parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio sec. XVI - [1989]

Parrocchia della diocesi di Como. In epoca post-tridentina, stabilmente a partire dal XVII secolo, la parrocchia arcipresbiterale e collegiata dei Santi Gervasio e Protasio di Bormio risulta sede di un vicariato comprendente le parrocchie della pieve. L’arciprete svolgeva le funzioni di parroco e presiedeva in qualità di vicario foraneo alle congregazioni dei parroci del vicariato. Nel 1614, all'epoca della visita pastorale del vescovo Filippo Archinti nella pieve di Bormio, l'arciprete e i canonici non avevano alcuna prebenda, ma i loro redditi derivavano dalla residenza. Entro i confini della parrocchia di Bormio esistevano le chiese di San Vitale, Spirito Santo, San Lorenzo, Santa Barbara, San Martino ai Bagni, Santi Fabiano e Sebastiano, San Pietro, Sant'Antonio nella contrada Combo, San Francesco, Santa Maria Elisabetta. L'ultima delle chiese elencate, non essendo altrimenti attestata, potrebbe coincidere con la chiesa della Madonna del Sassello o della Pazienza. Due altri edifici di culto, esistenti nello stesso periodo in Bormio, pur non essendo descritti dall'Archinti, erano la chiesa di San Bernardo, divenuta nel 1626 oratorio dei disciplini, e l'oratorio di San Michele, sede della confraternita dei disciplini. Nella parrocchiale si avevano la confraternita del Santissimo Rosario, eretta all'altare della Beata Maria Vergine, e la confraternita della Beata Maria Vergine, eretta all'altare di San Vincenzo (Visita Archinti 1614-1615).
Alla fine del XVIII secolo il giuspatronato del beneficio arcipresbiterale era della comunità, quello dei sei canonicati del capitolo collegiale apparteneva al capitolo stesso. Lo stato attivo del beneficio arcipresbiterale era di lire 1330; lo stato attivo dei benefici canonicali, escluso quello teologale, era di lire 502; lo stato attivo del beneficio teologale era di lire 308.14, lo stato passivo di lire 104. Il numero delle anime era 1158 (Quesiti Amministrazione Adda e Oglio, 1798).
Nel 1892, anno della visita pastorale del vescovo Andrea Ferrari, la rendita netta del beneficio parrocchiale arcipretale era di lire 961.57; esisteva anche un beneficio teologale, di nomina dell'arciprete e dei canonici. Entro i confini della parrocchia arcipretale collegiata plebana di Bormio, di nomina popolare, esistevano le chiese di Sant'Ignazio degli ex gesuiti, Sant'Antonio abate, San Vitale, San Sebastiano, Santa Barbara, San Lorenzo, San Gottardo (questi ultimi due abbandonati), Visitazione di Maria Vergine a Santa Elisabetta, Santa Lucia di Fumarogo, San Giovanni evangelista a Piazza, San Martino vescovo e confessore ai Bagni Vecchi, e gli oratori della confraternita del Santissimo Sacramento e della Madonna del Buon Consiglio. Nella chiesa parrocchiale dei Santi martiri Gervasio e Protasio di Bormio si avevano le confraternite del Santissimo Sacramento, sia maschile che femminile, fondata con bolla 27 settembre 1642 di papa Urbano VIII, la confraternita del Santissimo ed Immacolato Cuore di Maria, fondata dal vescovo Pietro Carsana il 19 ottobre 1876, la confraternita del Rosario, ritenuta fondata nel 1642 e rinnovata l'1 febbraio 1876, la confraternita del Sacro Cuore di Gesù, fondata il 28 luglio 1894. Il numero dei parrocchiani era di 2150. Il clero era composto dall'arciprete e da quattro canonici (Visita Ferrari, Vicariato di Bormio).
Nel corso del XX secolo, la parrocchia di Bormio è sempre stata sede vicariale; con il decreto 29 gennaio 1968, mediante il quale furono istituite le zone pastorali nella diocesi di Como, fu assegnata alla zona pastorale XV della Valtellina Superiore e al vicariato di Bormio (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968). Con il decreto 10 aprile 1984 fu inclusa nel vicariato B della Valtellina Superiore (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984).

ultima modifica: 03/03/2004

[ Alessandra Baretta ]