Filanda Fumagalli e Ottolina (ex) - complesso

Sulbiate (MB)

Indirizzo: Via Manzoni, 11 (Nel centro abitato, isolato) - Sulbiate Superiore, Sulbiate (MB)

Tipologia generale: architettura industriale e produttiva

Tipologia specifica: filanda

Configurazione strutturale: Nucleo edificato con impianto planimetrico di forma rettangolare costituito da due fabbricati, su corte interna, chiusa, elevati su uno e due piani; struttura portante costituita da muratura continua in mattoni di laterizio; corpo principale con casa padronale di testa su due piani e manifattura su un piano a sviluppo longitudinale, con affacci laterali scanditi in quindici campi da paraste e finestroni ad arco a tutto sesto, due dei quali tamponati sull'affaccio a sud; solai su travatura lignea; copertura su capriate lignee con tetto a due falde manto a coppi di laterizio.

Epoca di costruzione: 1923

Descrizione

Nel territorio ad est di Monza e prossimo all'area fluviale dell'Adda si trova il Comune di Sulbiate, distinto nelle due comunità Superiore e Inferiore. Il nucleo storico di Sulbiate Superiore si è costituito attorno alla viabilità di attraversamento che, con andamento curvilineo, conduce verso Cornate d'Adda. Dal tessuto edificato a cortina emergono alcuni edifici di rilievo architettonico, in particolare la Villa Baraggia e il contiguo complesso padronale a corte, di antica origine. Giunti al margine orientale del nucleo storico, lo spazio è frammentato nella successione eterogenea di edifici a destinazione residenziale e produttiva con un moderno complesso industriale. Qui, a ridosso della campagna coltivata, la vista coglie il complesso della Filanda Fumagalli Ottolina, attestata al bordo della via Manzoni e Carducci, confluenti in un'area a parcheggio.
Lo stabilimento dismesso rappresenta un'importante testimonianza della stagione manifatturiera legata all'allevamento del baco da seta e alla produzione dei filati, significativo esempio di archeologia industriale sopravvissuto al tempo che ha visto dispersi i caratteri peculiari del paesaggio dell'alta pianura asciutta.
Il complesso della filanda ha impianto planimetrico di forma rettangolare, costituito da due fabbricati a delimitare un'area a giardino piantumato ed una corte interna chiusa, a servizio dell'attività produttiva. Emerge il lungo fabbricato dell'opificio a sviluppo longitudinale, con la muratura di laterizio a vista e i prospetti principali scanditi in quindici campate da paraste e finestroni ad arco a tutto sesto, due dei quali tamponati sull'affaccio a sud, con vetrate per l'illuminazione del vasto ambiente di lavoro distribuito su un solo piano. Accanto, alla testata ovest, si eleva su due piani l'edificio padronale, distinto per caratteri architettonici e taluni elementi decorativi a pittura, quasi una villa per la residenza contigua all'attività imprenditoriale.
Un fabbricato minore delimita lo spazio del cortile, lungo il perimetro a nord; l'insieme è coerente anche nello stato di compromissione strutturale e materico derivato dal lungo abbandono seguito alla cessazione delle attività. L'intervento di recupero è obiettivo primario dell'Amministrazione Comunale, che detiene la proprietà del complesso sopravvissuto all'evoluzione economica e sociale, per giungere alla valorizzazione dell'antica filanda. Un modello positivo, con la fabbrica salvaguardata nell'architettura e riqualificata nella nuova funzione a servizio della collettività nel solco della storia di Sulbiate.

