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546. Francesco Sforza al podestà di Pontecurone 1453 gennaio 20 Milano

Francesco Sforza ordina al podestà di Pontecurone di non permettere che i cittadini di Tortona, che hanno dei beni lì, siano costretti contro il dovuto e la consuetudine a pagare i contributi locali; il duca non crede che questa sia la volontà di Roberto, suo nipote.

Potestati Pontis Curoni.
Per l'inclusa supplicatione intendarai la querella ce ne fano molti citadini nostri de Terdona, qualli hano loro beni in el territorio de Pontecurone, perché dicono che quelli homini de Pontecurone, contra ogni debito e l'usitato continuo per retroacta tempora, se sforzano de volere artare da pochi dì in qua appagare per li ditti loro beni con loro, che non è stato fato per essi de Terdona a quelli de Ponte Curone. Per la qual cossa, non essendo questo debito né honesto, né credemo sia questa la voluntade de Ruberto, nostro nepoto, ve scrivemo e comandemo non lasi fare alcuna novità in el dicto pagare de carichi ali dicti citadini contra l'usitato, anzi fa et provedi per modo che fra li dicti de Ponte Curone e li citadini da Terdona sia observato quello è stato observato hactenus per inmemorata tempora, e se alcuna novità fosse fata, fala libere revocare, siché per questa casone più non sentiamo lamenta. Mediolani, xx ianuarii 1453.