parrocchia di San Carpoforo sec. XV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Como. Una chiesa dedicata a San Carpoforo dovette esistere probabilmente già nel XII secolo (Visita Archinti 1614-1615, note). Essa dipendeva in origine dalla chiesa plebana arcipresbiterale e collegiata di Santo Stefano protomartire di Olonio (Visita Ninguarda 1589-1593, note). Il 4 febbraio 1425 la comunità di Delebio avanzò nei confronti della plebana Olonio la richiesta per avere nella propria chiesa di San Carpoforo un rettore o beneficiale, come risulta dall'atto rogato dal notaio Giacomo Castellargegno. L'1 aprile 1428 venne effettuata la nomina del primo beneficiale. Il 3 dicembre 1429, con atto rogato da Giacomo Castellargegno, vennero stabilite le rendite perché la chiesa di San Carpoforo potesse essere eretta in parrocchia. Nel 1437 risulterebbe che la nuova parrocchia era stata costituita, con territorio smembrato da Cosio (Fattarelli 1986). Si dovrebbe ipotizzare un'erezione della parrocchia prima del 1445, data in cui la chiesa di San Carpoforo compare con le qualifiche di "parochialis et curata" (Collationes Benefitiorum, vol. I, n. 23a; Xeres 1999).
Come "parochialis et curata" compare anche negli atti della visita pastorale del vescovo Gerardo Landriani del 1445. La prebenda curata risultava di nomina comunitaria ("per homines de Adalebio") (Visita Landriani 1444-1445).
San Carpoforo era stata dotata dai vicini di Delebio, di Andalo Valtellino, di Rogolo e delle contrade annesse nel 1429 (Quadrio 1775-1776), ma probabilmente la separazione era stata contestata dal rettore di San Martino a Cosio, chiesa dalla quale le comunità dipendevano, come risulta da una sentenza arbitramentale tra il parroco di San Martino di Cosio e il parroco di San Carpoforo di Delebio che il 7 giugno 1452 definì le relazioni tra le due chiese e i segni dell'antica preminenza di San Martino. Una nuova vertenza intentata nel 1476 dall'arciprete di Sorico, riguardò invece la dipendenza del rettore di San Carpoforo dalla pievana e vide la difesa dei diritti patronali da parte dei vicini di Delebio (Visita Landriani 1444-1445, note).
In data 7 giugno 1452 si ha una sentenza arbitramentale tra il parroco di San Martino di Cosio e il parroco di San Carpoforo di Delebio (Index alphabeticus).
Nel 1589, durante la visita pastorale del vescovo Feliciano Ninguarda, la "ecclesia parochialis" di San Carpoforo di Delebio faceva capo a una comunità di 260 famiglie cattoliche. In Delebio sorgeva anche una chiesa dedicata a Santa Domenica, eretta dai monaci cisterciensi dell'Abbazia dell'Acquafredda di Lenno (Visita Ninguarda 1589-1593). Con atti rogati da Luigi Sala, notaio apostolico della curia vescovile di Como, datati 29 dicembre 1591 e 6 marzo 1595, la chiesa di Santa Domenica di Delebio venne unita in perpetuo alla chiesa parrocchiale di San Carpoforo (Fattarelli 1986).
Alla metà del XVII secolo la parrocchia di San Carpoforo di Delebio era inserita in un vicariato esteso al territorio che costituiva il terziere inferiore della Valtellina, comprendente la squadra di Morbegno e la squadra di Traona, la prima delle quali coincideva con una “congregatio” del clero, la seconda con due “congregationes”, con centro rispettivamente a Traona e Ardenno; Delebio rientrava nella "congregatio prima" (Ecclesiae collegiatae 1651).
Il 17 agosto 1769 il vescovo di Como Agostino Neuroni, dando esecuzione alle lettere apostoliche di Clemente XIV dell'11 luglio 1769, eresse la chiesa di San Carpoforo di Delebio in collegiata ed elevò in essa una dignità prepositurale e nove canonicati (Visita Ninguarda 1589-1593, note).
La chiesa di San Carpoforo di Delebio è attestata come prepositurale con sette canonici alla fine del XVIII secolo "in vicariatu Tertierii inferioris Vallistellinae, Squadrae Morbinii" (Ecclesiae collegiatae 1794). Nel 1811, dopo la soppressione del capitolo, rimasero il preposito con quattro coadiutorie, ridotte a due a causa della tenuità dei redditi (Visita Ninguarda 1589-1593, note).
Nel 1898, anno della visita pastorale del vescovo Teodoro Valfré di Bonzo, la rendita netta del beneficio parrocchiale era di lire 885. Entro i confini della parrocchia di Delebio, di nomina vescovile, esistevano le chiese della Santissima Trinità al cimitero, di Santa Domenica, della Santa Croce nella frazione Tavani, e gli oratori di San Michele, attiguo alla chiesa parrocchiale, quello detto all'abbazia dedicato a San Girolamo, San Placido e al Santissimo Nome di Maria, di Sant'Antonio abate, detto oratorio Bassi, di San Rocco, della Beata Vergine della Neve di Canargo. Nella chiesa parrocchiale di San Carpoforo si avevano le confraternite del Santissimo Sacramento, solo maschile, e del Santo Rosario, solo femminile. Il numero dei parrocchiani era 2050 (Visita Valfré di Bonzo, Vicariato di Morbegno).
Alla fine del XIX secolo il clero di San Carpoforo risultava composto dal parroco e da un coadiutore (Visita Ninguarda 1589-1593, note).
Nel corso del XX secolo la parrocchia di Delebio è sempre stata compresa nel vicariato foraneo di Morbegno fino al decreto 1 gennaio 1938 del vescovo Alessandro Macchi, quando divenne sede di un vicariato comprendente le parrocchie di Andalo Valtellino, Delebio, Piantedo e Rogolo (decreto 1 gennaio 1938 III/b) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1938). Con decreto 29 gennaio 1968, mediante il quale furono istituite le zone pastorali nella diocesi di Como fu assegnata alla zona pastorale XII della Bassa Valtellina e al vicariato di Morbegno (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968). Con il decreto 10 aprile 1984 fu inclusa nel vicariato A della Bassa Valtellina (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984).

ultima modifica: 03/03/2004

[ Alessandra Baretta ]