parrocchia di San Pietro apostolo sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Mantova. Forse dedicata a San Giacomo già nel XIII secolo (Marani 1977) e confermata nella visita pastorale del 1544 (Putelli 1934), la titolazione della parrocchia appare variata nel corso del tempo in “pieve di San Giacomo e Martino” nel 1576 (Visita Peruzzi 1575), in San Pietro apostolo nel 1793 (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793), in “prebenda parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo” nel 1851 (Visita Corti 1850), in San Pietro apostolo nel 1902 (Visita Origo 1901), titolo che è stato confermato nel 1945 e tuttora conserva (Annuario diocesi Mantova 2001).
La “plebs de Gudi” è nominata nell’elenco delle pievi di pertinenza della diocesi di Mantova del 1037 (Marani 1977) e sorgeva all’esterno della fortezza di Goito (Marchioro 1990). Nel 1400 la chiesa parrocchiale sotto il titolo dei Santi Giacomo e Martino, sita all’interno della fortezza, veniva affidata al convento dei Benedettini. In seguito, a partire dagli ultimi decenni del 1500, la cura delle anime veniva trasferita alla chiesa di San Pietro, tenuta dai frati di San Girolamo di Fiesole (Marchioro 1990). Nel 1610 la “parochia regolare” di San Pietro è compresa nel vicariato foraneo di Goito (Constitutiones 1610), come peraltro risulta nel 1770 (Catalogo clero diocesi di Mantova 1770) e nel 1793 (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793). Nel 1817 è confermata la sua appartenenza al vicariato XVII di Goito (Elenco sacerdoti diocesi Mantova, 1817), mentre nel 1843 la parrocchia di San Pietro apostolo risulta far parte della vicaria foranea di Volta nel distretto IV della provincia di Mantova (Prospetto diocesi Mantova 1843), sino al 1949 quando viene inserita nel vicariato foraneo di Goito (Stato clero diocesi di Mantova 1949). Nel 1967 la parrocchia di San Pietro apostolo è compresa nel vicariato n. 4 di San Luigi Gonzaga (RDMn 1967), dove ancora permane (Annuario diocesi Mantova 2001). Nel 1987, perduta la personalità civile dell'ente "chiesa parrocchiale", alla parrocchia di San Pietro apostolo viene conferita la qualifica di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto (decreto 15 gennaio 1987 a).
Nel territorio della suddetta parrocchia, inclusa nel comune di Goito, oltre alla parrocchiale, sono presenti altri luoghi di culto. Alcuni documenti del secolo XI e XII testimoniano di una chiesa dedicata a Santa Maria Vergine madre di Dio (Marchioro 1990), mentre dal "liber decime imposite Mantuano clero" degli anni 1295-1298 si ha notizia della chiesa "Sancti Martini de Godio" (Lombardia et Pedemontium 1990). Già dalla visita pastorale del 1544 è testimoniata la presenza della chiesa campestre di San Lorenzo, della chiesa campestre di Massimbona, officiata da un cappellano, e della chiesa della disciplina “sub invocatione Sanctae Magdalenae”, (Putelli 1934), quest’ultima confermata anche nella visita apostolica del 1576 (Visita Peruzzi 1575). Nella visita pastorale del 1776 vengono nominati l’oratorio della confraternita della Trinità, l’orotorio della compagnia dei Crocesegnati, l’oratorio detto della Chiesuola dei padri Carmelitani, l’oratorio in San Lorenzo, l’oratorio di “ius patronato” dei Cavriani e Custoza alla Massimbona, l’oratorio alla Bellacqua di ragione dei Todeschini, l’oratorio del Brolazzo (Visita Pergen 1775). Nella visita pastorale del 1902, oltre ad essere riportata la divisione del territorio parrocchiale nelle frazioni di Sacca, Massimbona, Maglio, Calliera, Torre, sono ricordate le chiese di San Pietro in Vincoli, San Lorenzo, l’oratorio del “cav. Boldrini” (Visita Origo 1901). In “Le chiese Goitesi, storia, arte, tesori” di Marchioro sono ricordate inoltre le chiese della confraternita della Santa Croce, la cappella del convento dei Cappuccini dedicata a Maria Vergine Immacolata Concetta, l’oratorio di San Carlo Borromeo. Viene riportato inoltre un elenco delle chiese scomparse che sono la chiesa campestre di San Sebastiano, demolita alla fine del 1500, l’oratorio dei Santi Faustino e Giovita, demolito nel 1725, l’oratorio della Madonna del Sepolcro, distrutto nel 1982, l’oratorio di Maria Vergine, sconsacrato alla fine del 1700 (Marchioro 1990).
