Lombardia Beni Culturali
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Carta donationis et ofersionis

1179 febbraio 10, San Sepolcro.

Ugo e Ottone fratelli, figli del fu Ruggero, e Castello, figlio del fu Gennaro, che sono detti de Sablonedo, di Ternate, di legge longobarda, donano alla chiesa di S. Sepolcro di Ternate tutta la parte loro spettante di una decima detta decimeta vitis insistente sull'anzidetto luogo e sul suo territorio che avevano acquisita a titolo di livello da Albertone de Solario.

Copia semplice del sec. XVI, ASMi, Fondo di religione, cart. 936, fasc. 1 [B].

Bifoglio cartaceo in buono stato di conservazione.
Sullo stesso bifoglio segue doc. n. 111 rogato dal medesimo notaio in pari data.

In merito al notaio responsabile del presente documento e del doc. n. 111 si propone la correzione del nome Albertus in Alkerius, ritenendo verosimile che il copista cinquecentesco sia incorso in un errore di lettura: allo stato attuale delle conoscenze, infatti, i due documenti costituirebbero l'unica attestazione dell'attivita di un Alberto Guaitamaco, notaio e giudice palatino, mentre in questi stessi anni e nei medesimi luoghi è attivo, sempre con la qualifica di notaio e giudice palatino, un Alkerio Guaitamaco (qui, ad es., ai docc. nn. 112, 113; 114); la correzione proposta è supportata anche dal fatto che il formulario impiegato nel presente doc. è del tutto avviccinabile a quello della carta donationis et ofersionis rogata nel medesimo luogo, solo cinque giorni più tardi, da Alkerio Guaitamaco (cf. doc. n. 112); un simile raffronto può essere fatto anche tra i formulari dei docc. nn. 111 e 113.
Il copista antepone uno scarabocchio alla sottoscrizione notarile volendo significare la presenza, in quel punto dell'originale, del segno di tabellionato del quale, peraltro, non tenta di imitare la forma.

Anno dominice incarnationis millesimo centesimo septuagesimo nono, decimo die februarii, indictione duodecima. Ecclesie et basilice Beati Sepulchri constructe in finita locorum Co(m)mabii et Trinate nos Ugo et Otto fratres, filii quondam Rogerii, et Castellus, filius quondam Jenarii, qui dicimur de Sablonedo de loco Trinate, qui professi sumus lege vivere Longobarda, donamus et offerimus et per presentem cartam donationis et ofersionis in potestate ipsius ecclesie habendum confirmamus, a presenti die et hora, id est totam nostram portionem unius decimationis que dicitur decimeta vitis et nostra libellaria que acquisita de Albertiono de Solario, quam habemus in predicto loco de Trinate et eius terretorio, et omne ius et actionem quod habemus in predicta decimatione que dicitur decimeta in presenti maneat donatione et ofersione, ut amodo in antea habeat et teneat ipsa ecclesia et faciat exinde cum suis sucessoribus et cui dederit, libellario nomine, quicquid voluerit, sine omni nostra et heredum nostrorum contradictione, et promittimus ab omni persona defendere. Pro animarum nostrarum remedio et mercede, quia sic decrevit nostra bona voluntas. Actum infra (a) ecclesiam Sancti Sepulchri. Signum +++ manuum suprascriptorum Ottonis et Ugonis atque Castelli qui hanc cartam donationis et ofersionis ut supra (b) fieri rogaverunt. Signa +++ (c) manuum Petratii Balbi et Ioannis Canis de Varano et Abundii (d) et Martii de Oxinate, Beltrami Zaconi et Dominici Connaxerii testium. Ego Alkerius (e) Guaitamacus iudex ac notarius sacri pallatii interfui iudex ac notarius sacri pallatii , tradidi et scripsi.

(a) Segue intra depennato.
(b) ut supra nell'interlineo in corrispondenza di a me depennato.
(c) Il numero dei segni non corrisponde a quello delle persone.
(d) et Abundii nell'interlineo, con segno di inserzione.
(e) B Albertus, per le ragioni della correzione cf. nota introduttiva.

Edizione a cura di Marta L. Mangini
Codifica a cura di Marta L. Mangini

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