podestaria di Canneto sec. XV - sec. XVII

Nel 1406, ai tempi di Francesco Gonzaga, a Canneto era presente un “capitaneus sive potestas”, sostituito per un anno da un vicepodestà, fino al 1467, “mediatore tra l’autorità centrale, che attraverso di lui determina pesantemente la vita della comunità, e la comunità stessa che … attorno a lui è costretta a ruotare” (Arcari 1989).
La presenza di un podestà a Canneto veniva confermata negli anni immediatamente seguenti alla erezione del ducato di Mantova, avvenuta nel 1530 (Mantova 1958-1963), e anche agli inizi del sec. XVII (Magini 1967).
I poteri del podestà di Canneto riguardavano innanzitutto l’amministrazione della giustizia, avendo facoltà di esercitare il “merum et mixtum imperium omnemque iurisdictionem, cognitionem et gladij potestatem etiam usque ad mortem inclusive”, attenendosi alla normativa consuetudinaria locale, conformata agli statuti alessandrini, pubblicati a Castel Goffredo nel 1451. Doveva garantire la stabilità politica, intervenendo ogni qualvolta venisse messo in discussione l’ordine costituito, come i tentativi di variare gli statuti, o quelli del comune di Carzaghetto di sottrarsi alla giurisdizione del comune e del podestà, o come “le ingerenze in temporale dell’arciprete”. Il podestà doveva controllare la sicurezza dell’approvvigionamento alimentare, ponendo particolare attenzione al contrabbando dei grani, il controllo del quale era demandato il capitaneus ad vetita. Come postazione di confine dello stato mantovano con il milanese e il veneziano, il podestà di Canneto doveva occuparsi della sicurezza militare, informarmando dettagliatamente sui movimenti politico, militari e sanitarie, che accadevano oltre cortina. Nei suoi compiti rientravano anche la sovrintendenza alle “fabbriche” delle fortezze del territorio, con il controllo dell’operato dei castellani, responsabili diretti delle fortificazioni di Canneto (Arcari 1989).

ultima modifica: 27/10/2002

[ Giancarlo Cobelli ]