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1275. Francesco Sforza a Luchina Dal Verme 1452 dicembre 23 Cremona.

Francesco Sforza scrive a Luchina circa il rifiuto dei suoi uomini di pagare, come fanno gli altri gentiluomini e feudatari, la tassa dei cavalli. Le chiede di intervenire perché detti uomini paghino la quota loro fissata dal compartito fatto da Giovanni Cavirano, capitano dell'Oltrepo. In egual forma si è scritto a Ottone da Mandello, ai marchesi di Codigliasco, ai marchesi di Varzi e al console, comune e uomini di Salle.

[ 291r] Magnifice domine Luchine.
Difficile ne è stato credere che, contribuendo tucti l'altri nostri subditi zentilhomini et feudatarii ale taxe de cavalli, li vostri homini habiano prestata cossì pocha audientia et hobedientia ali nostri officiali per la contributione dela rata sua. Ma pur trovamo essere cossì che non hanno voluto fare quello che debeno et che fano li altri, et se non fusse el respecto havimo havuto a voy, ce seressimo scorazati cum loro. Pertanto vi confortiamo, considerato quanto importano le dicte taxe al facto nostro, che è pur vostro proprio, voliate fare che li vostri faciano la rata sua secondo la compartitione equamente facta per Iohanne de Cavirano, nostro capitanio de là da Po. Et ad questo non intervenga fallo né inducia alcuna. Data Cremone, xxiii decembris 1452.
Ser Iacobus.
Iohannes.
In simili forma infrascriptis et strictius secundum qualitatem personarum, videlicet dominis: comiti Ottoni da Mandello, marchionibus Codigliaschi, marchionibus Varcii et consuli, comuni et hominibus Sallarum.