consiglio generale 1331 - sec. XIV

Lo statuto del 1331 non menziona direttamente il consiglio generale del comune nel senso che non ne definisce esplicitamente la composizione mentre si limita ad accennarne le competenze: nello statuto si cita il “… consilio generali comunis et consilio populi nec non publico et generali parlamento et arengo civitatis et comunis Pergami … in quibus … erat maxima gentium multitudo … et quasi popullus universus dicte civitatis, videlicet plus quam tres partem populli dicte civitatis” (Statuto di Bergamo 1331). Si sarebbe trattato, quindi, dell’assemblea di tutti i capifamiglia se non di tutti gli adulti della città, un consiglio, quindi, di enormi dimensioni. In seno a tale consiglio si procedeva, secondo quanto stabilito nello statuto del 1353, all’elezione degli ottocento membri che formavano il consiglio detto di credenza, al quale era delegata l’elezione degli ufficiali comunali. In nessuno degli statuti, né in quello del 1331 né nei successivi si fa cenno ad ulteriori, più ristretti consigli, anche se non é pensabile che la vita amministrativa e politica del comune dipendesse da un’assemblea di quasi mille membri.
Lo stesso statuto del 1353, introdusse due nuovi organi di nomina podestarile, un consiglio maggiore di centoquarantaquattro membri i quali, a gruppi di dodici, formavano un consiglio minore. Questi nuovi organi in principio affiancarono e in seguito sostituirono i consigli “cittadini”.
Nel corso del Trecento, infatti, mentre si previde la possibilità dell’incanto di alcune cariche comunali, si attribuì la nomina di altre al consiglio minore di nomina podestarile, giungendo allo svuotamento di importanza dei consigli “cittadini”. Nel 1374, infatti, il consiglio generale venne privato di potere normativo (Storti Storchi 1984).

ultima modifica: 19/01/2005

[ Fabio Luini, Cooperativa Archimedia - Bergamo ]