Circa la popolazione della parrocchia, se nel 1544 sono numerate 1300 “anime da comunione” (Putelli 1934), nel 1793 sono contate 2300 anime (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793). Nel 1851, delle 2962 anime complessive della parrocchia che formano 667 famiglie, 2154 sono “anime da comunione”, 56 “ammessi alla comunione” (di cui 27 maschi e 29 femmine), e 550 “ammessi alla cresima” (Visita Corti 1850), mentre nel 1902 la popolazione si attesta sulle 4139 unità (Visita Origo 1901).
Se già dal secolo XI è documentato che la parrocchia di Goito era retta da un arciprete e già dalla prima metà del secolo XIII è testimoniata la presenza di un collegio canonicale (Marani 1977), nel 1544 il clero della parrocchia era costituito da un rettore con titolo di “archipresbiter”, un sacerdote con funzioni di sostituto, un sacerdote alla cappella beneficiata della parrocchiale, due cappellani (Putelli 1934). Nel 1776 invece la parrocchia era retta dal parroco, coadiuvato da alcuni curati, di cui non si precisa il numero (Visita Pergen 1775), nel 1851 il clero parrocchiale era formato da un priore, un curato e 3 sacerdoti (Visita Corti 1850), mentre nel 1961 era composto dal priore e due vicari cooperatori (Annuario diocesi Mantova 1961).
Definita nel 1793 parrocchia di “libera collazione” (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793), nella visita pastorale del 1902 veniva specificato che la parrocchia di Goito era di “nomina vescovile” (Visita Origo 1901).
La parrocchia di San Pietro apostolo mentre nel 1793 aveva una entrata di lire 10604 (Parrocchie forensi diocesi di Mantova, 1793), nel 1851 presentava uno stato economico costituito da 3156 lire tra le attività e 2700 lire tra le passività (Visita Corti 1850). Nel 1902 il beneficio parrocchiale era di lire 3249 (Visita Origo 1901).
Nel 1901 le condizioni morali della popolazione sono definite “sufficientemente lodevoli”, anche se “vi ha un solo matrimonio civile e un altro fra una cristiana ed un ebreo” (Visita Origo 1901).
Documenti del 1115 testimoniano della presenza di un monastero retto dai monaci benedettini di San Genesio di Bresciello che gestivano il dazio per il passaggio di merci e persone sul ponte del fiume Mincio (Marchioro 1990). Nei secoli XV e XVI erano presenti nel territorio parrocchiale il convento dei Benedettini e il monastero dei frati di San Girolamo di Fiesole (Marchioro 1990). Nel 1610 era confermata la presenza del convento di San Girolamo da Fiesole, il convento di San Benedetto e un convento di “padri capucini” (Constitutiones 1610), istituzione quest’ultima confermata anche nel 1770 (Catalogo clero diocesi di Mantova 1770).
Nel 1544 sul territorio della parrocchia è testimoniata la presenza di un “hospitale extra castrum Godii in burgo” (Putelli 1934), nominato anche nella visita del 1576, quando si specifica che il medesimo “hospitale” era “sub titolo Santissimi Mariae et Bernardi, situs et positus in burgo Godii” (Visita Peruzzi 1575).
Dal 1770 è testimoniata la presenza anche della compagnia del Santissimo Rosario, quella della Santissima Trinità o dei Trinitari, quella dei Crocesegnati e quella del Santissimo Sacramento (Catalogo clero diocesi di Mantova 1770). Quest’ultima è confermata nel 1851, quando si specifica che la confraternita era costituita da 65 confratelli e 20 consorelle (Visita Corti 1850), e anche nel 1902 (Visita Origo 1901).
ultima modifica: 03/03/2004
[ Giancarlo Cobelli ]
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