ministrale sec. XVI - 1797

Il console della Val San Giacomo, chiamato stabilmente ministrale dai primi anni del XVI secolo, era scelto tra gli abitanti della valle. Il ministrale entrante giurava dinanzi al ministrale uscente, dal quale riceveva in consegna i simboli della comunità: i due sigilli della comunità, quello grande d’argento e quello piccolo di ferro, la chiave del corpo e la chiave del braccio di San Guglielmo (patrono della valle), la chiave dello “schiepo” del santuario di Santa Maria di Gallivaggio e la chiave della “scranna” delle scritture di comunità.
Il ministrale convocava e presiedeva il consiglio di valle, ed era affiancato da un suo iusdicente, chiamato anche luogotenente. Ministrale e luogotenente presiedevano insieme al governo economico ed all’amministrazione della giustizia (venendo indicati in tal caso come “iusdicenti”), giudicando autonomamente nelle cause civili, mentre nelle cause criminali assistevano il commissario di Chiavenna, unitamente ad altri due deputati in qualità di “assistenti al criminale”. Sino al 1650, gli iusdicenti rimanevano in carica dapprima un anno, poi due con possibilità di riconferma, e tenevano udienza due volte al mese, con sospensione da metà luglio a metà settembre. Il sindicato del 1650 rese definitiva l’elezione biennale del ministrale e luogotenente, ne proibì la rielezione per due volte consecutive nello stesso incarico e li obbligò a tenere 24 sedute all’anno (otto per terziere); infine venne disposto che fossero i quartieri e non più il ministrale ad eleggere il console di quartiere. L’arbitramento de Capol del 1693 impose che nel biennio successivo al proprio mandato ministrale, luogotenente ed assistenti al criminale non potessero ricoprire nel biennio successivo nessuna delle tre cariche. Sempre, comunque, essi non potevano ricevere salario, bensì un compenso proporzionale alle loro prestazioni.
Era compito specifico del ministrale la nomina del consigliere e del console per ogni quartiere; egli era inoltre obbligato a rendere conto al termine del proprio mandato delle entrate e delle uscite della propria amministrazione. Il console riceveva il giuramento dei tutori degli orfani, ma la loro nomina spettava alle vicinanze di quartiere.

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]