Milano 1972, pp. 262-264

Perogalli C., Castelli della pianura Lombarda; catalogo storico descrittivo (a cura di G.C. Bascapé e C. Perogalli), Milano 1960, p. 146

Gatti Perer M. L., Studi e ricerche nel territorio della Provincia di Milano, Milano 1967, pp. 35-36; 238

Novasconi A., Castelli intorno a Lodi : appunti di storia e d'arte, Lodi 1981, pp. 37-38

Pettinari L., Da Lodi a ... : per castelli, palazzi, ville : itinerari turistici lodigiani, Lodi 1987, pp. 46-47

Suss F., Le ville del territorio milanese. Aspetti decorativi, parchi e giardini, riuso, Banca Agricola Milanese, Cinisello Balsamo 1989, v. II p. 122

Stroppa A., Il Lodigiano nell'ottocento. La struttura, l'organizzazione, i comuni e le frazioni della provincia di Lodi e Crema, Il Lodigiano dal XIV al XVIII secolo. Feudi e feudatari, Borghetto Lodigiano 1992, pp. 21-22

Quartieri L., Una chiesa, un paese : Borghetto Lodigiano, Borghetto Lodigiano 1986, p. 17

Stroppa A., Il Lodigiano dal XIV al XVIII secolo : Feudi e feudatari, Orio Litta 1994, pp. 18, 37-44

Pallavera F., Enciclopedia del Lodigiano, Borghetto Lodigiano-1 : Un vasto territorio ricco di testimonianze del passato, , v. I p. 6

Pallavera F., Enciclopedia del Lodigiano, Borghetto Lodigiano-2 : Palazzo Rho, sontuosa sede municipale, , v. I p. 7

Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia : Province di Milano e Pavia, Novara 1990, v. I pp. 42-42

Fonti e Documenti

Archivio di Stato di Milano, Mappe Carlo VI, cart. n. 3472, Borghetto Dominante ed Uniti, 1723, f. XX; parcella 1759

Archivio di Stato di Milano, Mappe Catasto Lombardo Veneto, cart. n. Borghetto Lodigiano ed Uniti, 1867, f. 16

Archivio di Stato di Milano, Mappe Cessato Catasto, cart. n. , Borghetto Lodigiano, 1897-1902, f. 16

Credits

Compilazione: Dionisio Agnese (2000)

Aggiornamento: D'Alessio, L. (2000); Vergani, Cristina (2007); Marino, Nadia (2016)

Descrizione e notizie storiche: Bolandrini, Beatrice

Fotografie: Marino, Nadia

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