Castello di Maccastorna - complesso

Maccastorna (LO)

Indirizzo: Via Roma, 2 (Nel centro abitato, in posizione dominante) - Maccastorna (LO)

Tipologia generale: architettura fortificata

Tipologia specifica: castello

Configurazione strutturale: Impianto a pianta trapezoidale vagamente rettangolare. Il lato meridionale e il lato nord presentano un tracciato concavo e al centro un torrione merlato. Il lato orientale, invece, presenta una torre d'ingresso quadrangolare preceduta da un rivellino merlato ed è affiancata da un corpo di maggiore spessore a destra. Il lato nord è inserito fra due torri merlate (angoli nord-est e nord-ovest). Caratteristico di tutta l'architettura è l'apparato quasi continuo retto da beccatelli a mattoni digradanti e la cinta merlata che un tempo cingeva tutta la rocca ora limitata agli angoli sud-est e sud-ovest. Una lunga balconata sorretta da mensoloni in pietra o legno si estende lungo i lati nord, sud e parte dell'est, sormontata da un tetto a falda unica a sua volta sorretto da piccoli pilastri in legno. Sei balconi rientranti e allineati con la muratura interna contraddistinguono il piano superiore del lato ovest, in corrispondenza delle stanze da letto degli ospiti

Epoca di costruzione: sec. XIII - sec. XIV

Descrizione

Il castello di Maccastorna, nell'omonimo comune della bassa Lodigiana che oggi conta 64 anime, è un significativo esempio architettonico di epoca feudale e un simbolo delle lotte per il governo del territorio fra il XIII e il XIV secolo. Ne conserva tuttora il severo carattere difensivo, nonostante interventi di adeguamento e trasformazione avvenuti nei secoli successivi; la sua collocazione fu strategica per il controllo del fiume Adda e del confine del territorio lodigiano con il cremonese. I ghibellini lo abitarono per molti anni e i guelfi lo espugnarono massacrando tutti i residenti. Il Castello di Maccastorna fu edificato con un impianto plani-volumetrico quadrangolare con il prospetti meridionale e settentrionale concavi dotati di un torrione merlato centrale. Il lato orientale presenta, invece, una torre d'ingresso quadrangolare preceduta da un rivellino merlato, al cui fianco destro si eleva un corpo di maggiore imponenza. Il lato nord è segnato all'estremità da due torri merlate, che coincidono con gli angoli nord-est e nord-ovest del complesso difensivo. Caratteristico di tutta l'architettura è l'apparato quasi continuo retto da beccatelli a mattoni digradanti e la cinta merlata che un tempo cingeva tutta la rocca, ora limitata al fianco meridionale. Una lunga balconata sorretta da mensoloni in pietra e legno si estende lungo i lati settentrionale, meridionale e parte dell'orientale. Questa è sormontata da una copertura a falda unica sostenuta da piccoli pilastri in legno. Sei balconi rientranti e allineati con la muratura interna contraddistinguono il piano superiore del lato occidentale, in corrispondenza dell'ala destinata alle stanze da letto degli ospiti. Alla fine del 'Ottocento l'acqua del fossato ed il relativo ponte levatoio furono sostituiti da un prato e da un 'ponticello' in muratura

Notizie storiche

Il castello di Maccastorna, che conserva ancora il suo severo aspetto di maniero duecentesco, fu edificato sulle compagini di una antica roccaforte, di Belpavone o Mancasturma eretta intorno al 1250 dai ghibellini banditi da Cremona. Negli anni successivi il castello fu espugnato dalla fazione avversa dei guelfi, che lo invasero massacrandone gli abitanti e distruggendolo in buona parte. Nel 1371 il castello venne acquisito da Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, che nel 1385 lo donò, insieme all'intero borgo, a Guglielmo Bevilacqua per i servigi offerti contro lo zio Bernabò Visconti. Nel Quattrocento il complesso architettonico, unitamente al feudo di Maccastorna, passò nelle mani di Cabrino Fondulo, condottiero al servizio dei cremonesi Cavalcabò, signori di Cremona. Costui si stabilì nel maniero ed apportò importanti modifiche: edificò le mura di cinta, realizzò il fossato con ponte levatoio e destinò alcuni spazi a prigioni. Il 24 luglio 1406 ospitò sontuosamente Andreasio, Antonio e Carlo Cavalcabò, signore di Cremona. Qui, nella notte, Cabrino Fondulo con l'aiuto dei suoi sgherri, sgozzò gli ospiti e ne buttò i corpi nel Pozzo delle taglie, autoproclamandosi signore di Cremona. Da allora si narra che nelle sale del castello riecheggino ancora le grida dei morti e si aggirino settanta fantasmi. Altri eventi luttuosi segnarono la storia del castello che rimase di proprietà della famiglia veronese dei Bevilacqua sino al 1901, quando la proprietà venne ceduta.

Uso attuale: ala sud, p. t.: garage/ magazzino; intero bene: abitazione; intero bene: azienda agricola

Uso storico: ala est e sud, p.1: scuola elementare; ala nord: abitazione; intero bene: difensivo; intero bene: attività agricola

Condizione giuridica: proprietà privata

Riferimenti bibliografici

Boni G., La Rocca di Maccastorna, Lodi 1909

Carubelli L./ Parvis L. M./ Gatti Perer M. L., Maccastorna bene culturale, Maccastorna 1980, pp. 9-25

Conti F./ Hybsch V./ Vincenti A., I castelli della Lombardia : Province di Milano e Pavia, Novara 1990, v. I pp. 65-66

Credits

Compilazione: Cibolini, Silvia (2000)

Aggiornamento: Bonora, M. (2000); Vergani, Cristina (2007); Caspani, Pietro (2015)

Descrizione e notizie storiche: Caspani, Pietro; Caspani, Tommaso; Zanzottera, Ferdinando

Fotografie: Bonelli, Daniele

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