Valtellina sec. XIV - 1512

All’ingresso nello stato visconteo, le valli dell’Adda e della Mera conobbero un consolidamento delle giurisdizioni: la Valtellina era ripartita nei terzieri superiore (con capoluogo Tirano), di mezzo (con capoluogo Tresivio), inferiore (con capoluogo Morbegno); Teglio non faceva capo alle giurisdizioni di terziere. Il giudice generale di valle (poi governatore di valle) risiedeva in Tresivio, che era stato via via feudo dei Beccaria e dei Capitanei di Sondrio, i quali all’inizio del XIV secolo vi avevano costruito un castello.
Il giudice generale (di nomina del signore), coadiuvato da un vicario, svolgeva le funzioni di giudice d’appello con sede in Tresivio, ed era anche detto podestà della Valtellina. Compito quasi esclusivo del podestà era di amministrare la giustizia, sia civile che penale, con mero e misto impero e con il potere di condannare anche a morte.
Entrando nell’ambito del dominio visconteo, tuttavia, la Valtellina aveva conservato la sua autonomia locale, tanto che i pretori venivano eletti dal consiglio di valle, che era l’organo in cui si riunivano i rappresenatnti delle giurisdizioni (Mazzali, Spini 1968).
Tra gli ufficiali del dominio visconteo, la serie dei podestà della Valtellina si apre con il cavalier Barolo de Castelletto nel 1336; sempre nel 1336 era vicario e giudice della Valtellina Accuri de Civitanova, nel 1369 era vicario generale Mutinense degli Stefani; la serie dei vicari del podestà comincia con Guardino de Comoli nel 1364 (Santoro 1968).
Dal 1381 Giangaleazzo Visconti stabilì un governatore della Valtellina, con sede in Tresivio, che svolgeva le funzioni di giudice universale di valle, con alcuni lougotenenti, podestà e vicari nei singoli terzieri; Teglio era sede di una pretura separata (Quadrio 1775-1776).
Sempre a Tresivio, dopo la ribellione valtellinese del 1370, nel 1395 e fino al 1512 si insediò il capitano della Valtellina, finché venne trasferito dai Grigioni a Sondrio. Il capitano risiedeva nel castello, presieduto da truppe locali, che erano mantenute con l’imposizione di apposite taglie, e con un proprio castellano (Corti 1969; Guastella 1936); anche il capitano generale poteva avere un vicario (Santoro 1968). A Tresivio, nel castello sulla rupe “del calvario”, oltre ad aver sede il tribunale supremo di valle e la residenza del governatore e capitano generale di valle, si stabiliva per tre mesi all’anno il vescovo di Como.
Sotto il dominio di Francesco I Sforza, la Valtellina ebbe una propria distinta caneparia (Guastella 1936).
La decadenza di Tresivio fu traumatica, causata da ripetute gravi distruzioni e saccheggi (Guler 1616); il castello fu demolito dai Grigioni nell’aprile del 1513 (Guicciardi 1981).

ultima modifica: 09/01/2007

[ Saverio Almini ]