consiglio di credenza 1331 - sec. XIV

La mancanza di statuti organici precedenti quello del 1331 non permette di definire con certezza la struttura consigliare del comune di Bergamo. Il Belotti afferma che il consiglio generale del comune l’arengo, espressione dei capifamiglia delle famiglie nobili, fu in breve sostituito da un consiglio formato da una sessantina di membri (Belotti 1940).
Lo statuto del 1331 non definiva né la composizione del consiglio di credenza né le modalità di formazione, limitandosi a collocare nel tempo la sua formazione (entro un mese dalle calende di luglio) e a collocarvi di diritto i giudici del collegio dei giudici (Statuto di Bergamo 1331).
Lo statuto del 1353, invece, contiene precise indicazioni sul numero dei membri e sulle modalità di costituzione: ogni due maggio, il consiglio generale del comune (formato, probabilmente, da tutti i capifamiglia) e i credendari uscenti procedevano in primis all’estrazione di venticinque “elettori” i quali, oltre a far parte del futuro consiglio di credenza, avrebbero dovuto nominare ventiquattro credendari ciascuno; i seicento credendari procedevano a loro volta all’elezione di altri duecento membri, portando il numero dei membri del consiglio a ben ottocento.
Il consiglio di credenza eleggeva, in dicembre, gli ufficiali e i magistrati cittadini: trentadue notai del podestà e del suo vicario, suddivisi in quattro “bine” trimestrali; sedici notai dell’ufficio al maleficio, suddivisi in quattro bine trimestrali; sedici notai dell’ufficio del giudice alla ragione, suddivisi in due bine semestrali; dodici ufficiali alle esazioni, suddivisi in quattro bine; sedici consoli di giustizia dei quali otto giudici collegiati e otto notai, suddivisi in due bine; otto notai dell’ufficio dei consoli di giustizia suddivisi in quattro bine; otto difensori del comune, dei quali quattro giudici collegiati e quattro notai, suddivisi in due bine; quattro difensori dei miserabili e delle vedove, dei quali due giudici collegiati e due procuratori suddivisi in due bine; otto notai dell’ufficio alle vettovaglie, suddivisi in quattro bine; quattro notai dell’ufficio dei militi e dei collaterali del podestà; due notai agli archivi (ad armaria), tre ufficiali addetti alla bollatura di misure e bilance; tre ufficiali addetti all’approvazione degli statuti dei comuni del distretto e di quelli di paratici e collegi (Statuto di Bergamo 1353). Gli statuti del 1391 e del 1422 dimezzarono il numero degli ufficiali comunali prevedendo anche l’incanto di talune cariche ferma restando l’attribuzione al consiglio minore del diritto di nomina dei difensori del comune, dei consoli di giustizia e degli ufficiali all’approvazione degli statuti. In tal modo, nel corso del Trecento, l’importanza dei consigli “cittadini” andò inesorabilmente diminuendo e si giunse all’inizio dell’età veneta con la sola reale presenza dei consigli di nomina podestarile (Storti Storchi 1984).

ultima modifica: 19/01/2005

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]