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708. Francesco Sforza a Pietro Visconti 1452 ottobre 2 Leno

Francesco Sforza vuole che Pietro Visconti, consigliere e luogotenente di Lodi, non dia alcuna noia al lodigiano Bertola da Mulazzano finché non sarà definita la faccenda delle pancere e delle tende e, allora, Antonio da Cirisola, uomo d'arme ducale, pagherà Bartolomeo, come promesso.

Petro Vicecomiti, consiliario et militi et locumtenenti Laude.
Sono stati questa matina ala presentia nostra Iacomino, fiolo de Bertola da Mulazano citadino nostro de Laude, et Antonio da Cirisola, nostro home d'arme, per cason de alchune pancere et tende, le quale il dicto Bertola havea presso de sì, chi erano del dicto Bartholomeo et le dede al dicto Antonio, segondo ch'el dice, credendo fossero ben date, et como doveti havere intexo. Et perché il dicto Antonio confessa havere havute dite panzere et una tenda et che gla vole restituire et pagare quello valevano le panzere, et che non sono de tanto valore como gli extima Bartholomeo a un gran prezo, et como è stato astricto il dicto Bertola. Et de questo volerne stare al iuramento del dicto Bartholomeo et de Leonardo Schelino, il quale gle feci dare, vi scrivemo et [ 117v] volemo che per queste cose non diati altro impazo al dicto Bertola finché non sia diffinita queste cose, et diffinite n'ha promisso il dicto Antonio farà el debito al prefato Bartholomeo, et così glo faremo fare nuy, ad ciò che niuno de loro dignamente se possa agravare. Data in nostris felicibus castris apud Lenum, die secundo octobris 1452.