Cote

Cote

Descrizione

Categoria: attività agro-silvo-pastorali

Tipologia: cote

Materia e tecnica: pietra (cavatura, sbozzatura, scalpellatura); corno (asportazione, svuotamento, foratura)

Misure: 5 cm. x 23,4 cm.

Descrizione: Un frammento lapideo di forma sub-piramidale, ingrossato al centro e a sezione rettangolare, è immanicato in un corno cavo

Notizie storico-critiche: P. Scheuermeier (1996, vol. I, p. 58) spiega che l'oggetto poteva essere inserito in un contenitore oppure, nell'Italia centrale e merdionale, semplicemente portato in una tasca. Indica inoltre che al sud l'uso non era conosciuto ovunque.
G. Kezich, E. Eulisse, A. Mott (2002, p. 7) indicano che l'oggetto era realizzato con un frammento di arenaria, pietra che, una volta bagnata, sembra avere forti proprietà abrasive. La forma allungata, adatta all'impugnatura, si ricavava con un martello apposito. Essi notano, inoltre, che a volte l'oggetto poteva essere immanicato, in modo da agevolarne l'impugnatura,
G. B. Muzzi (2003, vol. I, p. 90, vol. III, p. 18) ricorda che l'oggetto era inserito nel portacote insieme ad acqua ed erba, per evitare il rumore. Si trattava generalmente di una pietra abrasiva naturale ricca di silice, di forma oblunga e stretta. La molatura si faceva durante la falciatura per rifare velocemente il filo senza dover fare una sosta prolungata per batterla con l'incudine e il martello. Egli precisa, infatti, che sia la falce che il falcetto avevano il filo della lama molto delicato e sottoposto a facile usura. Per rifare il filo si sfregava più volte, su entrambi i lati, la cote bagnata con acqua.
L. Gibelli (2004, vol. I, pp. 193-195) precisa che l'oggetto poteva essere realizzato in pietra arenaria, accorciata con la martellina per renderla maneggevole ed atta all'affilatura, che era realizzata passandola ripetutamente sui due lati del filo della lama.
Fonti di documentazione: 3

Collocazione

Cerveno (BS), Casa Museo Bazzoni

Credits

Compilazione: Bassi, Sara (2013)

  Scheda completa SIRBeC (formato PDF)

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