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711. Francesco Sforza al podestà di Lodi 1452 ottobre 2 sine loco

Francesco Sforza vuole che il podestà di Lodi, accertato che giovanni da Calco, Stefano Ricardi e Bassano Quagione Cagamosti sono realmente i mallevadori di Francesco da Calco per una certa somma di denari (che altro non è che la dote della moglie del ricorrente uomo d'arme ducale, Antonio da Forlì), facciano celermente avere a costui quanto richiede.

Potestati Laude.
Antonio da Forlì, nostro homo d'arme, dice ch'el dè havere da Iohan da Carco, Stefano di Ricardi et Bassan Quagione di Cagamusti, li quali forono securtate de Francisco da Calco, de certa quantitate de denari, li quali sono per resto dela dota de sua muliere, como saray più chiaramente informato et constarati per publico instrumento, et perché dicto Antonio non se pò, nì volemo si parta dalo exercito nostro, mandali uno deli suoi per executione de questi suoi denari. Pertanto, te scrivemo et committimo habi da ti li predicti securtate, constandote summariamente del credito del prefato Antonio, nostro homo d'arme, li astrengi per ogni via de rasone ala satisfactione sua et cum ogni celeritate possibile, perché dicto Antonio non ha tempo de stare nì de fare stare altri per luy in litigio. Data in nostris castris, ut supra.