Scopa

Scopa

Descrizione

Categoria: economia e ritualità domestiche

Tipologia: scopa

Materia e tecnica: saggina (raccolta, essiccazione, spelatura, sgranatura, legatura, taglio); rami di salice (potatura, macerazione, essiccazione, taglio, legatura); legno (taglio, scortecciatura, tornitura, levigatura)

Misure: 153,8 cm.

Descrizione: Fascio di rami di saggina (mélga), tagliati a misura nel punto di inserimento del manico e assicurati tra loro in quattro punti mediante liste di salice (mütét), che più sotto ripartiscono in tre mazzi la saggina prima del lungo sfilaccio, a sua volta fissato da un'ulteriore legatura. La tenuta dei mazzi è rinfrancata da una stecca trasversale.

Notizie storico-critiche: F. Cherubini (1983, p. 891) riporta la denominazione mélga dé scóv o formentonìn, ossia saggina a spazzole, detta anche saggina da scope.
A. Aondio e F. Bassani (1990, pp. 19, 21) scrivono che per ripulire la casa e la cucina ci si serviva di una scopa (scùa) di saggina, mentre in cortile si usava una ramazza fatta di sottili rami di betulla disposti a fascina (scùa dé lègn). Le scope erano realizzate dagli uomini della famiglia contadina durante le lunghe sere d'inverno con molta perizia, affinché durassero a lungo. Per non sollevare polvere nello scopare si usava bagnare il pavimento (sbrufà gió la cà) con un innaffiatoio (sbrufadùr). I pavimenti più antichi erano in terra battuta, poi si passò alla copertura a ciottoli (rìsciul) e quindi al pavimento in calcestruzzo (bütöm); la copertura in mattonelle (matunèi) di cotto riguarda tempi più recenti.
Fonte di documentazione: 3

Collocazione

Galbiate (LC), Museo Etnografico dell'Alta Brianza - MEAB

Credits

Compilazione: Sala, Annalisa (2010)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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