Notizie storiche

La diffusione della fabbrica nel territorio dell'alto milanese e della Brianza ebbe un ruolo fondamentale nella definizione delle forme del paesaggio e nell'affermazione di un'economia manifatturiera integrata all'agricoltura, grazie alla disponibilità di materie prime e di risorse energetiche.
Dal Settecento e per tutto l'Ottocento il territorio è stato strutturato da insediamenti manifatturieri e opifici connessi all'allevamento del baco da seta e alla piantata del gelso, diffuso in regolari allineamenti. La Pieve di Brivio nel 1779 contava 16 filande con 98 fornelli, in quella di Garlate ve ne erano 26, con 224 fornelli, e nella Pieve d'Oggiono vi erano 7 stabilimenti di filatura con 77 fornelli. A partire dalla metà del XIX secolo i fornelli domestici a fuoco diretto, con l'acqua delle vasche di trattura riscaldata a legna, furono sostituiti progressivamente da impianti con caldaie a vapore, specializzati nel controllo della temperatura dell'acqua per garantire maggiore efficienza del ciclo di lavorazione e una migliore qualità di prodotto.
Nel Settecento il territorio di Sulbiate era intensamente coltivato e ogni appezzamento venne precisamente censito durante le rilevazioni catastali teresiane del 1721; nel luogo ai margini dell'abitato di Sulbiate Superiore, dove sarà poi costruita la Filanda Fumagalli Ottolina, vi era una campagna di circa 70 pertiche tenuta a seminativo con vigna, al numero particellare 46, proprietà del Signor Giovanni Cottica.
Alla fine del secolo risale la prima filanda di Sulbiate, avviata a produzione nel 1779 dalla famiglia Biffi che organizzò gli spazi lavorativi in un fabbricato su corte della propria dimora padronale. Sul luogo dell'antico arsenale del Castello Lampugnani di Sulbiate Inferiore, gli amministratori dell'orfanotrofio delle Stelline di Milano insediarono nel 1848 una filanda a vapore, attiva per oltre un secolo e, dopo la cessazione dell'attività, rimasta a lungo in abbandono e demolita negli ultimi anni.
Di costruzione più recente è la filanda ancora presente a Sulbiate Superiore, dismessa da decenni e in condizione di ampio degrado. Ancora ai primi anni del Novecento, la campagna presentava i caratteri di paesaggio agrario storico, con le forme dell'aratorio e della piantata dei "moroni". Terminato il primo conflitto mondiale, tra il secondo ed il terzo decennio del Novecento riprese con vigore l'attività di lavorazione della seta. Con la costituzione della società Fumagalli Ottolina prese forma nel 1923 l'insediamento industriale ai margini orientali dell'abitato di Sulbiate Superiore. L'impianto rimase in funzione sino alla metà del secolo, quando a fronte delle mutate condizioni economiche fu adattato all'uso di laboratorio commerciale per la vendita di fiori secchi. Gli ultimi decenni del Novecento hanno visto il progressivo abbandono delle attività nel lungo fabbricato, restando luogo di forte identità storica e architettonica a memoria di una stagione ormai finita.
L'avvio nel 2007 del progetto di Distretto Culturale Evoluto, promosso e cofinanziato dalla Fondazione Cariplo, ha visto la partecipazione del Comune di Sulbiate al bando di concorso col proposito di recupero della dismessa fabbrica. La successiva definizione del piano e dei costi complessivi dell'operazione, stimati in due milioni di euro, ha portato alla gara di progetto. Il restauro finalizzato al recupero all'uso pubblico della filanda di Sulbiate ha l'obiettivo di creare un centro di produzione dell'artigianato supportato da nuove tecnologie, denominato Fabbrica del Saper Fare.
Nel più ampio programma dei Distretti Culturali, l'intervento è uno dei quattro previsti dal Distretto Culturale Evoluto della Provincia di Monza e della Brianza.

Uso attuale: intero bene: non utilizzato

Uso storico: avancorpo: abitazione; intero bene: filanda

Condizione giuridica: proprietà Ente pubblico territoriale

Accessibilità: La condizione del bene, in abbandono, limita l'accessibilità all'esterno.

Sulbiate, principali collegamenti.

Trasporto pubblico su ferrovia e strada:
linea ferroviaria S8 Milano P. Garibaldi - Carnate - Lecco, interscambio Carnate-Usmate linea Z316-Di;
linea ferroviaria S9 Albairate - Milano Lambrate- Seregno, interscambio Monza, linea Z321-As;
linea ferroviaria S11 Milano P. Garibaldi - Como - Chiasso, interscambio Monza, linea Z321-As;
linea ferroviaria R Milano P. Garibaldi - Carnate - Bergamo, interscambio Carnate-Usmate, linea Z316-Di;
linea ferroviaria R Seregno - Carnate, interscambio Carnate, linea Z316-Di.
Autobus Net (Nord-Est trasporti):
linea Z316-Di Trezzo sull'Adda - Carnate-Usmate FS (Trezzo sull'Adda - Busnago - Bellusco - Sulbiate - Aicurzio - Bernareggio - Carnate-Usmate FS);
linea Z321-As Monza FS - Trezzo sull'Adda (Monza - Concorezzo - Agrate Brianza - Vimercate - Burago Molgora - Bellusco - Sulbiate - Mezzago - Ornago - Roncello - Busnago - Colnago - Cornate d'Adda - Porto d'Adda - Trezzo sull'Adda);
linea Z322-As Cologno Nord M2 - Trezzo sull'Adda (Cologno Nord M2 - Vimercate - Bellusco - Sulbiate - Mezzago - Busnago - Trezzo sull'Adda - Burago Molgora - Ornago - Roncello - Colnago - Cornate d'Adda - Porto d'Adda).

Trasporto privato su strada:
SP 35 (ex SS 35) Strada Nazionale dei Giovi, uscita Varedo direzione est via SP 527 (ex SS 527) Monza - Saronno - Busto Arsizio, per Nova Milanese, Muggiò, Monza, direzione est via SP 2 per Concorezzo, Bellusco, Sulbiate;
SS 36 Strada statale 36 del Lago di Como e dello Spluga (Cinisello Balsamo - Passo dello Spluga), uscita Monza direzione est via SP 2 per Concorezzo, Bellusco, Sulbiate;
A4 E64 Autostrada Milano - Brescia, uscita Cavenago di Brianza direzione nord via SP 176 per Bellusco, Sulbiate;
A51 Tangenziale Est uscita Vimercate direzione est via SP 2 per Bellusco, Sulbiate.

Riferimenti bibliografici

Leoni, M./ Leoni, C., Sulbiate l'albero e le radici/ La sua storia, Sulbiate, Comune di Sulbiate 2002

Fonti e Documenti

Comune di Sulbiate/ Restauro "Ex Filanda Via Manzoni"/ Documento preliminare alla progettazione

Scheda tecnica - Distretto Culturale Evoluto, Azione 6_Scheda sintetica progetto

Credits

Compilazione: Madoi, Roberta (1995)

Aggiornamento: Falsitta, Nicola (1998); Aldeghi, Corrado (2002); Garnerone, Daniele (2012)

Descrizione e notizie storiche: Garnerone, Daniele

Fotografie: Garnerone, Daniele

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