comune di San Marco sec. XVI - 1757

S. Marco ebbe origine dall’omonima abbazia cluniacense eretta dai monaci dopo la distruzione di Lodivecchio. Espulsi i monaci nel 1438, il monastero fu eretto in commenda (Agnelli 1917 a).
In età spagnola, quando il Contado lodigiano fu suddiviso nei Vescovati Superiore, di Mezzo, Inferiore di strada Cremonese e Inferiore di Strada Piacentina, S. Marco è compreso nel Vescovato di Mezzo e risulta unito a S. Bassano di Lodivecchio (Tassa dei cavalli).
Nel compartimento territoriale del 1751 il suo territorio risulta comprendere Cassina della Varià, Comune di Sopra, Comune di Sotto (Compartimento Ducato di Milano, 1751). L’inchiesta disposta nello stesso torno di anni dalla Regia Giunta per il Censimento nello stesso torno di anni accertò che il comune, compreso nel feudo dei Masserati, era stato venduto per 80.000 lire (o per 40.000, secondo altre voci) ai Gesuiti, amministratori delle entrate del collegio Germanico ed Ungarico di Roma: ciononostante il comune non versava nulla nè al conte nè al collegio. Né il feudatario né il Collegio, inoltre, eleggevano il podestà. Svolgeva funzioni di giusdicente regio il podestà di Lodi ; ai suoi banchi, criminale e civile, prestava giuramento il console, che giurava anche presso il “notaro attuaro” del feudo, residente a Lodi. Il giusdicente feudale della comunità risiedeva a Milano ed era eletto dal Senato di Milano, senza salario o onorario alcuno dal comune. Un suo luogotenente risiedeva a Lodivecchio. Il comune contava 194 anime e non aggregava né dipendeva da altri comuni; pur desiderando mantenersi nell’attuale stato, il cancelliere della comunità dichiarò che ” quando però le altre comunità di questa giurisdizione di Lodivecchio volessero disgiungersi dalla provincia, e far capo da sè, [San Marco] concorrerebbe volentieri ancor questa con le altre”.
La comunità non aveva organi rappresentativi: il riparto delle imposte si faceva ogni sei mesi presso la residenza del cancelliere, a Lodi, con il concorso dei maggiori interessati, del console e del deputato. Una volta effettuata la ripartizione, era compito dell’esattore occuparsi dei singoli versamenti da parte dei censiti. Responsabili del patrimonio pubblico, con funzioni di controllo e tutela, erano il deputato e il cancelliere: quest’ultimoriceveva dalla comunità un salario annuo di ventun lire e dieci soldi. L’esattore svolgeva funzioni inerenti al pagamento delle imposte. La comunità non aveva inoltre procuratori a Milano: come per tutte le comunità della provincia, svolgevano funzioni di agenti del comune i quattro sindaci e i quattro soprintendenti del Contado di Lodi (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3044).
Almeno dal 1753 risulta aggregato a S. Maria di Lodivecchio(Indice pievi Stato di Milano, 1753).

ultima modifica: 10/01/2005

[ Cooperativa Mémosis - Lodi ]