Museo Didattico della Seta, Como (CO)

Tipologia: museo
Indirizzo: Via Castelnuovo - Como (CO)
Ente proprietario: Associazione per il Museo della Seta di Como
Sito web

Immagine

Il Museo didattico della Seta, aperto nel 1990, è stato voluto a testimonianza della storia della seta a Como fra Otto e Novecento. Si estende su 900 mq suddivisi in 8 sale e illustra l'intera "filiera" serica, iniziando con l'allevamento del baco, la trattura del filo e la torcitura. Seguono la tessitura con i telai manuali in legno e con quelli meccanici prodotti a Como, la sala controlli e misure e il laboratorio chimico, per arrivare alla tintura di filati e tessuti e alla stampa, illustrata dalle planches, dai quadri e dai cilindri. Conclude il percorso il finissaggio dei tessuti.
Complementi all'esposizione sono l'archivio (libri, documenti, fotografie, riviste, campionari provenienti da aziende dismesse) e il deposito di macchine e strumenti.
Attività importante è l'organizzazione di mostre temporanee sul tema del tessile e della moda.


Profilo storico

All'inizio degli anni Ottanta la Tintoria Pessina, fondata nel 1904 da Gaetano Pessina, era ormai destinata alla dismissione e le sue macchine a concludere ingloriosamente la loro carriera in una discarica. Nel momento della decisione finale si fece strada tra gli eredi l'idea di conservare, documentare e perpetuare la memoria del lavoro serico a Como. Proprio di fronte alla Tintoria Pessina erano sorti i nuovi edifici dell'Istituto Tecnico Industriale Statale di Setificio "Paolo Carcano", una scuola creata nella seconda metà dell'Ottocento proprio come supporto alla nascente industria serica.
Ai materiali della Tintoria Pessina se ne aggiunsero via via molti altri, e si andò contemporaneamente rinsaldando il nucleo dei promotori del Museo della Seta: nell'iniziativa si impegnarono direttamente gli "Amici del '27" e rappresentanti dell'Associazione "Ex Allievi del Setificio".
Questo gruppo di lavoro ottenne un forte impulso dall'Amministrazione Provinciale di Como, proprietaria degli stabili sede dell'Istituto di Setificio, che aderì all'idea della costituzione di un Museo della Seta, concedendo l'autorizzazione all'utilizzo dei locali. Al contributo dell'amministrazione pubblica si aggiunse quello erogato nel 1988 dalla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde.
Nel giugno 1988 si costituì il "Comitato per il museo didattico della seta". L'inaugurazione ufficiale del "Museo didattico della Seta" avvenne il 4 ottobre 1990 e il 2 aprile 1992 venne costituita l'"Associazione per il Museo della Seta di Como".
Nel 1999 l'Associazione otteneva il Riconoscimento Giuridico della Regione Lombardia e nel 2004 quello di "museo".


Patrimonio

Nell'atrio si è ricreato l'ingresso di una fabbrica, esponendo preziosi orologi timbracartellino.

Nella sala centrale, dopo un accenno all'allevamento del baco, si incontra la prima fase della lavorazione, la trattura, rappresentata da una "filandina". Di seguito strumenti di preparazione alla tessitura: macchina per la fabbricazione di licci in cotone e pettini, foracartoni, duplicatrice, orditoio a sezione. Un interessante piantello a pancia in fuori a 288 fusi, del 1870, testimonia la fase di torcitura.

Nella sala della tessitura campeggiano due telai a mano: uno "jacquard" e uno a doppia ratiera con lettura del disegno ad assicelle, un orditoio per cimosse e un "lisage" dell'Ottocento. La tessitura meccanica è rappresentata da due telai meccanici OMITA, di produzione comasca, che risalgono agli anni Trenta e Quaranta.

La sala controlli e misure riunisce una ricca collezione di apparecchi, con dinamometri, torcimetri, bilance di precisione, aspatrice e provinatrice. Particolarmente interessanti le tre stufe per la stagionatura della seta, di metà Ottocento. Il laboratorio chimico è stato fedelmente ricostruito con mobili e strumenti d'epoca. Per la fase della tintoria sono presentate una "pirola" in rame per tingere i filati, una "barca" in legno per tingere i tessuti, un cavigliatoio e vari altri attrezzi.

Nella stamperia si incontrano la cucina colori, il "doppio fondo" utilizzato per cuocere gli addensanti e miscelare i coloranti, un tavolo da stampa a tampone con una vasta collezione di "planches" in legno e metallo, un tavolo per la stampa a mano con quadri a cui si affiancano lucidi d'epoca e attrezzi per la fotoincisione, macchine per campionatura, cilindri in legno e in rame, modellini di macchinari per la stampa a quadri e in rotativa.

Alle operazioni di finissaggio è dedicata un'altra sezione che contiene un'antica macchina lignea per la realizzazione dell'effetto "moiré" su seta, una plissettatrice e un imponente "Palmer" del 1932.

