comune di Ravarolo sec. XV - 1757

Attestato dagli anni venti del Quattrocento (Agnelli 1917 a), in età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, il comune apparteneva al Vescovato Inferiore di Strada Piacentina ed aggregava Cà del Albanese Sfrosà (Tassa dei cavalli).
Nel Compartimento territoriale del 1751, Ravarolo risulta aggregare i “cassinaggi” di Fornace de Granati, Valazza, Cà de Longhi, S.Antonio (Compartimento Ducato di Milano, 1751); dall’inchiesta disposta nello stesso torno di anni dalla Regia Giunta per il Censimento, emerge inoltre che la comunità contava 235 abitanti ed era feudo dei Rò, cui era stato conferito dagli Sforza nel 1481 (Agnelli 1917 a). I feudatari erano rappresentati dal podestà feudale, al momento Giuseppe Francesco Sebregondi residente a Milano, e dal luogotenente di questi, al quale prestava giuramento il console del comune. Il comune non aggregava altri comuni né era aggregato ad altri, “benché siasi fatta una sol mappa col comune dominante di Borghetto”.
Priva di consiglio, la comunità era amministrata da un deputato, scelto sempre tra i due maggior estimi, che si avvicendavano nella carica e nulla deliberavano senza il consenso dell’altro.
Completava l’organico della comunità un cancelliere, stipendiato dal comune con 35 lire annue e responsabile della custodia delle scritture della comunità.
La riscossione delle taglie era affidata a un esattore, nominato dalla comunità con asta pubblica, previa pubblicazione di cedole e lettura dei capitoli (Risposte ai 45 Quesiti, cart. 3047).
Almeno dal 1753 risulta aggregato a Borghetto(Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 10/01/2005

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]