comune di Bertonico sec. XVI - 1757

Attestata dall’anno 1000 (CDL I), Bertonico ricorre nella documentazione del sec. XI in relazione a proprietà ivi possedute dall’arcivescovo di Milano e da questi donate all’ospedale ambrosiano di S.Dionigi. Negli elenchi della decima papale del 1261 è compresa nella pieve di Cavenago (Agnelli 1917 a).
Nel 1359 il territorio di Bertonico, insieme a Ceredello, Vinzasca e San Martino, nonché diritti di pesca nell’Adda e nel Serio e diritti d’acqua della Muzza furono donati dai Visconti agli ospedali milanesi del Brolo e di S.Caterina; nel 1458 queste proprietà furono incorporate all’Ospedale Maggiore di Milano. Staccatosi dal territorio di Lodi, fino al 1786 il territorio di Bertonico costituì provincia a sè,dipendente dalla giurisdizione di un podestà nominato dall’Ospedale Maggiore.
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato inferiore di Strada Cremonese, al quale risulta ascritto anche nella documentazione a carattere fiscale ed amministrativo seccessiva (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Indice pievi Stato di Milano, 1753).
Secondo la documentazione inerente alla riorganizzazione territoriale del 1751 il comune aggregava i “cassinaggi” di Campolongo, S.Maria, S.Maria di sotto, Ceradello, Colombina, Brusata di sopra, Brusata di sotto, Gora, Piva, S.Carlo, Gallinera, Pista, Tacagna.
Dall’inchiesta di metà Settecento risulta invece che la comunità, che contava circa 1900 abitanti, era ancora tra le proprietà dell’Ospedale maggiore di Milano, che ogni tre anni provvedeva a nominare un giusdicente, – nel 1751 Giovanni Bossi residente a Milano- stipendiato con un salario di 120 lire annue. Il comune era retto da un consiglio generale, che si riuniva due volte all’anno in occasione della vendita con asta della carica di console, dell’ “impresa di accomodare la strada Regina”, delle mansioni di legnamaro, di terraro, di postaro del sale e di sepoltore. Officiali della comunità erano il console, che prestava giuramento nelle mani del podestà di Lodi e due deputati, uno eletto per il reale, l’altro per il personale, responsabili del “pubblico interesse” e della vigilanza sui riparti. Il primo era nominato dall’ospedale Maggiore “sopra la persona più abile” e talora era confermato per un biennio “per mancanza di soggetti”, mentre il secondo era eletto annualmente tra gli interessati. Completava l’organico del comune un cancelliere, stipendiato con 50 lire terzuole all’anno, a cui era affidata la conservazione delle pubbliche scritture, poiché la comunità non era dotata di archivio. La comunità, infine, non aveva propri rappresentanti, ricorrendo all’assistenza dell’ente ospedaliero in caso di necessita’. La riscossione delle taglie era affidata a un esattore, nominato con asta pubblica e con mandato triennale (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3048).
Nella seconda metà del Settecento, la suddivisione in Città e Contado venne meno in seguito all’applicazione della riforma teresiana: i Vescovati vennero suddivisi in 24 Delegazioni, ognuna delle quali composta da un numero variabile di comunità: in seguito a tale riassetto, dunque, Bertonico con Monticello risultano compresi nella XVI delegazione (editto 10 giugno 1757).
Alla riorganizzazione del territorio non se ne affiancò una istituzionale; in linea di massima (con poche eccezioni), l’organizzazione politico – istituzionale delle singole comunità restò invariata. Quindi mantennero le tradizionali funzioni (naturalmente dove presenti) i convocati generali degli estimati, i deputati e i sindaci.

ultima modifica: 10/01/2005

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]