Campana
Fonderia Allanconi
Descrizione
Autore: Fonderia Allanconi (1915-)
Ambito culturale: produzione locale; Italia, Lombardia
Cronologia: prima metà
Categoria: attività liturgiche e rituali
Tipologia: campana
Materia e tecnica: bronzo (fusione a cera persa)
Misure: 20 cm x Ø 19.5 cm ; 4.5 cm (corona con maniglie)
Descrizione: La campana in bronzo presenta delle decorazioni a festoni che corrono sia lungo il diametro superiore, sia su quello inferiore. La parte centrale si caratterizza per stemmi e iscrizioni che ne identificano la provenienza e l'identità: stemma del Comune di Offanengo, marchio della Fonderia Allanconi, marchio del Museo della Civiltà contadina.
Le sei maniglie superiori sono di forma squadrata.
Notizie storico-critiche: La tradizione campanaria del Comune di Offanengo risale al X-XI sec.; lo testimonia il ritrovamento (2004) di una fossa di fusione per campane, durante gli scavi della Piazza Patrini. L'attività ha continuato ad avere fortuna tra il Settecento e Ottocento, quando nel paese s'implementò la presenza di campane. Anche a Offanengo, durante la Seconda Guerra Mondiale, le campane furono requisite per fini bellici in base al Regio Decreto n.505 del 1942.
Nel 1946, con la fine della guerra, le campane furono ripristinate al loro uso consueto.
Nel 1951, Offanengo venne dotata di sette campane: due sul campanile della parrocchiale, tre sul campanile di San Rocco e due sul campanile della Madonna del Pozzo.
La campana è stata realizzata da una fonderia storica del territorio fondata da Angelo Allanconi. Nato a Bolzone il 2 dicembre 1915, è il capostipite di una famiglia legata alla tradizione della fusione delle campane. Inizia la sua formazione nella storica fonderia Crespi di Crema, una delle più antiche fonderie italiane, dove acquisisce una profonda conoscenza dell'arte della fusione, in particolare delle tecniche di disegno per determinare la forma e il suono delle campane. Dopo l'esperienza alla Crespi, lavora anche presso altre importanti fonderie come la Barigozzi di Milano e la Filippi di Chiari, dove porta con sé i figli Ottavio e Giordano, che apprendono il mestiere. Negli anni Settanta, stanco di lavorare lontano da casa e con una vasta esperienza da trasmettere, Angelo decide di tornare a Bolzone e fondare una fonderia propria, affiancato dai figli. Continua a gestire l'attività fino alla sua morte nel 2002. Oggi, suo nipote Emanuele, prosegue l'attività di famiglia. (fonte: http://allanconi.it/)
Collocazione
Offanengo (CR), Museo della Civiltà Contadina di Offanengo
Credits
Compilazione: Cancellara, Antonella (2024)
Scheda completa SIRBeC (formato PDF)
Link risorsa: https://www.lombardiabeniculturali.it/beni-etnoantropologici/schede/SWGD1-00002/
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