parrocchia di Santo Stefano sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Milano. La chiesa plebana di Santo Stefano di Vimercate è attestata fin dall’XI secolo (DCA, Vimercate). Le visite pastorali compiute tra XVI e XVIII secolo dagli arcivescovi di Milano e dai delegati arcivescovili a Vimercate riportano costantemente gli atti relativi alla chiesa plebana di Santo Stefano. Accanto alla chiesa prepositurale di Santo Stefano, Vimercate ebbe una seconda collegiata, la chiesa di Santa Maria, ora Madonna del Rosario, presso la quale dopo i primi secoli di storia plebana erano ubicati la casa canonica, il cimitero e il battistero, trasferito dall’XI secolo nelle adiacenze della chiesa di Santa Maria. In visita nel 1606, l’arcivescovo Federico Borromeo dispose per il trasferimento del fonte battesimale antico in Santo Stefano, dove fu trovato da Cesare Monti nel 1643, sebbene non fosse stata ancora costruita la cappella del battistero in cui sistemarlo (DCA, Vimercate).
Vimercate fu sede di vicariato foraneo, incluso nella regione VI della diocesi, fin dall’epoca post-tridentina.
Nel 1756, durante la visita dell’arcivescovo Giuseppe Pozzobonelli nella pieve di Vimercate, nell’oratorio di Santa Marta, si aveva la confraternita o sodalizio del Santissimo Nome di Gesù, istituito da papa Gregorio XIII con diploma pubblico dell’11 marzo 1584, comprovato in curia arcivescovile il 7 luglio 1585; nell’oratorio di Sant’Antonio abate figurava la confraternita di Sant’Antonio, aggregata all’arciconfraternita della Beata Maria Vergine del Pianto di Roma, con la concessione delle medesime indulgenze e privilegi; nell’oratorio di Santa Caterina si aveva la confraternita di Santa Caterina, come risulta dal breve di papa Innocenzo XI spedito da Roma il 13 agosto 1685 e comprovato dal vicario generale Aloisio Lautio in curia arcivescovile milanese il 28 gennaio 1686; nell’oratorio di San Rocco figurava la scuola di San Rocco, aggregata all’arciconfraternita di San Rocco di Roma, con l’applicazione delle medesime indulgenze e privilegi. Nella comparrocchiale della Beata Maria Vergine, citata come “prepositurale ecclesia”, si aveva la scuola del Santissimo Rosario, unita alla scuola del Santissimo Sacramento. Al fine di amministrare la suddetta comparrocchiale fu eretta dall’arcivescovo Federico Borromeo una confraternita o scuola composta da “sex deputatis, seu fabriceriis” di cui tre rappresentanti del clero regolare e tre del clero secolare, tra i quali figurava pro tempore il preposito di Vimercate. Il numero dei parrocchiani era di 1600 di cui 1200 comunicati. Entro i confini della parrocchia prepositurale di Vimercate esistevano gli oratori di San Rocco; Santa Marta; Santa Caterina; Santa Maria Annunciata in Moirano; Sant’Antonio abate; San Pietro apostolo; Santa Maria della Molgora; San Maurizio martire; le chiese di San Lorenzo, dei monaci di San Lorenzo; San Gerolamo, dei monaci di San Gerolamo. Nella collegiata i canonicati erano otto, oltre alla prepositura (Visita Pozzobonelli, Pieve di Vimercate).
Verso la fine del XVIII secolo, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, la parrocchia prepositurale di Santo Stefano possedeva fondi per 328.2 pertiche e la coadiutoria per 62.7; il numero delle anime, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era complessivamente di 1861 (parrocchia prepositurale e coadiutoria) (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nella coeva tabella delle parrocchie della città e diocesi di Milano, la rendita netta della parrocchia prepositurale di Santo Stefano assommava a lire 2475.17.3 e quella del canonicato coadiutorale a 514.2.10; la nomina del beneficio della parrocchia prepositurale spettava a Roma e del canonicato coadiutorale all’ordinario (Tabella parrocchie diocesi di Milano, 1781).
Nel 1900, all’epoca della prima visita pastorale dell'arcivescovo Andrea Carlo Ferrari nella pieve di Vimercate, la rendita netta del beneficio parrocchiale assommava a lire 4310, con l’esclusione di un beneficio coadiutorale e una cappellania. Entro i confini della chiesa prepositurale di Santo Stefano esistevano gli oratori di Sant’Antonio; Santa Maria Molgora, presso la famiglia Melzi Soragna; San Maurizio; Santi Cosma e Damiano, presso l’ospedale; San Giuseppe, oratorio privato; Beata Vergine del Rosario, chiesa comparrocchiale, ma parrocchiale di fatto perché più comoda e ampia; si aveva la confraternita del Santissimo Sacramento. Il numero dei parrocchiani era di 6000. Nello stato del clero erano elencati il parroco, un coadiutore titolare, un coadiutore assistente all’ospedale, un coadiutore teologo, un coadiutore (Visita Ferrari, I, Pieve di Vimercate I).
Nel XIX e XX secolo la parrocchia di Santo Stefano di Vimercate figura sempre sede vicariale nella regione forense VI, fino ai decreti arcivescovili che hanno rivisto la struttura territoriale della diocesi (decreto 11 marzo 1971) (RDMi 1971) (Sinodo Colombo 1972, cost. 326), in seguito ai quali è stata attribuita al decanato di Vimercate nella zona pastorale V di Monza.
ultima modifica: 04/01/2007
[ Marina Regina ]
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