Archivio di Stato di Sondrio, Notarili, Lazzaro Marioli n. 249 12 agosto 1485

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Persone
Agnese moglie di Anzio Parolari Grassoni
Antoniola moglie di Giovannino Marioli
Dorotea moglie di Domenico Rossi
Caterina moglie di Giovanni Caprini
Giovanna Careti di Grosio

Il 12 agosto 1485 furono bruciate nel luogo detto "Giustizia" cinque streghe. I loro nomi sono: Agnese moglie del fu Anzio Parolari Grassoni, la quale maleficò la figlia del notaio Lazzaro Marioli, Ippolita, nel bagno, Antoniola moglie di Giovannino Marioli, Dorotea moglie di Domenico Rossi, Caterina vedova del fu Giovanni Caprini e Giovanna figlia di Domenico Careti, grosina, la quale era giovane e bella, appena diciottenne. Quando furono rinchiuse dentro baracche improvvisate di legno, sentendo il crepitare delle fiamme, Giovanna, per essere stata legata male, riuscì a divincolarsi e ne uscì nuda davanti a tutti, e corse accanto al notaio nella speranza di scampare al supplizio. Sfuggì momentaneamente al rogo, ma, nello stesso giorno, dopo poco tempo, fu arsa. Riposi in pace. Giovanna era bella.

De anno mcccclxxxv, die lune xii augusti.

Combuste fuerunt ad locum justicie (1) quinque malefice seu strie, quarum nomina sunt hec, videlicet Agnes olim uxor condam ser Anzii Parolari (2) de Grassonibus, que striavit Yppolitam filiam meam in eius balneo, Antoniola olim uxor Iohannini Zanni Marioli, Dorotea olim uxor Dominici Roxi, Katarina uxor nunc condam Iohannis del Caprino et Iohanna filia Dominici Careti groxina, que erat iuvenis et pulcra, etatis annorum xviii. Et cum omnes forent reducte in camana, (3) dum sentirent vocem incendii accensi circhum, nondum ingressa illa in camana, nuda saltavit extra camanam in cospectu omnium, ex causa male legature et venit penes me Lazarum sub (a) spe ut per me evaderet. Que tamen reliquit alias in incendio pro illa vice, sed iterum in eo die, post breve spacium, similiter sola combusta fuit. Quarum anime requiescant in pace. Illa Iohanna erat pulcra. (b)

(a) Si ripete: sub.

(b) Trascrizione di Giorgetta 157, con qualche intervento autonomo.

(1) Le forche si trovavano poco oltre il torrente Campello in direzione di San Gallo, all'incrocio delle antiche strade regali di Fraele e dell'Umbrail. La prima attestazione datata della loro esistenza risale al 1316, cf. Archivio di Stato Milano, Fondi per religione. S. Abbondio di Como. Cart. 3472. Inventario dei beni del monastero di S. Abbondio di Como, p. 23: «Item petiam unam terre campive jacentem in decima de Saleyto subter forchas». La località conserva ancora il nome di (pra, camp de la) Giusc'tìzia (Longa 204-5 e 295).

(2) Borm. paroléir, cep., forb. paruléir "magnano" (Longa 189). Cognome di origine professionale, in origine "fabbricante o aggiustatore di paioli" (REW 6245).

(3) Cf. SB002.