Accanto all'esposizione permanente ci sono l'archivio e il deposito: un mondo di documenti, di libri, di riviste tecniche e di reperti che costituisce il giacimento di informazioni da cui il Museo trae l'ispirazione e il materiale per la propria attività di ricerca e per le esposizioni temporanee. La maggior parte dei materiali proviene, oltre che da singole donazioni, da aziende dismesse, per le quali la fine dell'attività corrisponde spesso alla distruzione di tutto il patrimonio documentario. Grazie ad una rete di conoscenze si è cercato negli anni di sensibilizzare tutti gli esponenti del settore tessile sull'importanza di non disperdere le testimonianze storiche dei decenni passati.

Già da tempo sono in corso la schedatura e l'informatizzazione dei circa 30.000 reperti in archivio e a deposito, così da renderli fruibili in modo rapido e sicuro, per garantire al meglio il loro studio e la loro conservazione. La parte più cospicua del patrimonio documentario è costituita dagli "archivi" delle ditte comasche: molte sono le fotografie, dalle vedute degli stabilimenti alle istantanee di lavoro, dai momenti di vita quotidiana alle immagini pubblicitarie. Numerosi e di grande pregio sono i campionari, sia di tessuti stampati che operati. Sono stati acquisiti anche "referenziari" cioè campionari utilizzati all'interno delle stesse ditte, ai fini di organizzare la produzione: documenti utilissimi per verificare le effettive dinamiche imprenditoriali delle varie aziende.


Sede

Il Museo didattico della Seta è allestito nei locali seminterrati dell'edificio che ospita l'Istituto Tecnico Industriale Statale di Setificio "Paolo Carcano", (progetto degli architetti Lorenzo Muzio e Franco Tartaglino, 1968-1975). Questa nuova costruzione sostituì quella storica nel centro della città e si completa con comparti che ospitano enti come il Tessile di Como – nato come struttura di servizio per il distretto tessile comasco con obiettivi di formazione e aggiornamento tecnologico – e la Stazione Sperimentale per la Seta. Nella stessa area è stata edificata anche la nuova sede del distaccamento comasco del Politecnico di Milano e dell'Università dell'Insubria.
Di questo articolato contesto, il Museo può essere considerato l'ideale perno, che mette in relazione la tradizione più autentica dell'operosità locale con lo slancio di rinnovamento, il patrimonio artigianale con la cultura umanistica, la formazione con la promozione.
Distribuito su circa 900 mq e interamente privo di barriere architettoniche, è organizzate in 8 sale dedicate ciascuna alle varie fasi della produzione serica e complete dei relativi macchinari e manufatti. In questi aspetti si ritrova quella vocazione "didattica" che fa parte anche del nome scelto per il Museo.
In questi anni il successo del Museo è testimoniato dal continuo aumento dei visitatori dei quali una quota rilevante è costituita da gruppi e da singoli provenienti dall'estero. Nel 2000 il Museo ha edito Il tempo della seta di Guido Eugenio Candiani, con contributo Cariplo, nel 2003 il catalogo Il Museo didattico della Seta di Como e l'anno seguente la Guida al Museo didattico della Seta di Como.

Il Museo organizza mostre legate al settore tessile: 1992: Il tessuto per cravatta a Como – lo jacquard da fine '800 agli anni '40; 1995: Collezione di Collezioni - dal Dopoguerra alla fine degli anni '60: storie di tessuti, di moda e di Como; 1998: Tagliati per il Sì – storie di spose fra abiti, immagini e oggetti; 2000: Como città di mestiere: la seta e i suoi opifici dal 1860 al 1950; 2002: Bellotti foulards – gusto tecnica successo di un converter comasco .
Diverse le mostre ospitate nei locali del Museo: 2004: Intrecci tra immagini e colori; 2005: Miniartextil – I gioielli di Ruth Guggenheim Nivola; 2006: '900 di vetro e La tessitura meccanica dell'arazzo .
Dal 2001 il Museo organizza annualmente eventi relativi al merletto a fuselli in seta: 2001: La blonda e i lavori delle scuole; 2002: Il Cluny e i lavori delle scuole; 2003: Il Binche e i lavori delle scuole; 2004: Il merletto Moderno e i lavori delle scuole; 2005: Il merletto di Neuchâtel e i lavori delle scuole e presentazione del 1° Concorso per un merletto a fuselli, Museo didattico della Seta di Como 2006; 2006: Il Punto antico aquilano e i lavori delle scuole e 2° Concorso europeo per un merletto a fuselli, Museo didattico della Seta di Como, 2007.

Un piccolo gift-shop, collocato vicino all'ingresso, offre ai visitatori la possibilità di acquistare articoli in seta prodotti nell'area comasca e diverse pubblicazioni dedicate alla seta, fra cui quelle edite e curate dal Museo stesso.
Il Museo dispone anche di un laboratorio di restauro (circa 120 mq), di archivi (libri, riviste, documenti e tessuti) e di depositi, (macchine e strumenti) per un totale di circa 770 mq, collocati negli stessi edifici del Museo.


Bibliografia

  • Bianchi, Cani, Geraci, Masciadri Lai, Masciadri, Il Museo didattico della Seta di Como, Como, NodoLibri, 2003
  • Bianchi, Cani, Geraci, Masciadri Lai, Masciadri, Guida al Museo didattico della Seta di Como, Como, Museo didattico della Seta, 2004

Collegamenti


Ultimo aggiornamento: 11 dicembre 2019 [Claudia Corvi]

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