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409. Francesco Sforza al luogotenente di Lodi 1452 agosto 1 Quinzanello

Francesco Sforza vuole che il luogotenente di Lodi chiami da lui il lodigiano Francesco da Calco, renitente a saldare quanto ancora deve ad Antonio da Forlì, uomo d'arme ducale, per la dote di sua moglie e lo induca a fare il suo dovere.

[ 66r] Locuntenenti Laude.
(a) Antonio da Forlì, nostro homo d'arme, dice è creditore de Francesco da Calco, citadino nostro Laudesano, de certa quantitate de denari per casone del resto dela satisfactione dela dote de sua muliere, segondo dice esso Antonio apparire per publico instrumento, et che già più dì è passato il termino nel quale gli dovea essere satisfacto, et quamvis più fiate habia rechieduto el debito suo, anchora non l'ha potuto consequire, tanto è pertinace dicto Francesco. Pertanto, volendo nuy a modo ch'el dicto Antonio interamente sia pagato de quanto ello debitamente dè havere et ch'el non sia menato per litigio, perché l'havemo ad operare in altro, vi scrivemo et volemo habiati da voy dicto Francesco et, constandovi del vero credito d'esso Antonio, provideati opportunamente, et senza dilatione et litigio alchuno, ch'el (b) sia interamente pagato et satisfacto per modo non habia per questo a fare altra querela. Ex nostris felicibus castris apud Quinzanum, die primo augusti 1452.


(a) A margine sinitro:pro Antonio de Forlivio.
(b) Segue dicto depennato.